Rubriche

SPECIALE PINK FLOYD – Pt2

di Max Salari

CURIOSITA’

A Saucerfull Of Secret – Saucerful è stato il primo Brano dei Pink Floyd che mi sia veramente piaciuto suonare come tastierista” (R. Wright). “Questo brano è nato per caso e non a tavolino” (Waters).

Apologies – Questo è il titolo di un brano fantasma mai edito dai nostri, secondo indiscrezioni tutto è nato a causa di un disturbo telefonico durante un colloquio la canzone di fatto si intitolava ‘Apples And Oranges’

Tatood e Great Lost Pink Floyd Album – Sono i titoli di due rarissimi bootleg del 1969 in versione quasi uguale all’originale contenenti i brani “Flaming”, “The Scarecrow”, “The Gnome E Matilda Mother” ,”Apples And Oranges”.

Candy And A Currant Bun – Nel 1966 non avevano ancora un contratto discografico che già collezionavano la loro prima censura. Il brano non poteva essere pubblicato a causa della sua allusione all’uso dello spinello. Raramente venne suonata dal vivo.

Sigma 6 / T-set / The Meggadeaths / Abdabs – Sono alcuni dei nomi con cui si chiamavano prima di diventare Pink Floyd.

Atom Heart Mother – Anche se non citato nel disco, Ron Geesin è l’autore orchestrale e principale scrittore del brano. Fù persino colui che diede il titolo alla suite cercandolo casualmente in un giornale. Dice invece Mason: ‘Nella copertina abbiamo messo una mucca perché tutti oggi cercano qualche cosa di complicato mentre noi vogliamo soltanto qualcosa di semplice!’ Echoes “The Return Of The Son Of Nothing” era il suo titolo provvisorio. Anche questo brano è nato con la casualità, senza uno studio già predefinito.

Lucy Lea (InThe Blue Light) – E’ la prima canzone in assoluto dei PF scritta da Barrett e mai pubblicata.

The Man – Altro mistero della discografia PF. E’ un brano di quaranta minuti esibito solo dal vivo dal 1969 al 1970 e mai edito.

Moonhead – Ancora un altro brano inedito scritto per commentare l’allunaggio (evento storico del periodo) per la televisione Olandese.

Free Four – Tratto dalla colonna sonora “Obscured By Clouds” parla dell’uccisione in guerra del padre di Waters e sarà ispiratrice pure di ‘The Wall’ e di ‘The Final Cut’.

One Of These Days – E’ uno dei rari momenti canori da parte del batterista N. Mason, sua è la voce distorta che interpreta (anche se brevemente) il brano.

Ummagumma – E’ il sinonimo di ‘Fuck’!

Vegetable Man – Altro brano inedito del 1967 scritto da Barrett e presente solo in qualche bootleg

What Shall We Do Now? – E’ un brano tratto dal capolavoro “The Wall” ma non inciso nel disco per motivi di spazio. Questo viene suonato esclusivamente dal vivo con “Empty Spaces”.

The Wall – Segnò la fine della collaborazione tra i componenti del gruppo, la tensione all’interno era altissima, Waters era sempre di più il tuttofare, al punto che Wright e Mason non vengono citati nemmeno sulla copertina del disco.

Welcome To The Machine – Il rumore che apre il brano è composto da pulsazioni di un VCS3 modificate con l’effetto “eco”.

Have A Cigar – E’ cantata da Roy Harper perchè aveva tonalità troppo alte per Waters.

Shine On You Crazy Diamond – Il 5 Giugno durante il mixaggio del disco fece comparsa negli studi un uomo grasso e pelato, nessuno lo riconobbe ma era Syd Barrett!!! Sheep “Raving And Drooling” era il suo primo vero titolo.

Us And Them – Tratta da “The Dark Side…” risaliva al 1969 e si intitolava “The Violence Sequence”

The Final Cut – Il disco della dipartita di Waters, che con queste storie di guerra era diventato troppo paranoico e dopo oltre dieci anni di militanza venne allontanato dal gruppo che dichiarerà: ‘Non volevamo più fare musica così.’

 

CHI SI E’ ISPIRATO AI PINK FLOYD?

