“LA CITTA’ E’ IN SOFFERENZA”, L’ANALISI DI VINICIO ARTECONI
Sanità, crisi occupazionale, questione Quadrilatero ed un giudizio sul Remake Festival, terminato il 21 ottobre scorso a Fabriano. Un interessante faccia a faccia con il dottor Vinicio Arteconi, consigliere di minoranza del Comune di Fabriano, dell’Associazione Fabriano Progressista.
Dottor Arteconi, un suo bilancio sul Consiglio Comunale aperto sulla sanità dello scorso 27 settembre. E’ stato rispondente alle vostre aspettative?
Solo in parte. Siamo riusciti sì a superare le iniziali resistenze della maggioranza ma, purtroppo, abbiamo dovuto constatare un’organizzazione approssimativa in sede di dibattito nell’ordine degli interventi. La nota positiva è che i Sindaci presenti hanno prestato molta attenzione e hanno espresso vivo apprezzamento per la mia proposta di dare vita ad una Zona montana autonoma sulla quale spero di ritornare per definirla meglio più avanti nel corso dell’intervista.
Parliamo della situazione dell’Ospedale Profili: precarizzazione del lavoro ospedaliero, tagli del personale, reparti ospitati all’interno di altri reparti, posti di lavoro non attrattivi. Anche la situazione del pronto soccorso e delle sale operatorie risulta precaria. Nel suo intervento nel consiglio comunale aperto ha dichiarato che “riducendo l’attività operatoria è come una candela che si va piano piano consumando”. Siamo a questo punto?
I problemi della sanità locale sono in primo luogo riferibili alla programmazione insufficiente e alla gestione inefficiente in via immediata all’Area Vasta 2 e più in generale alla Regione e riguardano le strutture, le attrezzature, le risorse finanziarie e il personale. Abbiamo operatori sanitari e medici valenti, autentici professionisti che affrontano nel loro lavoro quotidiano, con spirito di sacrificio e abnegazione, difficoltà di ogni genere e ai quali va tutta la mia solidarietà. Il definanziamento del Sistema Sanitario Nazionale è stato particolarmente selettivo proprio nei confronti del personale, da dieci anni in attesa di rinnovo contrattuale. Ma le questioni relative al nostro Ospedale, nella valutazione dell’Associazione Fabriano Progressista, vanno viste in una visione più complessiva e cioè in un’ottica territoriale. È illusorio credere che rattoppi nell’uno o nell’altro reparto possano migliorare la situazione delle strutture sanitarie nostre e degli altri comuni della zona montana. La montagna nelle sue singolarità comunali, non avendo la necessaria dimensione e i necessari bacini di utenza, sarà sempre perdente di fronte alla costa. Ma c’è di più: occorre assumere consapevolezza che le problematiche riguardanti la salute sono strettamente connesse con altre questioni quali strade, lavoro, attività produttive, ferrovie, servizi, spopolamento, disagio sociale, sistema formativo, reti informatiche ecc. Solo un’area montana coesa può dialogare con forza con le autorità regionali per ottenere vantaggi a favore di tutti i centri, un’area che va da Pioraco/Castelraimondo fino a Pergola/Frontone e che include anche Rosora, Mergo e Cupramontana.
La crisi occupazionale, con l’inevitabile crisi sociale che ne deriva, ha aumentato il numero di patologie. Quali soluzioni si possono prospettare per intravedere un possibile rilancio volto a creare nuove possibilità di lavoro ed arginare l’aumento di queste nuove “malattie”sociali?
La Città è in sofferenza. E’ sotto gli occhi di tutti. Il diritto alla salute è fortemente pregiudicato con rischi di strisciante privatizzazione. Non dimenticando che il disagio sociale è all’origine dell’aumento di patologie e dipendenze e in questo senso il sistema sanitario pubblico rappresenta un irrinunciabile strumento di coesione e di lotta contro le diseguaglianze. Appena mascherati i tentativi di smantellamento del nostro Ospedale che ha enormi potenzialità, in cui lavorano, come dicevo, operatori eccellenti. Inarrestabile il declino industriale ed artigianale. Elevata è la disoccupazione, che colpisce le persone più fragili, giovani e donne. Commercio e servizi languono. Vuole che continui? Le infrastrutture attuali penalizzano il territorio; occasionale il turismo. Formazione e cultura non se la passano certo bene. La popolazione va diminuendo. E se non bastasse, passività e rassegnazione si diffondono. E solo di recente con grande fatica, grazie anche al concorso delle altre minoranze, siamo riusciti come Associazione Fabriano Progressista a far passare, attraverso una mozione consiliare unitaria, la richiesta di area di crisi complessa da inoltrare in Regione. Si è superato così il vecchio Accordo di Programma varato per ovviare alla crisi dell’Antonio Merloni e che, seppur rinnovato, non appariva sufficiente ad allontanare lo spettro di una sofferenza produttiva e lavorativa ormai generalizzata. Sono convinto che la “questione sociale” fabrianese, perchè di questo ormai si tratta, non si può risolvere da un giorno all’altro con un colpo di bacchetta magica. Spetta a tutti, a cominciare da chi governa, assicurare forza politica alla richiesta e preparare un terreno fertile, anche attraverso una assennata politica industriale di appoggio. Non si governa certo politicamente una Città con i social network e con compiacenti e facili condivisioni.
