SANITA’MARCHE: FONDI PNRR PER I PRESIDI FABRIANESI, A TU PER TU CON CHIARA BIONDI

La Regione Marche investe sulla sanità fabrianese portando a casa decine di milioni per il potenziamento delle strutture sanitarie cittadine. Ne parliamo con il consigliere regionale avvocato Chiara Biondi, che ha seguito sin dal suo insediamento questo tema a fianco dell’assessore Filippo Saltamartini (insieme nella foto ndr), per capire nel dettaglio come la Regione a guida centrodestra destinerà questi fondi.

Consigliere Biondi, parliamo dei Fondi PNRR per la Sanità della Regione Marche. Che cifre saranno stanziate per il rilancio della medicina territoriale e quanti di questi fondi saranno dirottati a Fabriano?

Gli investimenti previsti con il PNRR per le Marche ammontano a 68 milioni di euro, ma sono solo una parte di quanto la nuova giunta regionale ha stanziato per potenziare i servizi della sanità. Il piano di interventi complessivo ammonta a circa 924 milioni di euro: una cifra senza precedenti. Di questi circa 16 milioni saranno destinati al potenziamento dei presidi fabrianesi attraverso la realizzazione della nuova palazzina operatoria e d’emergenza dell’ospedale Profili, la realizzazione di una casa della comunità, la strutturazione di percorsi separati nel pronto soccorso onde preservare eventuali pazienti contagiosi dal resto dell’utenza, la rimozione dell’amianto dall’ospedale Profili stesso.

Fabriano otterrà una nuova Casa della Comunità, quali servizi offrirà questa struttura?

Secondo quanto previsto dal PNRR, la Casa della Comunità dovrà essere lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio, in particolare ai malati cronici. Per questo è pensata come struttura sanitaria funzionale ad un modello di intervento multidisciplinare e rappresenta il punto di riferimento per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria: prova ne sia che dovrà essere anche ben visibile e facilmente accessibile per la comunità. Al fine di fornire tutti i servizi sanitari di base, nella Casa della Comunità lavora un’équipe di cui fanno parte il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta, infermieri, specialisti ambulatoriali, logopedisti, fisioterapisti, dietologi, tecnici della riabilitazione ed altri professionisti sanitari. La figura chiave sarà l’infermiere di famiglia, figura introdotta dal Decreto Legge n. 34/2020 che, grazie alle sue conoscenze e competenze specialistiche nel settore delle cure primarie e della sanità pubblica, diventa il professionista responsabile dei processi infermieristici in famiglia e Comunità. La presenza nella struttura di assistenti sociali rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali nonché una loro maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale. Inoltre, la Casa della Comunità dovrà rappresentare in modo continuativo il punto di riferimento per la popolazione anche attraverso un’infrastruttura informatica, un punto prelievi, la strumentazione polispecialistica che hanno anche finalità di prevenzione della salute oltre che di presa in carico della comunità di riferimento. Viene ricompreso nella struttura anche il punto unico di accesso (PUA) per le valutazioni multidimensionali (servizi sociosanitari) e i servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari secondo un approccio di medicina di genere. Potranno inoltre essere ospitati servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziani e fragili.

è prevista anche la realizzazione di una Centrale Operativa Territoriale: quali saranno le sue funzioni?

Il PNRR prevede una Centrale Operativa Territoriale (COT) ogni 100.000 residenti finalizzata alla presa in carico unitaria socio-sanitaria delle segnalazioni non urgenti di assistiti fragili. Agisce a livello di distretto nell’ambito dei servizi territoriali e della dimissione ospedaliera protetta, dell’assistenza domiciliare integrata semiresidenziale e residenziale. Presenta il valore aggiunto di un portale gestionale informatico per la condivisione in tempo reale dei dati utili a gestire l’assistenza socio-sanitaria mediante l’integrazione di operatori diversi e l’uso condiviso di una sede unica, requisiti finora spesso mancanti nei PUA distrettuali che saranno assorbiti delle COT.

Riguardo la Palazzina di Emergenza, si tratta di un importante investimento, potenzierà di fatto i servizi dell’ospedale?

Questa nuova amministrazione regionale ha dato una svolta decisiva per accelerare su un progetto essenziale per la sanità fabrianese e marchigiana. Non è un caso che l’attuale giunta, su espressa sollecitazione mia e di tutto il gruppo consiliare regionale della Lega non solo si sia adoperata con l’assessore Baldelli a sbloccare lo stallo progettuale, ma abbia anche previsto oltre 2 milioni di risorse per ottimizzare la logistica connessa. La palazzina, che rappresenta un unicum per la tecnica architettonica all’avanguardia con cui verrà realizzata, comprenderà un blocco operatorio di ultima generazione costituito da quattro sale oltre ad altri servizi. Sarà una costruzione che risponde non solo alle esigenze medico-chirurgiche del Profili, ma anche alle più aggiornate norme di sicurezza, il che la rende un’eccellenza a tutto tondo in area sismica. Disporre di un complesso di qualità come quello che si va a realizzare rafforzerà la filiera della risposta a tutte quelle patologie che richiedono sia interventi d’elezione che di routine, facendo di Fabriano un punto di riferimento per tutto l’entroterra anche nell’eventualità di emergenze e calamità.

Un argomento che sta molto a cuore ai nostri lettori è la Pediatria. Le carenze di questo servizio stanno generando forti disagi alle famiglie del comprensorio. Come pensate di intervenire per risolvere questa importante lacuna?

