AREE TERREMOTATE, 30 MILIONI ALLE MARCHE. 779 MILIONI PER IL LAVORO

Regione Marche, politiche del lavoro: 779 milioni per favorire occupazione, formazione e sviluppo

779 milioni le risorse messe in campo della Regione Marche per le politiche del lavoro. 100 milioni sono destinati agli investimenti per le imprese, 65 alle aree di crisi, 29,6 alla formazione professionale, 28 alle politiche sociali, 23 milioni per tirocini e borse lavoro, 900mila euro per la rivalutazione del piccolo commercio. A queste cifre si aggiungono 249 milioni di euro per i fondi straordinari del sisma per l’occupazione e 274 milioni dal Piano di sviluppo rurale per l’occupazione in agricoltura. ”Come Regione non abbiamo ovviamente le risorse per il reddito di cittadinanza, ma abbiamo un capitolo welfare per le famiglie in difficoltà: ossia i redditi di inclusione che stanno in una scala di valori per noi proponibile – ha commentato Luca Ceriscioli, presidente della Regione Marche durante la seduta del consiglio regionale dedicata alla “Situazione occupazionale delle Marche e prospettive di sviluppo” – L’importante è che ci sia presto un governo con cui continuare una interlocuzione necessaria per sviluppare al meglio, ognuno secondo le sue dimensioni, le proprie politiche. Sui centri per l’impiego: il loro obiettivo è l’incrocio di domanda e offerta e l’indirizzo alla formazione professionale mirata alle esigenze del territorio e su questo verte la riforma. Abbiamo 1miliardo e 200 milioni finanziati per le opere pubbliche del sisma, un grande motore in termini di ripartenza e sviluppo. Collaboriamo con università, associazioni e categorie per un piano complessivo di rilancio delle aree interne e del territorio regionale. Tutta la regione verrà cablata a banda ultralarga. L’intento è raccogliere un insieme di azioni con proposte di natura infrastrutturale per veder finanziato un Patto dello Sviluppo in grado di sostenere quei progetti che non possono essere sostenuti con le risorse europee che hanno rigidi parametri. Sul fronte del credito ci sono 23 milioni in un’unica misura per agevolare il credito all’impresa. Agiamo anche in questo caso con quello che è compatibile con le nostre competenze, creare condizioni per dare occupazione: tutte le azioni presentate oggi vanno verso quell’obiettivo”.

“Stiamo lavorando in modo trasversale con tutti i componenti della giunta – ha sottolineato l’assessore al Lavoro, alla Formazione  e all’Istruzione Loretta Bravi -. Le politiche attive e passive vengono applicate insieme per evitare squilibri, il che significa sostegno alla disoccupazione nell’ottica però non di un assistenzialismo ma di una ricollocazione. E’ necessaria una spinta al ricambio generazionale, difficile ma possibile: abbiamo aperto un avviso che prevede la formazione mirata di manager d’azienda legata a progetti europei dei quali le Marche sono capofila. La Regione ha partecipato a Tavoli specifici con Confindustria, associazioni di categoria, parti sociali con una presenza capillare nei territori. Da qui è nato un avviso di 6 mln di euro rifinanziabili per favorire la formazione ad hoc e snellire le procedure di partecipazione. Scuola e lavoro devono andare insieme: non solo ricerca e alta formazione, ma apprendistato, formazione professionale, sistema duale, botteghe di mestiere. Per questo convochiamo tavoli territoriali continui con gli stakeholder del territorio (aziende, investitori, parti sociali, associazioni di categoria, Università). Stiamo lavorando con ANCI su avvisi finalizzati allo sviluppo del territorio che coinvolga disoccupati e lavoratori che necessitano di ricollocazione (1 mln di euro). Stiamo procedendo spediti anche con la riqualificazione dei Centri per l’Impiego. Stiamo lavorando ad un bando sulla stabilizzazione al lavoro con aiuto alle aziende (3 mln di euro)”.

Per quanto riguarda le strategie europee la Regione Marche è capofila di progetti di adesione alla strategia delle Macroregioni su ricerca, innovazione e imprenditoria innovativa e persegue una progettualità condivida e risorse integrate nazionali, regionali e europee (FSE/FSE/PSR) su più fronti: Aree crisi aree interne; Filiere; Ricerca e innovazione; Manifattura.  “Una novità di questa programmazione è l’Investimento territoriale integrato che ha rafforzato i finanziamenti anche statali. Avere già avuto questo strumento all’interno del POR FESR è stato molto utile anche per mettere in sinergia le misure. – ha evidenziato l’assessore alle Attività Produttive Manuela Bora – Attualmente per l’area di crisi complessa del Piceno ci sono 31.757.000 euro (189 assunzioni previste), per l’Area di crisi di Pesaro e Urbino 5.623.376 milioni (224 assunzioni previste); per l’Area di Crisi Merloni 18.519.480 euro (247 assunzioni previste), per l’Iti Fabriano 4,5 milioni (assunzioni previste nel 2019), per l’area di crisi non complessa Pu, Fermano e alcuni Comuni di Ancona e Porto Recanati”

Accordo di programma per il rilancio imprenditoriale delle aree terremotate, pubblicata la circolare Mise che assegna 30 milioni alle Marche. Bora: “Le risorse favoriranno la ripresa economica e produttiva”

Il ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ha pubblicato la circolare per il rilancio imprenditoriale delle aree del cratere sismico. I territori devastati dal terremoto che ha colpito Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria hanno a disposizione 48 milioni di euro, di cui 29,7 destinati alle imprese marchigiane. I fondi sono quelli stanziati dall’Accordo di programma tra Mise, Invitalia e Regioni. Le domande di finanziamento vanno presentate a Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell’impresa), tramite il sito istituzionale www.invitalia.it – sezione dedicata alla legge 181/1989. Le richieste dovranno pervenire dal 10 maggio al 9 luglio 2018. “Le risorse disponibili favoriranno il rilancio delle attività imprenditoriali nelle zone del sisma, la salvaguardia occupazionale, gli investimenti sul territorio – commenta l’assessora alle Attività Produttive, Manuela Bora – L’obiettivo è quello di rafforzare il tessuto produttivo locale e di attrarre nuovi investimenti. Insieme alla ricostruzione urbanistica dei comuni, al ripristino delle infrastrutture e alla rinascita sociale delle comunità, abbiamo a disposizione anche le risorse per ripartire sul fronte economico e produttivo, garantendo una ricostruzione che ripristini e migliori le opportunità esistenti”. Le iniziative imprenditoriali finanziate dovranno prevedere la realizzazione di investimenti produttivi e per la tutela ambientale, eventualmente completati con progetti di innovazione organizzativa. I programmi occupazionali assicureranno il mantenimento o l’incremento dei livelli esistenti in azienda all’atto della presentazione della domanda. Gli investimenti ammissibili non potranno essere inferiori a 1,5 milioni di euro. Tra i settori finanziati spiccano quello manifatturiero, servizi, turismo, commercio e telecomunicazioni, oltre a diversi segmenti del comparto ambientale.