 L’importanza dei Pink Floyd nella storia della musica è risaputa da tutti. Quanti complessi hanno cercato in qualche modo di emulare i propri idoli o almeno di ispirarsi a loro? Certamente tantissimi, oserei dire che è impossibile elencarli tutti, ma mi limiterò a fare qualche nome in ambito Progressive moderno e non scegliendo i nomi più significativi, quelli che in ogni caso hanno saputo dare un tocco personale e non ve ne abbiate se qualche nome mi è sfuggito.

 PENDRAGON

Nick Barrett, voce e chitarra dei britannici Pendragon, ha una forte e spiccata personalità e tutte le sue composizioni sono piccoli gioielli a se stanti, ma se facciamo un’attenta analisi del suo modo di comporre possiamo trovare molte analogie con i Pink. In “The Wall Of Babylon” tratto dal fortunato “The Wind Of Life” (Toff 1993) l’introduzione del brano è pressoché identica a quella di “Shine On You Crazy Diamond”, mentre in ‘”Breaking In The Spell” dello stesso disco troviamo quel modo di concepire la chitarra che dicevo prima, tanto caro al Gilmour anni ’90. Nel meraviglioso “The Masquerade Overture” (Toff 1996) ritroviamo oltre alla chitarra Gilmouriana pure i cori femminili usati pesantemente negli ultimi lavori dei Pink. Nel brano “Master Of Illusion” c’è la prova più evidente di questo. Nel disco “Not Of This World” (SPV 2001) è tutto un susseguirsi di questi cori femminili e di richiami ai maestri.

Comunque sia la loro ispirazione è di chiara matrice Pop Rock e non Psichedelica come i primi Pink Floyd. In parole povere i Pendragon raccolgono il lato melodioso con quelle chitarre trascinate e quelle tastiere che fanno da sfondo, con tappeti sonori letteralmente da brivido. Bravi nel saper dosare la fantasia con la lezione dei maestri. VOTO: 8

 

 

PORCUPINE TREE

Il gruppo del carismatico Steve Wilson è certamente l’esempio lampante di come poter progredire quello che gli altri hanno fatto di buono. I Porcupine Tree sono molto ispirati dai Pink, ma in questo caso da quelli più psichedelici e sognanti degli anni 60/70. Echi, suoni di sottofondo, voci radiofoniche ed elettroniche fanno da tappeto a molti brani. Il loro equilibrio musicale è tale da non poterli catalogare in nessun genere specifico. Agli esordi la loro psichedelia sovrastava tutto il resto e dischi come “On The Sunday Of Life…” (Delirium 1988), ”Voyage 34” (Delirium 1991), “Up The Downstair” (Delirium 1993), “The Sky Moves Sideways” (Delirium 1997) e “Sygnify” ne sono testimonianza.

“The Sky Moves Sideways” è il disco più vicino ai Floyd, proprio con il brano omonimo, suddiviso in due parti della durata di circa 18 minuti l’una. Persino l’artwork bucolico con all’interno paesaggi rurali ed immancabili mucche richiama scandalosamente alla memoria “Atom Heart Mother”. Conclusa però l’esperienza Delirium con la stupenda raccolta “Stars Die” i Porcupine Tree progrediscono il proprio sound verso nuove sonorità a tratti più semplici ed a tratti più articolate senza mai deragliare dai binari di origine. ”Metanoia” (Delirium- 2001 ) racchiude le session registrate durante “Signify” e che suggella definitivamente il rapporto con la suddetta casa discografica. Questo lavoro completamente strumentale è il momento più vicino in assoluto ai PInk da parte dei nostri ragazzi. Gli album successivi saranno dei veri e propri capolavori da avere assolutamente e brilleranno di luce propria, senza troppi accostamenti a questo o a quel gruppo, insomma saranno Porcupine Tree sound e basta. I titoli sono i seguenti : “Stupid Dream” (K scope 1999), “Lightbulb Sun” (K scope 2000) ed “In Absentia” (2002). La maturità è raggiunta, ecco i nuovi Floyd! VOTO: 10

 

https://www.youtube.com/watch?v=590BYwVuC_E

 

