Chiude Museo Farmacia in centro a Fabriano, parla la dottoressa Giovanna Giuseppucci

Una seria riflessione sulla situazione del commercio nel centro storico della città di Fabriano che sta perdendo un gioiello di valore storico-artistico inestimabile quale il “Museo Farmacia Mazzolini Giuseppucci”. Ringraziamo la dottoressa Giovanna Giuseppucci, figlia del dottor Vito, la cui famiglia è proprietaria della Farmacia storica, per questo racconto appassionato e fiducioso che lascia spazio anche ad un dialogo propositivo volto a salvare questo sito dalla definitiva chiusura.

Dottoressa, la notizia della chiusura dello storico “Museo Farmacia Mazzolini Giuseppucci” non ha lasciato indifferente la nostra comunità cittadina. Sarà stata sicuramente una decisione sofferta anche per voi proprietari, come siete arrivati a questa decisione?

Per rispondere a questa domanda è necessario portare il ragionamento su differenti piani. Il primo è quello affettivo personale. La decisione è stata senza dubbio sofferta. La farmacia storica è stata da sempre parte della nostra famiglia, quasi identificativa. L’altro piano sul quale è maturata questa decisione è più pragmatico e di ordine economico ed è stato molto più semplice operare questa scelta. Non parlo volutamente di decisione imprenditoriale, ma economica. Faccio chiarezza: la farmacia storica è parte integrante della Farmacia Giuseppucci, cioè ha la stessa partita Iva, quindi non è totalmente corretto parlare di chiusura per problemi economici come abbiamo da qualche parte letto. Le finalità del Museo Della Farmacia Mazzolini Giuseppucci erano di natura principalmente culturali, essa non è mai stata pensata come attività “propriamente economica”, la piccola attività di erboristeria serviva solo per coprire i costi fissi del sito, compresa la persona che vi lavorava. Un’attività, per così dire, a bilancio zero, concepita perché si auto-sostenesse. Tutto per offrire la fruizione del contenitore culturale e non dell’attività, un gesto di Amore di mio padre, Vito, verso la città di Fabriano. La maggior parte dei prodotti del Brand “1896 Scienza e Natura” sono commercializzati nella Farmacia sede principale.

Parliamo del valore storico ed artistico di questa Farmacia Storica. Può sinteticamente raccontarci la genesi di questo luogo, così unico e particolare per la Città?

La storica Farmacia Mazzolini, come la conosciamo oggi, nasce sul finire del XIX secolo, allorché Ermogaste Mazzolini (1849-99) eredita la spezieria di suo padre Perseo, situata nel pieno del centro storico medievale della “Città della Carta”. La storia di questo monumento è anche la storia di una comunità che, nel corso del tempo, lo ha scelto come riferimento per la cura della propria salute e probabile sede d’elezione per riunioni di circoli intellettuali laici, scientifici, politici, massonici. Ermogaste, infatti, non è solo un farmacista preparato, ma anche un uomo fortemente impegnato nella vita politica e culturale cittadina; partecipa attivamente al travolgente fermento ideologico che porterà all’Unità d’Italia e segue con attenzione i progressi della scienza sperimentale che stanno velocemente rivoluzionando la qualità della vita quotidiana. Quando nel 1892 lo scultore perugino Adolfo Ricci viene chiamato a Fabriano a ricoprire la cattedra d’Intaglio nella Regia Scuola Professionale d’Arti e Mestieri, tra i due uomini, ferventi patrioti ed entrambi appartenenti alla Massoneria, nasce un sodalizio destinato a dar vita a un progetto grandioso. Tra il 1895 e il 1896 Ermogaste decide di rinnovare la sua farmacia e commissiona a Ricci la decorazione degli arredi, con l’intento ambizioso di erigere un piccolo tempio alla scienza sperimentale e ai suoi illustri interpreti. Ricci ne farà il suo capolavoro: l’intera superficie – pareti, soffitto e bancone –  è ricoperta di intagli lignei in acero ed ebano eseguiti con le tecniche più svariate (dal tutto tondo al bassorilievo), che attraverso ritratti e scene allegoriche illustrano le conquiste del progresso scientifico tra il XVIII e il XIX secolo; lo spirito delle sue rappresentazioni rende questo luogo un contraltare laico e contemporaneo in una cittadina di provincia come Fabriano, da sempre soggetta al potere papale.

Quanto ha inciso nella vostra decisione la mancanza di visione e progettualità politica per la riqualificazione e la valorizzazione del centro storico di Fabriano?

