Cartiere, in settimana il nuovo incontro azienda- sindacati
Settimana decisiva per la vertenza Fedrigoni, incertezza per il sito di Comunanza di Beko Europe, meno per Melano. Questa la situazione dopo il doppio incontro nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Giovedì, infatti, c’è stato un tavolo tecnico per la chiusura di Giano srl, società per le carte per ufficio, annunciata dal Gruppo Fedrigoni per il 31 dicembre, con 195 dipendenti diretti in esubero che con l’indotto salgono a più di 300. Al termine della riunione, un nulla di fatto: l’azienda ha avanzato una proposta attraverso la quale con prepensionamenti, ricollocazioni e creazioni di nuovi posti di lavoro, avrebbe garantito circa 130 posti di lavoro, non recedendo di un millimetro sulla volontà di chiusura di Giano srl a fine anno. Le parti sociali e le Istituzioni, invece, chiedono uno slittamento della chiusura di un anno, magari con l’ausilio della cassa integrazione, per avere il tempo necessario per esplorare le possibilità di vendita della stessa a soggetti privati o al Poligrafico. Posizioni ferme, quindi, e altre due riunioni in programma: il tavolo del lavoro che la sindaca di Fabriano, Daniela Ghergo, convocherà in queste ore e si terrà in settimana e, soprattutto, il nuovo faccia a faccia tra azienda e sindacati, il terzo, a Verona. Preoccupa anche il caso Beko. «Ci aspettavamo qualche indicazione in più da parte dell’azienda, che ci ha semplicemente illustrato la situazione generale del mercato del bianco in Europa» ha detto l’assessore regionale al lavoro, Stefano Aguzzi, al termine del tavolo di confronto al Mimit su Beko Europe, la nuova società costituita al 75% dai turchi di Arcelik e al 25% da Whirlpool. La sindaca, Ghergo, spiega: <<I dati più preoccupanti riguardano la produzione di frigoriferi e lavatrici e i relativi stabilimenti di Cassinetta (Milano), Siena e Comunanza. Piu’ confortante il mercato del cooking (forni e piani cottura) prodotti a Melano per il quale ho chiesto un dettagliato piano industriale>>. In una nota Beko precisa: «L’attuale presenza nei settori del lavaggio e della refrigerazione sarà ulteriormente valutata per evitare altre perdite di cassa, mentre il sito di Carinaro, in provincia di Caserta, sarà mantenuto come Centro di Eccellenza per la distribuzione dei ricambi e le attività di ricondizionamento degli elettrodomestici. In Italia si punta poi a fare il centro di eccellenza per la cottura>>. Beko ha ribadito il proprio impegno a lungo termine verso l’Italia confermando la disponibilità a investire nel Paese in aree considerate strategiche. Sindacati sul piede di guerra. <<L’azienda prospetta chiusure annunciate di fatto negli scorsi mesi, a causa della riduzione del 50% dei volumi produttivi per la concorrenza con il mercato asiatico, di perdite consistenti di utili anche nel 2024 e dell’utilizzo di meno del 40% della capacità installata degli stabilimenti italiani» denuncia Barbara Tibaldi segretaria nazionale di Fiom-Cgil. Proclamate dai sindacati 4 ore di sciopero. Il ministro Urso ha chiesto la presentazione a breve di un piano industriale che preveda maggiori investimenti in Italia. Presto un nuovo incontro al Mimit.
Marco Antonini