MOSTLY AUTUMN

Non crederete alle vostre orecchie quando ascolterete almeno un brano dei bravissimi svedesi, un connubio perfetto fra Folk, Rock Progressive e Pink Floyd. Il tutto come se non bastasse, è impreziosito dalla meravigliosa voce di Heather Findlay e dal dolce flauto di Angela Goldthorpe. I componenti della band sono addirittura otto e tutti amanti di atmosfere bucoliche, storie di montagna e racconti leggendari fatti davanti ad un accogliente camino acceso e ad una buona birra. Queste rilassate atmosfere vanno a braccetto proprio con il sound Pinkfloydiano più recente, con assoli di chitarra da brivido lunghi anche cinque minuti, assolutamente riconducibili ad un Gilmour ispiratissimo (per esempio l’assolo di “Confortubly Numb” tanto per intenderci).

Sia la chitarra di Bryan Josh che la sua voce emulano in tutto e per tutto il maestro succitato. Copiaticcio quindi? Niente affatto, il Folk è così presente che il risultato finale è assolutamente strabiliante. Cercateli, perché sentiremo ancora parlare di loro. I dischi sono i seguenti: “For All We Shared….” (Cyclops 1998), “The Spirit Of Autumn Past” (Cyclops 1999), “The Last Bright Light” (Cyclops 2001) e “Passengers” (Classic Rock 2003). Ogni titolo è un acuisto sicuro e forse qualcuno mi ringrazierà…. VOTO: 9

 

https://www.youtube.com/watch?v=-0FeRJPoiac

 

LANDS END

Dalla prolifica Inghilterra e dall’attenta casa discografica Cyclops ecco un altro gruppo dal sound mistico. Aria, terra, mare e monti sono di nuovo gli argomenti trattati, questa volta da Mark Lavallee e soci. Chissà perché ma i Pink Floyd riescono ad ispirare sempre molti sentimenti ariosi in chi li ascolta e di riflesso molti gruppi ripercorrono questi sentieri a volte con buoni risultati.

Nulla di Folk questa volta, ma molte tastiere ed il compito gravoso viene suddiviso fra Mark e Fred Hunter. La chitarra è importante ma non certamente in prima linea, anche se Francisco Neto riesce a fare un ottimo lavoro d’atmosfera. Il primo CD si intitola “Terra Serranum” (Cyclops 1995) e mostra in qualche modo i limiti di inesperienza del gruppo anche se alla fine resta la certezza di un lavoro onesto. Buono il successivo “An Older Land” (Cyclops 1996), ma il vero lato Pinkfloydiano dei Lands End fuoriesce in pieno su tutto il bellissimo “Natural Selection” (Cyclops 1997). Il disco contiene pure un brano di mezz’ora da brivido. Molta psichedelia dunque fra i solchi di questo CD e tanta voglia di sperimentare senza mai esagerare, tenendo sempre in primo piano l’importanza della melodia. Non male… VOTO: 7

 

 

FRUITCAKE

Dalla fredda Norvegia ecco un altro obbiettivo centrato dalla casa Cyclops: i Fruitcake. In questo caso siamo di fronte ad un contest più Progressive classico, alla Genesis per intenderci, anche se il leader carismatico, sennonché batterista e cantante Pal Sovik, canta in modo spudoratamente simile a Gilmour.

Un velato senso di tristezza aleggia in ogni loro lavoro ed in “Room For Surprise” (Cyclops 1996) forse tocca l’apice con brani oscuri come “Time To Go” con tanto di tuoni e pioggia. I Pink comunque aleggiano in ogni dove e soprattutto quelli di “The Wall”. Le tastiere sono in evidenza e manco a dirlo troviamo descrizioni di paesaggi rupestri e marini. Questi soggetti si ripercuotono in tutti i dischi portando l’ascoltatore a meditare, colpito da tanta velata tristezza. Consiglio: “How To Make It” (Cyclops 1994), “Room For Surprise” (Cyclops 1996), “On More Slice” (Cyclops 1997)e “Power Structure” (Cyclops 1998). Certamente non originali, ma in alcuni di voi faranno sicuramente breccia. Bravi. VOTO: 6,5

 

https://www.youtube.com/watch?v=yUoyajefU6I

 

