La Maestà d’Ognissanti di Giotto

In occasione della festa del primo novembre c’è un capolavoro che si addice a questo giorno. La Maestà di Giotto, del 1310 conservata presso gli Uffizi di Firenze. Giotto tra il ‘200 e il ‘300 compì nella pittura il grande mutamento, svincolarsi dalla tradizione medievale per stabilire un rapporto privilegiato e diretto con tutto ciò che viene definito natura, nelle Storie di San Francesco d’ Assisi compie una vera rivoluzione, attraverso la profondità, l’accenno di prospettiva, la realtà e naturalezza dei personaggi, il senso dello spazio, il dare anima a personaggi e scene che nella pittura bizantina mostravano rigidità e staticità. La Madonna d’Ognissanti rientra tra i capolavori del suo florido periodo fiorentino, probabilmente venne realizzata prima di essere impegnato nel grande complesso affrescato degli Scrovegni a Padova, ingaggiato dal ricchissimo banchiere Enrico Scrovegni per decorarvi la cappella privata. A Firenze la dipinse per la chiesa fiorentina d’Ognissanti, la pala doveva essere collocata sull’altare maggiore, e sarebbe diventato il punto focale della navata. La struttura della Madonna che troneggia è solida e si pone all’interno dell’ architettura gotica del trono, in una profondità prospettiva architettonica che va oltre l’impostazione classica di frontalità del soggetto compiuta dal maestro Cimabue e da Duccio, il colore blu della veste dà volume all’opera. La pala è arricchita da vivacità e tonalità di colori e dallo sfondo oro, l’edicola e il trono sono circondati ai lati dai Santi, in primo piano sono raffigurati invece due angeli con veste bianca che s’inginocchiano alla Maestà della Madonna che tiene il bambino benedicente.

Francesco Fantini