Tutto è Politica nella vita di ognuno di noi. A nostro avviso la politica è il tessuto connettivo alla base di ogni società avanzata, è il collante che rende possibile ogni singola scelta, sia essa di natura economica che culturale, di welfare o sociale. Non può esistere economia senza politica e non può esistere politica senza economia…sono interdipendenti. Una buona economia è fatta da una buona politica come una buona economia aiuta a realizzare una buona politica. Giocoforza, una buona azione amministrativa è centrale per qualsiasi progetto. Noi, intesi come impresa, operiamo nel campo economico e non possiamo non valutare quello che vediamo intorno a noi; analizzando i numeri per quello che sono non possiamo non notare da diversi anni un lento ed inesorabile svuotamento del centro storico, delle attività commerciali e dell’utenza.  Se dovessimo immaginare di costituire un’impresa da zero, sicuramente non sarebbe Corso della Repubblica il posto in cui investiremmo. Qualcosa manca sicuramente! La vogliamo chiamare attrattiva? Progettualità? Vogliamo pensare qualcosa di diverso? Non sta a noi dirlo, questo è esattamente una competenza della politica e degli indirizzi programmatici che si prefigge o si dovrebbe prefiggere. Noi possiamo solo osservare e cogliere al volo le opportunità messe a disposizione. Non possiamo stilare piani urbanistici o formulare strategie di richiamo culturale, non stabiliamo chiusure o aperture delle ztl, non prendiamo decisioni sull’arredo urbano o sulle priorità dei lavori pubblici. Se da una parte l’amministrazione sostiene, legittimamente, la bontà delle proprie scelte altrettanto legittimamente, noi, rivendichiamo il diritto di non condividerle. Quindi sì! Ha inciso sulle decisioni prese.

La Città sta mano a mano perdendo tasselli importanti, come il Museo Mazzolini Giuseppucci. Crede che, continuando di questo passo, Fabriano potrà veramente puntare sul turismo per risollevarsi da questa caduta al rallentatore?

Bhè…messa così la domanda direi che la risposta è in essa contenuta. E’ difficile dare una risposta razionale, non abbiamo le competenze adatte per poterci spingere verso analisi di questo tipo. Possiamo solo fornire opinioni personali che valgono quel che valgono. Pensiamo che difficilmente il turismo sarà trainante l’intera economia cittadina, certamente è pensabile possa essere un ottimo contributo alla crescita ma non crediamo sarà mai sostitutiva di un tessuto produttivo industriale come lo abbiamo conosciuto in passato. Pensare ad una lenta caduta è un pò triste, noi come famiglia non siamo molto inclini al pessimismo, vogliamo pensare e credere in una ripresa, d’altra parte nella storia della nostra comunità lo spirito per guardare al futuro in maniera innovativa non è mai mancato.

Crede ci siano delle possibilità di ripensamento e, se magari ci fossero, cosa si potrebbe fare per scongiurare questa chiusura così dolorosa per la Città?

Domanda interessante questa…al momento il sito storico verrà inglobato nell’immobiliare di famiglia in attesa di deciderne il futuro o la destinazione d’uso. Parlare con interlocutori interessati a trovare soluzioni sarà certamente possibile, ci confronteremo solo però con chi avrà interesse nel farlo. Ad oggi, nessuno ci ha mai contattato per informarsi delle motivazioni di tale scelta o per confrontarsi con noi sulle possibilità di fruizione per il pubblico. Nessuno, tranne il Dottor Francesco Ducoli, segretario del Partito Democratico cittadino, ci ha contattato. Lui solamente ci ha invitato a confrontarci sui temi culturali e sulle possibilità di immaginare una destinazione o un progetto in merito a quello che egli considera una perdita culturale enorme per la città, di un sito, ufficialmente riconosciuto tra i primi 100 più belli d’Italia e per il quale i rappresentanti Unesco chiesero se avevamo mai pensato a chiederne il riconoscimento ufficiale alla loro Istituzione. Evidentemente, che ci sia o no, è una cosa che riguarda solo noi in famiglia e pochi altri estimatori, così le scelte diventano semplicissime: verrà riservato agli amici che ci faranno visita.

Dopo il restauro, il Museo Mazzolini Giuseppucci è stata anche sede del punto vendita “1896 Scienza e Natura”. Questa continuità tra tradizione ed innovazione, da lei fortemente voluta, proseguirà nella vostra sede di Piazzale Matteotti?

Guardare al futuro con fiducia e la ricerca dell’innovazione è la caratteristica che da sempre ci ha contraddistinto. Continueremo a farlo con impegno e convinzione. Il Brand rimarrà di nostra proprietà ed i prodotti commercializzati, come già da tempo avviene, si troveranno nella Farmacia in Piazzale Matteotti. Stiamo dando vita a nuovi progetti che auspichiamo ci portino lontano e soprattutto ci facciano fare un balzo nel futuro della farmacia e nel modo di concepire la sanità. Faranno senza dubbio parte di questo futuro il marchio 1896, insieme alla ragazza che lavora nella Farmacia storica.  Guardiamo al futuro senza dimenticare niente e lasciare indietro nessuno.

Gigliola Marinelli