Aspettando il Tar del Lazio, il sindaco di Serra San Quirico non si arrende

In attesa del pronunciamento del Tar del Lazio relativamente al ricorso presentato dal Comune di Serra San Quirico nell’ambito dei lavori di raddoppio della linea Orte-Falconara, lotto 2, il sindaco di Serra San Quirico non si arrende e nel giorno dell’apertura delle buste per l’appaalto e l’affidamento dei lavori attacca. «Sul potenziamento della tratta ferroviaria che unisce Marche e Lazio ricordo che il progetto è di fine Anni ’90, già bocciato dall’allora Ministero dell’Ambiente nel 2003 ed oggi rivisto in modo marginale» denuncia Borri che non le manda a dire a Rfi sulle tempistiche dei lavori che dovranno finire entro giugno 2026. «Il commissario Macello di Rfi continua a dire che i lavori saranno appaltati nel dicembre 2023, inizieranno entro il 2024 e completati, sempre a suo dire, nel 2026, in linea con i tempi del Pnrr. Io credo – dichiara il sindaco Tommaso Borri – che anche un bambino capirebbe che un’opera così complessa non riuscirà mai ad essere completata in 18-24 mesi. Questo periodo non sarebbe su sufficiente nemmeno per fare un breve tratto di strada. Basti pensare per esempio ai lavori di ampliamento della superstrada tra Falconara e Torrette di Ancona che durano già da più di due anni». Le speranze dell’Amministrazione comunale di Serra San Quirico sono tutte nel Tar del Lazio. Il ricorso, infatti, è stato trattato mercoledì mattina. «Durante l’udienza sono state evidenziate le carenze istruttorie che affliggono il progetto, che non tiene conto dei rischi di crolli ed ambientali sul territorio. La sentenza è attesa nelle prossime settimane» precisa il Comitato Gola della Rossa che si batte contro questo tipo di progetto insieme al primo cittadino. «Non capisco l’ostinazione di Rfi a non prendere in considerazione il progetto alternativo dell’ingegner Belcecchi presentato un anno e mezzo fa in sede di Dibattito pubblico: ci sarebbe stato tutto il tempo e ci sarebbe ancora per ottenere le autorizzazioni necessarie e per la progettazione esecutiva» conclude Borri.

Marco Antonini