Marche e ferrovie, Uil: “Regione tagliata fuori, filiera istituzionale solo spot elettorale”
L’ulteriore taglio dei fondi per le infrastrutture ferroviarie nella nostra regione dimostra, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che le Marche non rientrano nelle priorità delle politiche economiche del Governo italiano, nonostante la nostra sia una regione che negli ultimi anni si è impoverita sempre di più, e quindi, al contrario, meriterebbe maggiori attenzioni. Ne è convinta la Uil Marche che, attraverso il segretario regionale Giorgio Andreani fa un’analisi di una storia ferroviaria delle Marche “fin troppo conosciuta – spiega – Da una parte la Falconara-Orte, importante linea che collega l’Adriatico con il Tirreno, il cui raddoppio va a rilento tra appalti, affidamenti, ricorsi e fondi che vengono tolti dallo Stato (326 Mln finiti sulla Milano Genova; forse il Nord è prioritario nei confronti delle Marche?). Dall’altra la linea Adriatica, il cui tracciato è vecchio e non consono al traffico AV/AC e che è ormai satura, non consentendo di far passare un numero maggiore di treni rispetto al traffico attuale”.
Anche se, ad onor del vero, sulla Adriatica sono stati fatti degli investimenti per un suo ammodernamento e per renderla più veloce, essa rimane pur sempre una linea vecchia e con un tracciato che passa nei centri città: una tipologia di linea che è funzionale più al trasporto pubblico locale che altro, nonostante sia parte dei corridoi europei TEN-T e che esista un’importante piattaforma logistica Porto-Aeroporto-Interporto situata proprio nel punto di raccordo con la Falconara-Orte.
“Una regione come le Marche, che ha conosciuto il dramma del sisma del 2016, delle numerose crisi aziendali importanti e le sta vivendo anche attualmente – pensiamo al fabrianese ad esempio – che vede un aumento della povertà delle famiglie, di cui molte costrette a rinunciare alle cure perché impossibilitate economicamente, con un aumento dei contratti precari e con salari al di sotto della media nazionale, forse meriterebbe maggiori attenzioni – osserva Andreani – Le infrastrutture rappresentano un elemento essenziale per il rilancio di un territorio, senza il quale è destinato a deindustrializzarsi e a impoverirsi sempre di più. Quello che serve è il raddoppio della Adriatica con una ferrovia nuova, tecnologicamente avanzata e una Falconara Orte che veda una fine del raddoppio in tempi certi e non biblici; e alla base di tutto interventi certi da parte del Governo”.
E la tanto sbandierata filiera istituzionale? Per Andreani “sembra più uno spot elettorale che un vero valore aggiunto. Ciò che serve veramente è fare fronte comune sin da subito tra parti sociali, mondo produttivo marchigiano e istituzioni per rivendicare quell’attenzione che la nostra regione merita, prima che sia troppo tardi”. (cs)