MALTRATTAMENTI ALL’ASILO, MAMME IN COMMISSARIATO

Pene severe alle maestre che commettono maltrattamenti ai bambini negli asili e telecamere per la video sorveglianza. Sono le richieste di un gruppo di mamme di Fabriano che hanno deciso di scendere in campo per una battaglia di civiltà in difesa di bimbi di tre, quattro o cinque anni che anche nel recente caso scoperto dalla polizia subiscono l’ira, le offese e i pugni dell’insegnante. Prosegue la sfilata dei genitori in commissariato dove gli agenti stanno approfondendo le indagini sui casi di maltrattamento fisico e psicologico della maestra sospesa dall’insegnamento. Nemmeno il terremoto ha calmato la città della carta scioccata ancora per quanto accaduto nelle mura della materna “Anno Malfaiera” dell’istituto comprensivo Imondi Romagnoli. Le mamme dei bambini piccoli che frequentavano la classe della supplente campana 55enne che non riusciva a tenere la calma usando un metodo di insegnamento violento, si appellano a tutti i genitori: “Osservate i vostri figli – hanno detto – e non trascurate nessun dettaglio per il bene di tutti”. I dubbi sono iniziati intorno al periodo di Pasqua. Una mamma – L.A. di 39 anni – parla con la docente ora sospesa dall’insegnamento. “In quell’occasione capii che qualcosa non andava, ma non sapevo cosa. Durante un colloquio – racconta – la maestra mi disse che se mia figlia non sapeva stare alle regole dovevo tenermela a casa”. Un primo segnale di nervosismo fuori luogo. “Rimasi male di questo rimprovero e ne parlai con il dirigente scolastico a mò di riflessione. Come può questa donna rispondermi così e per di più al telefono davanti ai bambini? Se si approccia con me così cosa farà in classe con i piccoli? Ho sperato, e spero tutt’ora, che il preside si sia fatta questa domanda”. Ad agosto, dopo la convocazione in Commissariato, una delle mamme coraggiose capì che le forze dell’ordine non erano state ferme e che quella intrapresa era la strada giusta. “Ho raccontato tutto e sono contenta. Anche mia figlia la pensa così perché non voleva più stare con una persona cattiva. Ho solo un rimpianto – ha detto L.A. – ed è quello di non essermi accorta di nulla in quei due mesi. I nostri figli devono essere al centro delle attività educative e dobbiamo pretendere rispetto. Non si deve più rimandare. Anche una risposta aggressiva fuori luogo può essere segno di un problema da risolvere per il bene dei figli”.

m.a