L’ARTE INNOVATIVA DEL TINTORETTO IN MOSTRA A VENEZIA
Jacopo Robusti, detto il Tintoretto perché figlio di un tintore di seta, è sicuramente tra i “giganti della pittura” del ‘500, il Rinascimento veneto. Artista che ha reso Venezia grande a livello artistico, basta pensare solamente al ciclo meraviglioso presso la Scuola Grande di San Rocco e ai diversi capolavori presso le collezioni delle Gallerie dell’Accademia. Fondazione Musei Civici di Venezia in una co-produzione con la National Gallery Art di Washington, per i 500 anni dalla nascita del pittore, hanno ideato e organizzato questa mostra sul Tintoretto, “Il giovane Tintoretto” ottant’anni dopo dall’ultima grande mostra sul pittore tenutasi sempre a Venezia a Cà Pesaro.
La mostra ricopre il primo decennio di attività del pittore veneziano, dal 1538, anno in cui è documentata un’attività indipendente del pittore a San Geremia, al 1548, data del clamoroso successo della sua prima opera, il Miracolo dello schiavo, per la Scuola Grande di San Marco, oggi vanto delle Gallerie dell’Accademia. Un evento espositivo che fino al 6 Gennaio 2019 occuperà gli spazi di Palazzo Ducale – Appartamento del Doge e della Galleria dell’Accademia. Oltre 50 dipinti e 20 disegni, prestigiosi prestiti dai grandi musei italiani ed europei: National Gallery di London, Louvre di Parigi, Dresda, Lione, Otterlo, Praga, Rotterdam, il Prado di Madrid, il Kunsthistorisches Museum di Vienna con Susanna e i Vecchioni, gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese, lo Staatliche Museum di Berlino, vari i prestiti anche dai Museum degli States: Washington con la Conversione di San Paolo, Philadelphia, Hartford.
Tintoretto, allievo e apprendista della bottega del Tiziano, si distinse come pittore innovativo, audace, per nulla convenzionale. Lo caratterizzano la forza emozionale e intensa delle sue rappresentazioni spesso drammatiche, l’energia espressiva, la luce e le ombre, gli audaci scorci, le direttrici diagonali. Era soprannominato “il furioso” per il suo tratto e per l’uso sfrenato e spericolato della prospettiva, univa l’abilità nel colore del Tiziano, la perfezione anatomica del Michelangelo, e l’abilità di ricavare la luce artificiale da torce e fiaccole che può farci ricordare anche il Caravaggio di Pio Monte della Misericordia a Napoli. Un grande innovatore dell’arte del Rinascimento, ma anche un precursore, un antesignano dell’età del barocco.
Francesco Fantini