‘IL ROCK PROGRESSIVO ITALIANO 1980-2013’ DI MAX SALARI

In attesa della presentazione ufficiale di questo pomeriggio, sabato 14 aprile, alle 16:30 presso la Biblioteca Multimediale “Romualdo Sassi” di Fabriano, abbiamo incontrato l’autore e critico musicale fabrianese Massimo “Max” Salari, per parlare del suo nuovo libro “Rock Progressivo Italiano 1980-2013”.

Caro Max, finalmente ci siamo! Ti chiedo subito perché un libro sul Rock Progressivo Italiano focalizzato, in particolare, sul periodo 1980-2013?

Perché un libro post anni ’70? Perché si è sentita la necessità. Mentre tutte le enciclopedie Rock, gli articoli in testate più o meno credibili, sia cartacee che web, scrivono che “…con l’avvento del Punk e della Discomusic nella fine anni ’70 il Prog Rock muore anche in Italia”, io dimostro il contrario. Si può dire che riceve una “brusca frenata”, ma non che “muore”. Il mio libro quindi è il primo a trattare questo argomento, anche una forma provocatoria riguardo all’argomento. Il libro/enciclopedia comunque è pregno di informazioni e approfondimenti, comprese le interviste ai protagonisti maggiori che trattano anche l’argomento “Progressive Rock”. Attorno a questa definizione oggi si aggira una grande confusione che in poche parole il libro cerca di approfondire e chiarire.

Nel tuo lavoro dimostri che il Progressive Rock Italiano non è veramente finito a chiusura degli anni settanta. Quindi una visione diametralmente opposta da tutti coloro che hanno scritto testi musicali finora su questo argomento. Fai bene quindi a definirti “una voce fuori dal coro”?

Si, io necessariamente sono SEMPRE una voce fuori del coro, ma non per principio, lo sono naturalmente. La mia curiosità (musicalmente parlando) mi ha sempre portato a cercare di capire cose al momento non comprese. Diciamo che vivo anche sfalsato nel tempo, perché la ricerca sonora mi ha così incuriosito da regredire necessariamente nel tempo per capire “da dove veniamo”, come nascono certe sonorità, per poi intuire il futuro. Ho letto molto la storia della musica in generale, a mano a mano che i tasselli mi si sono incastrati nel tempo, ho progredito nell’ascolto, fino a comprendere certi tipi di intenti e di innesti odierni. Perché la musica è come una pianta dove alla radice c’è l’uomo primitivo che batte ripetutamente un legno nel tronco dell’albero, poi ognuno aggiunge un qualcosa di personale a questo suono, modificandolo e creando stili nel tempo. In conclusione, quando io ascoltavo alcuni musicisti anni fa, questi ancora non erano famosi. Alcuni esempi, Steven Wilson con i Porcupine Tree che ascoltavo dai primi anni ’90 e soltanto ora riconosciuto dal pubblico, oppure i Metallica, i Marillion etc. Mi dicevano: “Ascolti musica strana”. Me lo dicono ancora, segno buono. Ho scritto questo libro anche per non tenermi le cose per me! Quando non sarò più una voce fuori dal coro significherà che la mia esistenza avrà raggiunto il capolinea. Per fortuna ne sto scrivendo ancora un altro…

Sicuramente leggendo il libro si capisce il lavoro immane che hai svolto, quanti anni hai impiegato per la raccolta di tutto questo materiale e come lo hai organizzato e strutturato nella stesura?

In verità sono una persona fortunata sotto questo aspetto perché, scrivendo da decenni per riviste e siti web, a casa mi arrivano numerosissimi dischi sull’argomento “Progressive Rock”. Guardando le pareti di casa mi sono chiesto: “Ma se il Prog Italiano è morto, cosa sono tutti questi dischi”? E ho iniziato una ricerca maniacale per dare anche senso a quelle pareti. Ci ho messo due anni ma l’ho fatto a tempo perso, per cui avrei potuto metterci la metà. Un lavoro comunque immane e stressante, perché spesso non riuscivo a trovare info o fonti su tantissimi artisti. Inizialmente volevo fare il libro per sottogenere, per esempio capitolo “Progressive Rock”, poi capitolo “Progressive Folk”, capitolo “Progressive Jazz” etc. etc. Invece ho ritenuto più logico partire dalla fine anni ’70 trattando anno per anno, anche perché così si riesce anche ad apprezzare come le band nel tempo si sono vertiginosamente moltiplicate, questo grazie soprattutto all’avvento di internet negli anni ’90.

