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ANNA MASSINISSA: “FABRIANO, CITTA’ DELL’ACQUARELLO PER 75 PAESI DEL MONDO”

Appena conclusa la fortunata nona edizione di FabrianoInAcquarello, Anna Massinissa ed il suo team sono già a lavoro per il 2019, anno in cui la manifestazione artistica festeggerà il decennale, in coincidenza con l’Annual Meeting Unesco delle Città Creative. Fabriano lanciata in una dimensione internazionale e che grazie a questo evento è riconosciuta come Città dell’Acquarello. Abbiamo incontrato Anna Massinissa per un bilancio dell’edizione 2018.

Anna, un’edizione 2018 spumeggiante che ha proiettato Fabriano in una dimensione internazionale. In molti si sono congratulati con te ed il tuo prezioso team per aver ”acceso” Fabriano, quali sono le tue emozioni a chiusura di questo evento?

Sono contenta. Mi fa piacere che Fabriano abbia fatto di nuovo una bella figura con gli artisti provenienti da tutto il mondo. Sono contenta perché gli artisti partendo hanno espresso grandi apprezzamenti, affezione e soprattutto perché porteranno la testimonianza della nostra bella terra in tutto il mondo. Sono anche contenta perché la città ha partecipato all’evento e mi è sembrato di vedere che fosse orgogliosa di aprire le porte alle culture del mondo, che fosse felice di presenziare insieme a noi. Sono stati tanti i volontari che hanno lavorato con InArte. Persone molto diverse: tanti ragazzi giovani, insieme con l’associazione Quadrifoglio, l’Università Popolare, i gruppi musicali giovanili di Fabriano, Aera, i giovani richiedenti asilo, l’Ente Palio, gli Infioratori, l’Amministrazione Comunale. Un team variegato, nuovo, pieno di energia, generoso e pronto ad accogliere. Sono contenta perché gli artisti come sempre si sono fatti coinvolgere emotivamente e professionalmente in nome dell’arte ed anche perché quest’anno la città ha partecipato, accolto, condiviso.

Che impressioni hai raccolto da parte dei acquarellisti che, ricordiamo, provengono da diversi paesi del mondo su Fabriano e l’accoglienza ad essi riservata in questa occasione? 

Erano presenti 75 paesi del mondo. Circa 1400/1500 persone hanno soggiornato in città per almeno 5 giorni, un periodo non tanto lungo, ma abbastanza per respirare l’aria della città e visitare sia i luoghi d’arte che quelli più nascosti. La maggior parte degli artisti ha espresso grandi apprezzamenti per il programma proposto, per la bellezza dei luoghi, per l’enogastronomia ma, oggettivamente, la Fabriano che vedono in questi giorni è una Fabriano non consueta: artistica, creativa, colorata, accogliente. Non è la Fabriano di tutti i giorni, anche se sicuramente è la Fabriano che potrebbe essere.

Sulla base della tua esperienza di nove anni di FabrianoInAcquarello cosa sta funzionando bene e cosa ha necessità di miglioramento per le prossime edizioni?

Funziona bene il format ed il programma che ogni anno proponiamo con evoluzioni e novità di contenuti. Gli artisti hanno imparato ad apprezzare la bellezza di vivere un evento non competitivo, accolgono alla grande le provocazioni artistiche e la richiesta di condividere i linguaggi creativi. Funziona il metodo della comunicazione internazionale e la filosofia artistica che coinvolge i partecipanti. Abbiamo invece bisogno di migliorare i tempi dell’organizzazione pre e post evento, il setting dei luoghi delle esposizioni, i servizi logistici. Ci dobbiamo sforzare a migliorare i servizi di accoglienza: è la città che deve accogliere, non InArte. Se vogliamo che Fabriano diventi la “città che potrebbe essere”, dobbiamo tutti sentire la reciproca responsabilità di essere generosi e di accogliere nel modo migliore, senza errori; è importante presentare una città pulita, strutturata, partecipe, consapevole, evoluta. Potrei fare un lungo elenco di aggettivi, in realtà penso che una città che ha amore e rispetto per se stessa, ha in se’ automaticamente tutto quello che serve. Necessita per le prossime edizioni che Fabriano rafforzi la sua identità e maturi la consapevolezza delle potenzialità. Il team che ha lavorato con me, mi ha dimostrato che tanto basterebbe per risolvere i problemi non superati.

Quali difficoltà hai incontrato nella fase organizzativa e logistica di un evento di questa portata?

Le culture coinvolte in FabrianoInAcquarello sono tante e diverse, serve una sensibilità ed una attenzione ai dettagli davvero minimali per non incorrere in errori grossolani; le difficoltà sono solo relative alla necessità di poter focalizzare sui problemi reali senza tanti voli pindarici e burocrazia. I problemi con le dogane, coi visti dei paesi extra EU, coi trasporti sono quelli più difficili da risolvere. Inoltre lavoriamo senza budget e l’evento è diventato grande, con aspettative della comunità artistica internazionale molto elevate, far quadrare i conti è molto molto difficile.

Per il decennale di FabrianoInAcquarello sicuramente ci stupirai con qualche sorpresa: possiamo anticipare qualcosa ai nostri lettori?

A prescindere che lo stupore non è per le sorprese proposte da FabrianoInAcquarello, ma per come gli artisti reagiscono relazionandosi con l’evento e con la città, durante il convegno FabrianoInAcquarello é stata fatta una riunione tecnica con gli artisti “Country Leader” che presenziano le comunità internazionali. A questi opinion-leaders abbiamo chiesto di esprimere le aspettative per il decennale e la risposta che è stata data ci ha reso particolarmente orgogliosi e felici: ci si aspetta di focalizzare sull’Arte, sul coinvolgimento artistico, sulla bellezza, sulla gioia di condivisione della creatività, la vicinanza alla natura e ai temi dell’ecologia. Ci si aspetta soprattutto di focalizzare sulla capacità che l’Arte ha di rompere o prevaricare le barriere del mondo. Per la grande comunità internazionale dell’acquarello Fabriano è già tutto questo. Il Museo Internazionale dell’Acquarello, che già presenzia a Fabriano in nome della comunità internazionale, potrebbe per il decennale diventare la vera sorpresa con cui accogliere gli ospiti e regalare alla città il museo primo al mondo che potenzialmente è. Vorrei poter avere la forza necessaria per impegnarci a preparare questa sorpresa. E’ un obiettivo abbastanza prestigioso per un decennale e per l’anno del meeting Unesco?

Gigliola Marinelli