L’Ospedale è solo una parte dei problemi che martorizzano le aree interne. Parliamo della situazione della S.S. 76 e dei disagi dovuti all’eliminazione di infrastrutture importanti di collegamento nel territorio. La zona montana, già provata dal sisma e da una ricostruzione difficile, rischia seriamente l’isolamento?
Le emergenze sono molteplici oltre il lavoro. Vorrei ricordare la cultura: non vi è al riguardo alcuna visione coerente e di largo respiro da parte della Giunta Santarelli. La parte monumentale della Città non mi pare minimamente valorizzata. Ricordo che abbiamo perduto il Museo del Pianoforte. E ancora tutte le problematiche legate alla Carta. Fabriano è la CARTA: fabbricazione, tradizione, storia, lavoro, tecnologia, arte. Da qui occorre partire per una valorizzazione autenticamente universale della Città. Il Museo della Carta e della Filigrana riveste un ruolo fondamentale e va rilanciata a livello scientifico la sua direzione. Occorre attivare uno specifico Centro di Studi sulla carta e sulla filigrana e recuperare il canale universitario collegato alla specializzazione dell’Istituto Superiore Cartaio. A proposito della statale 76, della viabilità e più in generale delle infrastrutture, vediamo con favore la nascita del Comitato Indecente 76. Fabriano rischia di diventare un tunnel senza uscite; basterebbe la caduta di un masso per rimanere completamente isolati!
Si è appena concluso il Primo Salone Internazionale dell’Artigianato il cui obiettivo, secondo quanto espresso dall’Amministrazione Comunale, era di fare sinergia con tutte le realtà del territorio con lo scopo di rendere questo appuntamento un bene pubblico della popolazione, un elemento identitario vissuto con orgoglio dalla comunità tutta. Una sua considerazione sul Remake Festival, secondo lei siamo sulla strada giusta per raggiungere questo obiettivo?
Con questa domanda mi conferma che è stata direttamente l’Amministrazione Comunale ad organizzare la manifestazione. Faccia bene attenzione che nulla è stato portato in Consiglio Comunale, la massima espressione della comunità fabrianese. Evviva la trasparenza ed il buon governo tanto decantati dal Movimento 5 Stelle. Queste sinergie, come lei dice, con la Città tutta? In realtà non si è capito bene questo “REMAKE”. Ho incontrato numerose persone che mi hanno chiesto spiegazioni, come consigliere comunale, su cosa fosse e non ho alcuna remora ora a dire che non sono stato in grado di rispondere. Stando alle locandine e ai depliant circolanti a me sembra essere stata una serie di momenti propagandistici, non ben mimetizzati poi. Una passerella dei pentastellati con lo scopo di mettere in bella evidenza i loro rappresentanti istituzionali, discutendo di argomenti che nulla avevano a che fare con la manifestazione, ad esempio il Decreto Dignità e il Desk Europa. Nel merito e con riferimento all’artigianato vero e proprio, non c’è stato un autentico legame tra le antiche tradizioni fabrianesi (ceramica, carta, ferro, legno) e le tecnologie attuali, come fatto nelle edizioni 2014/2015. Trovo inoltre che la stampa locale non lo abbia minimamente messo in rilievo. Il mio giudizio non può quindi essere che negativo, considerata anche la sbandierata internazionalità dell’evento.
Consigliere Arteconi, sembra essere diventato un luogo comune attaccare la stampa, lo sta facendo ora anche lei?
Non mi fraintenda. La libertà di stampa è uno dei pilastri della democrazia. La libertà di manifestazione del pensiero per la cultura da cui provengo è imprescindibile. I giornali conservano ancora una forza e una influenza non indifferente; il potere della stampa però deve necessariamente accompagnarsi alla responsabilità nei confronti della opinione pubblica ed essere consapevole dei suoi limiti. Mi dispiace dirlo. Sovente, purtroppo, anche per quanto riguarda le vicende politiche si è alla caccia dell’episodio scandalistico. La ricerca di quanto possa “stuzzicare” i lettori fa talvolta aggio su di una narrazione ragionata delle vicende pubbliche. Non mi riferisco al suo giornale, che ringrazio per l’invito concessomi. Mi riferisco a qualche suo collega di altre testate, che riesce con sospetta continuità ad oscurare perfino le proposte più originali dell’Associazione Fabriano Progressista. Spero di essermi spiegato sufficientemente.
Gigliola Marinelli