Il Caravaggio in mostra ad Ariccia

Ad Ariccia, borgo dei Castelli romani, presso il seicentesco Palazzo Chigi, dal 14 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024, è ospitato in mostra, per la prima volta al pubblico, a conclusione del suo restauro e delle indagini diagnostiche, un vero capolavoro sconosciuto: la prima versione della famosa composizione del Caravaggio raffigurante la Presa di Cristo. L’opera infatti era stata esposta soltanto nel 1951 alla storica Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi tenuta presso il Palazzo Reale di Milano a cura di Roberto Longhi, quando si presentava sporca e con varie ridipinture, rimosse dopo il recente restauro. Ne vengono documentate per la prima volta in mostra le prestigiose provenienze: la collezione Mattei, la collezione Colonna di Stigliano e la collezione Ruffo di Calabria, per il cui tramite è pervenuta presso all’attuale proprietario. La Presa di Cristo della collezione Mattei, nota attraverso numerose copie e presunti originali, è una delle composizioni più intense e ricche di pathos dell’attività romana di Michelangelo Merisi da Caravaggio. In questa sede si ripercorre la controversa storia della potente invenzione caravaggesca e delle sue testimonianze pittoriche, che hanno un vertice nelle due redazioni della raccolta Ruffo di Calabria, ritrovata da Roberto Longhi nel 1943, e della Compagnia dei Gesuiti di Dublino, in deposito presso la National Gallery of Ireland dal 1993. Le due versioni sono entrambe autografe, la versione Ruffo sembrerebbe precedente, quella irlandese, postuma, ma più nota e conosciuta.

La Presa di Cristo esposta in Ariccia sta creando varie discussioni da parte della critica circa l’attribuzione. Tra le perplessità sulla reale attribuzione a Caravaggio, vi è anche l’opinione e la critica di Rossella Vodret, già Soprintendente Speciale per il Patrimonio storico artistico e antropologico di Roma oltre che specialista della pittura romana del primo Seicento. I dubbi nascono dal fatto che se analizziamo con attenzione i due dipinti, possiamo ovviamente notare la similitudine, ma anche una netta differenza di pathos e di impatto, oltre alla differente espressività di alcune figure come l’autoritratto di Caravaggio in alto a destra e il volto di Cristo, alla critica va lasciata un’attenta valutazione. Resta il fatto che il dipinto ha creato discussione, ovviamente l’iniziativa dell’esposizione va apprezzata e valorizzata, questo Caravaggio o presunto tale non può che dar lustro alla mostra di Ariccia e al complesso di Palazzo Chigi.