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I SOCIAL NETWORK SALVANO LARA – di Alessandro Moscè

La settimana scorsa, attraverso i social network, una delle notizie più cliccate risultava il caso di Lara Casalotti. Per aiutarla si era mobilitato l’interno mondo della rete attraverso la campagna #Match4Lara lanciata dalla famiglia. Un’impresa che sembrava disperata: le possibilità di trovare un donatore compatibile per il trapianto di midollo osseo erano infatti del 3%. La studentessa di 24 anni, di origine metà asiatica (cino-thailandese) e metà italiana, a dicembre è stata colpita da una grave forma di leucemia. Aveva tempo fino ad aprile per abbracciare la sua esatta metà genetica, un donatore di cellule staminali di etnia mista. La carenza di donatori appartenenti alle minoranze etniche riguarda tutti i registri del mondo, e ciò significa che soltanto una persona su cinque di origine africana, asiatica o di altre grandi minoranze etniche che ha bisogno di un trapianto di cellule staminali, può incontrare un donatore perfettamente compatibile. Il 60% delle persone di razza bianca caucasica riesce a trovarlo, mentre per chi fa capo ad una minoranza etnica la percentuale scende al 20%. La storia di Lara è diventata “virale” su Internet grazie a un video, alla campagna #Match4lara e all’affannosa ricerca del donatore di cellule staminali. Infine, il salvatore è arrivato. Ad annunciarlo è stata la stessa Lara, attivista per i diritti umani, direttamente dal suo letto d’ospedale. Ecco uno degli esempi che ci mette di fronte agli effetti positivi del mondo della comunicazione online. Si può “viaggiare” ovunque, con un metodo veloce che permette il contatto in tempo reale a qualsiasi distanza ci si trovi. Così facendo le informazioni vengono scambiate istantaneamente e si può essere aggiornati sui fatti di cronaca. L’appello e un computer hanno salvato Lara. Ecco le sue toccanti parole twittate l’altro giorno: “Ricevere messaggi da gente che non conosco con gli auguri di guarigione, o addirittura sapere che dopo aver letto della mia situazione c’è chi è andato a iscriversi al registro dei donatori, mi fa tornare la voglia di credere ancora nell’umanità”. Anche dei personaggi famosi, tra cui la scrittrice J. K. Rowling (la “mamma” di Harry Potter), l’attore Stephen Fry, l’asso gallese del Real Madrid Gareth Bale si sono mobilitati su Twitter. Ha parlato di Lara, in Parlamento, perfino il primo ministro britannico David Cameron. Un esempio calzante che potrà essere propedeutico per tanti altri malati.