ANATHEMA

Sforiamo in campo Metal, ma non possiamo ignorare una realtà così grande come quella degli Anathema. Cominciano con un Death Metal pesantissimo per poi regalarci capolavori quali “Alternative ” (Pieceville 1998), “Judgment” (Music For Nations 1999), “A Fine Day To Exit” (Music For Nations 2002) e “A Natural Disaster” (Music For Nations 2003). Il loro continuo evolversi li avvicina in qualche modo al mondo Progressive e la loro ispirazione chiaramente dichiarata ai Pink Floyd è grande. Pure loro si ispirano a “The Wall”, pesanti, tristi, quasi disperatamente pessimisti. Dedicati a tutte le anime oscure che camminano sulla terra. Anathema, quando la buona musica è Metal! VOTO: 9

 

https://www.youtube.com/watch?v=xs-emvLUY20

 

ARENA

Questo meraviglioso gruppo musicale, al quale non finirò mai di dire ‘grazie di esistere’, ha molto poco a che fare con i Floyd. Molto ispirati dai Genesis, nel tempo hanno dimostrato di essere loro i nuovi Marillion (e anche qualcosa di più). E allora cosa ci fanno fra queste righe? Presto detto, alcuni brani come “The Hanging Tree”, tratto dal meraviglioso “The Visitor” (Verglas 1998) sono spudoratamente Pinkfloydiani, soprattutto grazie alle chitarre di John Mitchell. Poi è di nuovo “The Wall” a farsi strada fra i solchi. Nulla da eccepire. VOTO: 9

 

 

GLASS HAMMER

Andiamo direttamente al sodo, il gruppo del bravo Stephen De Arque ci ha regalato un capolavoro dal titolo “Perelandra” (Arion Records 1995). Questo è un mix di AOR, Prog e Pink! ed il brano “Into The Night “ ci presenta la parte più sognante e spaziale dei nostri ispiratori. Tastiere in evidenza sono l’ingrediente principale di questo disco molto equilibrato e ricco di influenze Prog. Cercatelo assolutamente, non deve mancare in nessuna discografia che si rispetti e tantomeno da quella di chi ama i Pink. VOTO: 8

 

https://www.youtube.com/watch?v=M_u3gF8U-GA

 

RPWL

Dalla Germania un gruppo che non fa gridare al miracolo per la fantasia, ma che nella psichedelia moderna è sicuramente fra i migliori. L’influenza Floydiana è ovviamente marcata, specialmente quella dell’ultimo periodo, mi riferisco a “The Division Bells”, ma persino i Porcupine Tree fanno capolino qua e là. Non solo suoni ariosi e suoni alla “The Wall”, ma persino momenti pop melodici arricchiscono i lavori di questi promettenti ragazzi tedeschi. I dischi da loro composti sono tre: “God Has Failed” (Tempus Fugit 2000), “Trying To Kiss The Sun” (Tempus Fugit 2002) e lo straordinario ultimo lavoro con tanto di DVD incorporato “Stock” (Tempus Fugit 2003). VOTO: 9

 

https://www.youtube.com/watch?v=cjfDvo-OZM4

 

 

RECENSIONE

PSICOSUONO – Metropoli   –   Autoproduzione

Genere: Rock/Progressive Rock  –  Supporto: cd – 2017

Terzo lavoro in studio per la band  padernese nata nel 2004, a cinque anni dall’ottimo “Eta Carinae”. Stefano De Marchi, chitarrista e leader della formazione, negli anni ha strutturato il dna del gruppo rafforzandolo con l’esperienza di chi si getta anima e corpo nel proprio lavoro. Non soltanto passione dunque ma subentra anche la professionalità, e questo lo si evince nell’ escalation dei tre dischi in studio. Con lui sempre Elisabetta Giglioli alla voce in più Elisa Costanzo (voce), Betty Accorsi (sax), Claudio Bellamacina (chitarra), Dario Merati (basso) e Matteo Severini (batteria e percussioni). Il disco si presenta accompagnato dai colorati dipinti di Gianfranco Caruso che ben si sposano alla musica di “Metropoli”.

