9 novembre, anniversario della Caduta del Muro di Berlino
La caduta del Muro di Berlino, “Berliner Mauer” che venne eretto il 13 agosto del 1961, avvenne il 9 novembre 1989, data storica che cambiò il Mondo. Il Muro era stato l’ultimo baluardo della Guerra Fredda, una barriera fino ad allora insormontabile che aveva tenuto in ostaggio una generazione di berlinesi. L’evento fu il preludio alla riunificazione della Germania e alla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Egon Krenz, ex politico comunista tedesco, venne eletto alla carica di Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica Democratica tedesca, sostituì il presidente della DDR Erich Honecker costretto a dimettersi il 18 ottobre del 1989. La sua fu una carica brevissima, di soli 50 giorni dal 24 ottobre al 6 dicembre 1989. Gunter Schabowski, il portavoce del governo di Berlino Est, annunciò la caduta del muro. Alla conferenza stampa internazionale del 9 novembre 1989, annunciò in diretta che a tutti i berlinesi sarebbe stato permesso di attraversare il confine. Fu allora che la popolazione si riversò contro il muro. Fu una massa impossibile da arginare. Le frontiere furono così aperte e la città si ritrovò finalmente unita. Nell’arco delle settimane successive, migliaia di berlinesi demolirono quel muro che li aveva tenuti in ostaggio per oltre trent’anni. La prima tappa della riunificazione andò in scena nell’agosto 1989, quando l’Ungheria eliminò le restrizioni alla frontiera con l’Austria, creando così la prima “breccia” nella cortina di ferro. Dalla metà di settembre dello stesso anno, migliaia di tedeschi orientali tentarono quindi di raggiungere l’Ovest attraverso l’Ungheria, ma vennero respinti. Di lì in poi fu un crescendo di dimostrazioni e proteste. Costrinsero, così, il governo della Germania Est, nella persona di Egon Krenz, ad allentare i controlli di frontiera. Iniziando quindi la caduta del Muro di Berlino.
Inizialmente c’era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, il checkpoint Charlie in Friedrichstraße; le potenze occidentali avevano altri due posti di blocco, a Helmstedt (checkpoint Alpha) sul confine tra Germania Est e Ovest e a Dreilinden (checkpoint Bravo) sul confine sud di Berlino Ovest. Nel periodo seguente furono aperti sempre più numerosi passaggi tra le due metà della città, il 22 dicembre 1989 anche alla Porta di Brandeburgo. La demolizione del muro in città ebbe luogo tra giugno e novembre 1990. Abbattendo di fatto l’ultimo simbolo della Guerra Fredda venne anticipata di un anno la riunificazione della Germania, suggellata il 3 ottobre 1990. Quello che infine, per la grande sorpresa di tutti e nel giro di pochissimo tempo portò alla riunificazione furono due fattori: l’arrivo di Gorbaciov come leader dell’Unione Sovietica e le crescenti difficoltà politiche ed economiche dei paesi dell’est e specialmente della DDR. Con la “Perestrojka”, un insieme di riforme politico-sociali ed economiche e con la “Glasnost”, che doveva portare alla trasparenza politica, Gorbaciov cominciò a cambiare strada. Decisivo per gli eventi che portarono infine alla caduta del muro fu invece la decisione di Gorbaciov di lasciare libertà agli altri paesi del Patto di Varsavia promettendo di non intromettersi più nei loro affari interni. Ora lungo la Sprea, la galleria open-air East Side Gallery è diventata la più lunga del mondo e una delle più interessanti testimonianze di arte urbana che si incontra con il ricordo storico della Guerra Fredda e di quello che fu il Muro.
Francesco Fantini