ANDREA MERLONI, “UN AMICO DAL CUORE D’ORO”
di Marco Antonini
Fabriano – Il dottor Piero Pracchi, 47 anni, lombardo, ha lasciato la sua regione, più di 20 anni fa, per venire a lavorare a Fabriano. Lo contatto per chiedergli un ricordo su Andrea Merloni, ex presidente Indesit e Fineldo deceduto improvvisamente a Milano e lui inizia a raccontare la sua vita. Come se fosse iniziata quando ha scoperto, per la prima volta, che Fabriano non è solo la città della carta, ma anche degli elettrodomestici. “Mi ha fatto acquistare casa in questa bellissima terra dove ora vivo – confida Pracchi.- Ricordo ancora la prima volta che sono arrivato e Andrea Merloni mi ha portato con i colleghi a mangiare la crescia a Monte Cucco”. Si per un fabrianese è una meta estiva obbligatoria. Quanti ricordi passano davanti agli occhi nel giorno in cui un amico se ne va. Non è facile accettare il destino e far forza a chi, moglie in primis, deve andare avanti da sola “ma per Andrea “oggi è già passato” perché è sempre andato veloce nella vita”. Una vita, quella dei Merloni, segnata da tanti successi e anche qualche criticità affrontata sempre con riservatezza e silenzio. La famiglia è sempre stata unita.
“Negli anni 2000 ricordo quando, da esperto di business, collaboravo con loro. Andrea era sempre con suo papà, il grande Vittorio. Stava cominciando a cogliere e immagazzinare mosse, comportamenti, segreti del fondatore di Indesit a cui sarebbe succeduto nel 2010, fino alla vendita a Whirlpool nel 2014”. Pracchi trattiene la commozione come coloro che, dopo aver vissuto intensamente, sanno di aver avuto la fortuna di trascorrere momenti indimenticabili che resteranno conservati nella memoria. “Ha avuto tanti amici – prosegue – perché è stata una persona buona. Le tante persone che oggi (ieri, per chi legge) mi hanno telefonato per avere conferma di questa triste notizia sono state la conferma che ha fatto tanto del bene e ha lasciato in tutti un bel ricordo. Una cosa, però, mi ha sempre colpito. La sua generosità”. Ogni cosa che faceva cercava di guardarla in un modo del tutto originale. “Ripenso a quando, negli anni 2000, voleva lanciare la lavatrice che parlava con il cellulare”. Una domotica a cui oggi siamo abituati, che fa parte di ogni casa, ma che all’alba del nuovo millennio, se ci fermiamo un attimo e ci riflettiamo bene, ancora non era molto sviluppata.
“Andrea era così, era difficile tenergli testa perché pensava sempre al domani grazie agli insegnamenti di suo padre Vittorio, il suo primo e grande sponsor”. Con la Benelli, nonostante la strada non proprio in discesa, ha dato impulso al motore a tre cilindri a scoppio alternato che ancora è sul mercato “perché oltre alla domotica, la sua seconda passione era la meccanica”. Se dovessimo trovare una sintesi del suo ingegno potremmo definirlo, sotto certi aspetti, un ambasciatore del territorio “che mi ha fatto innamorare di Fabriano dove ancora vivo e investo come imprenditore”. Senza dimenticare il mondo della nautica che l’ha visto imprenditore e appassionato viaggiatore a bordo dello yacth che gli ha permesso di salpare e andare sempre lontano. ome l’ultimo viaggio, senza ritorno, verso il cielo.