IL COMMERCIO A FABRIANO, PARLA LEONARDO ZANNELLI

L’approfondimento di questa settimana con  Leonardo Zannelli, commerciante “storico” del centro di Fabriano, per anni presidente dell’Associazione Commercianti del nostro “Centro Commerciale Naturale”. Un imprenditore che, con coraggio e determinazione, prosegue la sua attività commerciale proponendo anche progetti nuovi e possibili soluzioni per incentivare il commercio cittadino, fortemente provato dal perdurare della crisi economica ed occupazionale del nostro comprensorio.

Leonardo, un negozio di abbigliamento quello gestito dal 1912 dalla tua famiglia che di sicuro rappresenta un punto di riferimento tra gli esercizi commerciali del centro storico di Fabriano. La nostra città secondo te premia la fedeltà, la continuità e soprattutto il coraggio imprenditoriale, in particolar modo in questo periodo di incertezza e crisi economica ?

Si, secondo me la città, nonostante tutto, ancora premia in special modo quegli esercizi commerciali che hanno saputo rinnovarsi e stare al passo con la grandissima velocità con cui si evolve il nostro mondo,quello della moda in particolare.

Proprio in questi giorni si è aperto un dibattito, specialmente sui social, in cui alcuni cittadini lamentano la scarsa qualità della merce venduta nei negozi di Fabriano e la non presenza di “brands” e “griffe” importanti. E’ veramente così?

Premesso che ognuno è libero di esprimere le proprie considerazioni, non posso raccogliere questa provocazione in quanto a Fabriano, nonostante le varie vicissitudini negative legate al mondo della macro economia locale, abbiamo attualmente (diviso in circa 10/12 negozi) un’offerta di brands  del panorama internazionale della moda, pari ad una città che sicuramente conta più del doppio degli abitanti. Troviamo a Fabriano, la presenza di molte linee di importantissimi brands, in alcuni casi anche di prime linee. Questo per quanto riguarda  i marchi. Se poi vogliamo parlare di qualità (anche se non sempre il marchio è sinonimo di qualità), l’elevata professionalità del tessuto imprenditoriale commerciale fabrianese ha sicuramente la capacità di proporre quanto più possibile il binomio brand = qualità.

Il fabrianese sappiamo che è socialmente predisposto al lamento ed ha spesso una visione “esterofila”, in particolar modo per quanto riguarda gli acquisti e lo shopping in generale. E’ proprio vero che l’erba del vicino è sempre più verde, per usare un detto popolare?

Sicuramente il fabrianese è portato ad andare anche fuori, perché è tipico di chi risiede in centri lontano dalla costa o dalle grandi realtà cittadine. Noi siamo praticamente a metà tra Ancona e Perugia e spesso è normale che  ci si tenti ad andare nell’una o nell’altra direzione. Anche se questo turn over avviene più per curiosità e passatempo che non per fare acquisti veri e propri. La città premia ancora il negoziante che trasmette fiducia anche nel post vendita. Faccio un esempio calzante: si va normalmente all’IKEA a vedere i lampadari, poi però si acquistano dall’amico Paolo Salimbeni!

La recessione economica, generata dalla profonda crisi occupazionale, come si ripercuote nel settore del commercio fabrianese? E’cambiata in qualche modo la domanda e di conseguenza l’offerta da parte dei commercianti?

La domanda è mutata sensibilmente e la forbice si è ulteriormente amplificata, orientandosi verso il prodotto basso di prezzo o nell’alto  ed è sempre più netto questo divario. Nonostante tutto tengo a precisare che in maniera camaleontica anche l’offerta dei negozi cittadini si è adeguata a questo nuovo fenomeno e oggi troviamo nello stesso contesto un’offerta di prezzi che varia molto da un prodotto all’altro.

Nessuno meglio di te ha il polso della situazione commerciale, anche  per aver ricoperto per diversi anni il ruolo di presidente dell’associazione dei commercianti del centro storico, che umori percepisci tra i tuoi colleghi? Ci sono attività che stanno “mollando la presa” e pensano di chiudere i battenti?

Purtroppo è un tasto dolente che evidenzi. Posso confermare che ci sono alcune attività che stanno pensando di abbandonare. Questo era il momento di fare sistema tra tutti gli attori  del panorama economico locale, in primis l’amministrazione comunale.

Si sono appena conclusi gli eventi natalizi previsti nel cartellone del Comune di Fabriano per il Natale 2017. Puoi tracciare un bilancio?

Devo essere sincero e ritengo che sia stata un’iniziativa lodevole, che  poteva essere interessante se l’amministrazione avesse minimamente preso in considerazione i suggerimenti che un intera categoria gli aveva proposto. Così come è stata realizzata ha prodotto solo malcontento tra gli operatori, i cittadini ed i fruitori dei servizi nelle zone inibite al traffico veicolare.

Quali interventi secondo te sono prioritari per un rilancio del commercio fabrianese e del centro storico in generale?

In primis la realizzazione di un parcheggio multipiano in Piazza Garibaldi, simile a quello di Piazza Stamira in Ancona. Nel frattempo cercare di convogliare il maggior numero di persone in centro con la riapertura degli edifici comunali terremotati e con la realizzazione del progetto proposto dai commercianti che preveda l’apertura di diversi poli museali in centro, collegati tutti in rete tra loro e fruibili con un unico biglietto. L’idea dei poli museali chiamato “Progetto mille passi allargato” (realizzato e finanziato interamente dal sottoscritto e dal collega Paolo Salimbeni) e quella del parcheggio multipiano, realizzabile in tempi brevi di circa un anno. Questi sarebbero, a mio parere, due tra gli interventi prioritari atti a rilanciare il commercio ed il centro storico in toto.

Cosa possiamo augurarci per Fabriano?

Reputo fermamente che un’amministrazione comunale dovrebbe andare incontro all’esigenza dei cittadini e farsi promotrice di opere come quelle sopra citate. Operazioni di questo tipo innescherebbero un volano economico eccezionale, dando vita a decine e decine di posti di lavoro. La città sta mutando il suo scenario socio economico, sta a noi cercare di trarre le opportunità da questo cambiamento epocale stando molto attenti a far si che tutto quello che si decide di metter in campo generi in primis occupazione. La vera medicina per curare il “paziente” Fabriano in questo momento è l’occupazione, soprattutto e sopra tutti e niente altro.

Gigliola Marinelli