Nove canzoni di media e lunga durata, movimenti strutturali spesso ricercati con interventi Jazz, grazie soprattutto al lavoro del sax. Questo già lo si può captare sin dall’iniziale “Clochard”. Bellissimo il solo di chitarra elettrica imponente e granitico, un grido che sembra tirare fuori l’anima rabbiosa del clochard in questione, ma ancora di più apprezzo l’arpeggio in stile Genesis primo periodo. La voce di Giglioli è malleabile, di personalità, espressiva e controllata, buono strumento per il testo. Un brano Prog a tutti gli effetti, che dimostra sin da subito una crescita dei Psicosuono notevole. Gioco a due voci per “Walzer”, canzone dal refrain giocoso e da cantare assieme a loro, facile da stampare nella mente, tuttavia non esulano importanti assolo strumentali che rendono l’ascolto ancora una volta fresco e variegato. Questa è una carta vincente che non vale solo per i Psicosuono, ma è nelle mani di chi ha capito come far godere di musica l’ascoltatore.

La title track è spinta dal sax e dai solo di chitarra per giungere poi all’ascolto del brano più lungo dell’album dal titolo “Alter-Azione”. Qui staziona il sound Psicosuono, anche quello degli anni passati, un break iniziale dal sapore Folk, girotondo iniziale che sfocia nel buon Rock ricercato. In questo termine va compreso davvero molto materiale, diciamo ci si può trovare all’interno tutta la cultura dei musicisti in esame, facendo propendere per un prodotto di forte personalità. Parla da se l’assolo finale in crescendo.

Si ritorna verso le sfumature Jazz con “Passo Dopo Passo”, quasi da big band. Qualcuno potrebbe trovare in esso frammenti di Matt Bianco. Il Jazz ed il Blues sono alla base della musica moderna ed i giovani Psicosuono conoscono la storia. Provate durante l’ascolto a tenere fermi i piedi o le mani, vi troverete inesorabilmente a sostenere il ritmo in maniera inconsapevole ed incontrollata.

“La Notte Del Vostro Domani” vira nuovamente, la musica dei Psicosuono non sta ferma un attimo, si sposta, ritorna, ammalia e colpisce. Il basso apre  l’ultimo brano dal titolo “Blues Ubriaco” e l’andamento in effetti è proprio così caracollante. Ma il disco non finisce effettivamente qui, perché  al suo interno si può godere anche di due bonus track, “Clochard” nella versione inglese e appunto “Drunk Blues”.

Quello che non capisco è perché i Psicosuono ancora non hanno l’attenzione di una label importante alle spalle, perché sono davvero fuori della media dei prodotti di oggi. Se poi ci aggiungo che sono giovani ed italiani, lo stupore in me è ancora maggiore. Probabilmente la musica non è davvero per tutti, specie oggi, ma credetemi se vi dico che “Metropoli” è una piccola gemma.  Musica a 360 gradi.

ROCK & WORDS sono Fabio Bianchi e Massimo “Max” Salari. Insieme raccontano la storia della musica Rock e dintorni, l’evoluzione e come nascono i generi musicali, tutto questo in conferenze supportate da audio e video . Assieme sono nel direttivo dell’associazione Fabriano Pro Musica. FABIO BIANCHI: Musicista, suona batteria e tromba. Ha militato in diverse band fra le quali i Skyline di Fabriano e l’orchestra Concordia. MASSIMO “Max” SALARI: Storico e critico musicale, ha scritto e scrive in riviste musicali di settore e webzine come Rock Hard, Flash Magazine, Andromeda, Rock Impressions, Musica Follia, Flash Forwards ed è gestore del Blog NONSOLO PROGROCK. Per sei anni è stato vicepresidente di PROGAWARDS, premio mondiale per band di settore Rock Progressivo e sperimentale. PER CONTATTI: rockandwordshistory@gmail.it  O salari.massimo@virgilio.it

 

 

SUCCEDE A FABRIANO

 

Noi di Rock & Words invece vi diamo appuntamento su RADIO GOLD sabato 10 febbraio, alle ore 21.00 nella trasmissione di Gigliola Marinelli, Marco Antonini e Lorenzo Ciappelloni “Speciale finale Sanremo”, dove assieme ad Andrea Poeta saremo ospiti fissi della serata. Non perdetevela, ascoltate il festival con noi! 😉

 

 

 

 

 

BRANO CONSIGLIATO DELLA SETTIMANA

Psicosuono – “Clochard”

https://www.youtube.com/watch?v=QCZPjMlzzQE