Parliamo di vendite, sei già in sesta posizione nei Bestseller di IBS libri senza ancora avere presentato ufficialmente il libro. Quante emozioni e quali pensieri si provano scoprendo questa importante risposta da parte dei lettori?

Ti dirò che questa cosa mi ha “parzialmente” sorpreso, perché sapevo di andare a tappare una falla editoriale e culturale importante sull’argomento, come ti ho detto sono stato il primo, per cui mi aspettavo da parte degli artisti stessi una reazione di euforia, così è stato, ma non mi aspettavo quella del pubblico Prog Fans, così immediata. Ti dico questo perché conosco molto bene i fans del genere, a volte ipercritici, brontoloni, saccenti, sempre pronti a spararti addosso e poco propensi dunque all’acquisto di libri sul genere. Mai poi anche loro cedono nel tempo se informandosi capiscono che quello è un buon testo. Questo “cedere” me lo aspettavo più avanti nel tempo. Ricordiamoci che questo libro è soprattutto enciclopedico, per cui necessita di tempo per giungere alla massa, non è un romanzo. E ancora non sono partito con la presentazione. A pubblicità zero, pochi giorni fa ero anche al terzo posto nella classifica Best-seller di IBS libri, ma sono classifiche che lasciano il tempo che trovano, comunque mi fanno capire che il prodotto in qualche modo sta vendendo bene. Speriamo che duri. Non solo risponde l’Italia intera e questo grazie anche alla capillare distribuzione della casa editrice ARCANA, ma ho avuto richieste anche dal Brasile e dal Giappone. Se si farà una ristampa bisognerà sedersi a tavolino e pensare anche di tradurlo, ma andiamo piano, il tempo dirà.

Calorosa e simpatica la partecipazione dei tuoi amici sui social, tutti noi ti abbiamo inviato un “selfie” con in mano il tuo libro. Sinceramente, te lo aspettavi?

Siete fantastici! Dunque diciamo che è una moda di oggi e una simpatica maniera per dire: “Sono nella causa”. Ben venga, perché sprona le persone a partecipare e la partecipazione, come diceva l’immenso Giorgio Gaber, è LIBERTA’. Me ne sono arrivate a centinaia e anche video, tanto che ho creato una cartella web apposita. Avete il mio libro? Fatevi la foto ed entrerete anche voi nella storia di chi sostiene il Progressive Rock Italiano. Mandatele pure a me su facebook, vi pubblicherò.

Una domanda dalla difficile riposta. Dovessi dedicare il libro alla band che ha fatto nascere in te l’amore e la passione sfrenata per il Prog a chi lo dedicheresti?

Diciamo che il gruppo che più mi ha impressionato negli anni ’70 (da ragazzo consapevole) furono i Genesis. Recitazione, costumi, suite, grande tecnica, copertine assurde e particolareggiate, testi con doppie tripli sensi… Ne parlerei una vita. Lo dedicherei a loro perché così è scattata la molla della curiosità. Poi ovviamente Beatles, King Crimson e Pink Floyd. Si, difficile rispondere.

In chiusura, cosa ti aspetti da questo tuo libro?

Vorrei che questo libro fosse considerato l’anno zero per un intero genere, un’enciclopedia di “Nuovi classici”, basta soliti noti come PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Orme, etc. perché abbiamo capito, letto ed ascoltato di tutto nei decenni. Ora spazio ai nuovi classici, perché se non ci fossero stati questi “nuovi” artisti, il genere probabilmente sarebbe morto veramente. Se la PFM si è riunita negli anni ’90 e così il 90% delle band storiche, è solo grazie a questi gruppi che ho menzionato nel libro che hanno tenuta la brace calda sotto la cenere. Facile fare i fenomeni quando un genere va di moda, meno facile è fare il salmone controcorrente. Avanti allora con il mio libro che nasce per sostenere tutta la causa.

Gigliola Marinelli