Il San Nicola di Gentile da Fabriano
Oggi, nel giorno di San Nicola di Bari, vescovo di Myra, ammiriamo un capolavoro di gentile che raffigura il Santo e ci racconta in pittura i suoi miracoli. Gentile da Fabriano, maestro del gotico fiorito, cortese, dell’Altro Rinascimento, nato a Fabriano nel 1370, ha lasciato davvero tanti capolavori, presenti in musei nazionali e internazionali. Presso i Musei Vaticani, ci soffermiamo in alcune sue opere significative, da ammirare nella sala del ‘400 della Pinacoteca Vaticana. Troviamo le pradelle sulla vita di San Nicola, tavolette del Quaratesi, il bellissimo Polittico che si trova agli Uffizi. La Nascita di San Nicola, il vescovo di Mira. La nascita è ambientata in un interno domestico, con un orto coltivato di ortaggi, fiori. Vi sono due locali comunicanti, spaccato della vita quotidiana raffigurata nei dettagli con i costumi e gli oggetti del tempo, intimità familiare ben rappresentata in modo meticoloso e con cura e abilità pittorica.
La seconda pradella è il miracolo di San Nicola nell’atto di donare tre palle d’oro alle fanciulle povere. Il santo compare nella dimora di un povero uomo che non è in grado di assicurare la dote alle sue tre fanciulle. Anche qui viene rappresentata un’abitazione dove tutti sono costretti a vivere in un’unica stanza. Il Gentile qui riproduce una certa mimica e coglie la psicologia umana del momento, San Nicola attraverso una grata lancia le tre palle d’oro tra lo stupore, imbarazzo, sorpresa delle ragazze per il dono insperato. La terza pradella vede San Nicola salvare una nave in tempesta, la nave oscilla come sospesa su soffi di vapore bianco che danno l’idea del mare mosso, il santo si cala dal cielo, schiarito nella parte da cui plana, tutto è avvolto da un colore naturalistico con elementi legati al mito e al mondo marino, la sirena, i pesci, una stella marina nel fondo. La quarta pradella vede invece San Nicola intervenire per salvare tre giovani messi in salamoia dall’oste, che li uccise, fatti a pezzi e nascosti nelle botti. San Nicola interviene, li salva e i fanciulli riemergono sani e salvi adorando il loro salvatore.
Dietro a San Nicola si vedono l’albergatore e sua moglie inginocchiati in adorazione fingendosi estranei al fatto. Vi è un soppalco con cesti, agli, sacchi, ambiente rappresentato nei dettagli di scene di vita quotidiana. Sulla destra s’intravede un avventore che come se niente fosse si versa da bere, mentre al centro, da una porta si intravedono scale che accedono ad altre camere. Sulla parete, in alto, una luna d’oro e insegne con simboli geroglifici affissi al muro esterno.
Gentile è abile a dare narrazione al dipinto, creando un ciclo completo sul Santo. Infine la quinta e ultima pradella, quella del Miracolo dei pellegrini alla tomba di San Nicola si trova a Washington all’Art Gallery. Un viaggio ai Vaticani per ammirare le meraviglie dei Musei, ma anche per ritrovare Gentile da Fabriano, maestro tra i più grandi a cavallo tra ‘300 e ‘400.
Francesco Fantini