Stiamo già lavorando ad un tavolo tecnico per affrontare questa e altre problematiche afferenti alla programmazione sanitaria laddove l’azione regionale è subordinata alla normativa nazionale. è il caso in cui rientra la Pediatria di Fabriano per cui va fatta una sintesi aggiornata tra i bisogni e le legittime aspettative del territorio, i suoi parametri statistici e la disponibilità effettiva di personale specialistico nel rispetto del rapporto costi benefici che la normativa ci impone. A questo proposito voglio sottolineare che ripensare la sanità significa anche non perdere mai di vista che, quando si attiva un percorso di cura, questo deve rispondere agli standard essenziali come a quelli qualitativi in ogni suo step. Per quanto ci riguarda puntiamo sulle potenzialità del Profili, ma non vogliamo che la territorialità venga prima dell’efficienza e, soprattutto, dell’efficacia che solo una filiera di servizi e professionalità adeguati può garantire.

Fabriano ha bisogno di diventare un polo di riferimento per la sanità dell’entroterra. Purtroppo registriamo una grave crisi di personale sanitario, il nostro nosocomio sembra non essere appetibile per i professionisti. Come si potrà attirare personale specializzato, fondamentale per un polo sanitario di eccellenza?

Se è certo che il problema della disponibilità di personale in misura adeguata è comune a tutte le regioni d’Italia, è altrettanto certo che, attualmente, Fabriano può vantare ottime professionalità. Non tutti i presidi di analoga dimensione possono dire altrettanto. Detto questo il problema va risolto a monte sia aumentando il numero dei medici disponibili che adeguandone la retribuzione, obiettivamente inferiore rispetto a quella di altri Paesi e della sanità privata. Come Lega abbiamo presentato una proposta di legge per l’abrogazione del numero chiuso alla facoltà di medicina. Che sia un passo necessario lo confermano i dati. Dei 77mila aspiranti medici che hanno partecipato al test d’ingresso alla facoltà nel 2021, solo 15mila lo hanno superato selezionati da un test che poco ha a che vedere con la professione. Un primo segnale arriva dalla Commissione Cultura della camera che ha approvato nei giorni scorsi un provvedimento che impegna il Governo a realizzare la riforma dei test di ingresso. Per noi della Lega Marche abrogare la legge 264/1999 è la madre di tutte le battaglie di ambito sanitario: ringraziamo sempre i medici eroi, ma non si può perseguire l’obiettivo di una crescente qualità sanitaria costringendoli a sobbarcarsi una mole di lavoro aberrante. È chiaro che i governi passati non sono stati capaci di intravedere nel numero chiuso un evidente pericolo documentabile per le Marche e tutta l’Italia.

A quali progetti sta lavorando in Consiglio Regionale?

Devo dire che il lavoro proprio non mi manca, sia per mia impostazione personale che per la volontà della coalizione di centrodestra che governa la regione di fare squadra con tutti noi rappresentanti del territorio. Sono componente della 1a commissione consiliare Affari Istituzionali, Cultura, Istruzione, Programmazione e Bilancio che mi è particolarmente affine per formazione politica e professionale e che mi consente di impegnarmi sul rilancio di territori come il nostro Fabrianese che devono riconvertire un modello economico industriale puntando anche sull’economia dei servizi e della cultura. Sono stata due volte relatrice di maggioranza del DEFR, il documento di programmazione e finanza regionale, e posso dire, cifre alla mano, che si sta lavorando nella direzione del rilancio in ogni ambito ed utilizzando ogni risorsa. Basta guardare per tutte alla legge sui borghi dove l’economia della cultura e quella tradizionale si sposano per costruire il futuro delle nostre zone. Personalmente sono parte attiva in proposte di legge basate sulla rivalutazione socio-promozionale di tradizioni e mestieri del territorio. Ho firmato la legge su Fabriano Città della Carta e della Filigrana che ci ha fornito anche valore aggiunto funzionale al riconoscimento Unesco e rappresento la Regione Marche sul tavolo tecnico nazionale grazie alla nomina da parte dell’Assessore Giorgia Latini. Sto lavorando anche alla legge che consentirà ai nostri borghi montani di richiamare turismo attraverso l’affascinante tradizione delle infiorate.

Fabriano si avvia ad una tornata elettorale che rinnoverà l’Amministrazione Comunale. Cosa si augura per questa campagna elettorale e cosa auspica per il rinnovamento amministrativo della nostra Città?

Per carattere, tradizione familiare e formazione culturale sono fortemente orientata al confronto diretto e, soprattutto, costante con il territorio: un metodo che ti porta, giocoforza, ad andare sul concreto dei programmi e a tenerti lontana dal chiasso delle polemiche strumentali che per troppi anni hanno caratterizzato la politica ad ogni livello, anche quello comunale. Fabriano ha già perso troppo tempo per consentire alla Politica di correre dietro al risultato di oggi senza avere un’idea da qui a domani. Vorrei che tutti si orientassero a sostituire con i programmi concreti le apparizioni sporadiche e strumentali al suono di un paio di slogan e qualche polemica per condire il nulla. I fabrianesi sono provati da anni di crisi di ogni tipo, terremoto compreso: meritano rispetto e dedizione. Ovviamente lavoro perché la prossima amministrazione sia di centrodestra, ma chiunque sarà scelto dai fabrianesi dovrà affrontare con metodo un lavoro di riorganizzazione di una macchina comunale in evidente difficoltà per mancanza di guida e strategia e dovrà mettere Fabriano nella condizione non solo di cogliere, ma di finalizzare ogni opportunità che questo periodo storico così particolare metterà a disposizione. Come Lega stiamo già lavorando con tutta la nostra filiera di governo che va dalla Regione al Parlamento al Governo perché Fabriano torni ad essere il centro nevralgico dell’Appennino che rinasce.

Gigliola Marinelli