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LA DISOCCUPAZIONE E UN CONCORSO IN MUTANDE – di Alessandro Moscè

E’ stata una notizia che ha fatto sobbalzare il mondo dei giovani precari. 4.493 candidati, a Verona, per un solo posto nell’ambito della sanità pubblica. I 600 che supereranno l’ingresso dovranno affrontare il muro della prova scritta, della pratica e dell’orale. Al primo appuntamento si è presentato solo un quarto degli iscritti, disposti con un seggiolino di distanza l’uno dall’altro, mentre venivano aperte le buste e scattava il cronometro. Un solo posto, dunque, e una sconfitta a priori per le migliaia di ragazzi in fila. I dati, del resto, parlano chiaro: si registra una diminuzione degli occupati di 31.000 unità al mese. Sulla decrescita del lavoro giovanile, annoso problema italiano, si cerca qualcuno che contribuisca a pagare le pensioni. Dice l’Istat che l’aumento del tasso di disoccupazione si deve ad una diminuzione degli occupati, appunto di 31.000 unità. Su base tendenziale la variazione degli occupati è di -7.000 e quella dei disoccupati di -47.000: il tasso di disoccupazione mostra un calo dell’1,6%. Dal calcolo del tasso sono esclusi i giovani inattivi (né occupati, né in cerca di lavoro perché studenti). L’incidenza dei giovani tra i 15 e i 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età, è pari al 10% (un giovane su 10 è disoccupato), in lieve calo (-0,1%) rispetto al mese dicembre 2015. Nell’ultimo mese cala tra i 15-24enni il tasso di occupazione (-0,5%) e cresce il tasso di inattività (+0,6%). Intanto, altrove, un concorso sembra trasformarsi in un campo di nudisti. Quando si dice “essere ridotti in mutande”: è accaduto ai 1.159 candidati indiani costretti a sostenere un concorso per un posto nell’esercito, con indosso solo la biancheria intima. L’episodio si è verificato nel distretto di Bihar, lunedì 1 marzo. La decisione radicale è stata presa dagli ufficiali indiani con l’intento di evitare che i candidati copiassero. Le future reclute sono state costrette a spogliarsi dei loro indumenti rimanendo in slip e boxer. Una volta terminate le procedure iniziali di controllo, le autorità hanno fatto posizionare i candidati su un campo erboso a distanza l’uno dall’altro. Hanno sostenuto l’esame accovacciati a gambe incrociate, queste ultime impiegate come punto d’appoggio per i test da compilare. Il tutto è avvenuto sotto lo sguardo vigile di un supervisore. Ma almeno, in questo caso, i posti a disposizione erano più di uno.

Alessandro Moscè