L’EFFETTO DELLA SANTITA’ – di Alessandro Moscè

Con le rose rosse e i santini in mano, gli zaini in spalla e le sedie pieghevoli per riposare, alcuni fedeli hanno aspettato anche dieci ore davanti alla Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura, accompagnati dalle preghiere e dal silenzio. La salma di San Padre Pio ha ritardato di circa due ore l’arrivo a Roma perché da San Giovanni Rotondo, sulla strada provinciale, i fedeli hanno rallentato il carro con dimostrazioni di affetto. Le spoglie del Cappuccino Santo, arrivate nella capitale da San Giovanni Rotondo in occasione del Giubileo, rimarranno in città fino a giovedì 11 febbraio quando, dopo una sosta di tre giorni a Pietrelcina, paese della provincia di Benevento che ha dato i natali al frate, faranno ritorno a San Giovanni Rotondo. L’effetto che si è verificato con l’esposizione della salma di Padre Pio rivela che gli italiani hanno sentito il bisogno di legarsi al sacro. L’elevazione dell’uomo al di sopra del contingente, della quotidianità, di una normalità asfissiante, è stata dimostrata da un vero e proprio tributo verso chi la santità l’ha trasmessa a suo modo. Sbrigativo e burbero, Padre Pio è ancora il frate della gente, tra la gente. Uno come gli altri, con gli stessi pregi e difetti caratteriali, ma con una bontà e una fede infinite. Il bisogno del sacro inteso come ricerca della trascendenza, di Dio, di una salvezza ultraterrena, aumenta. Nel terzo millennio, di fronte al disagio determinato dalla materialità delle cose che sfugge di mano, la gente di Padre Pio voleva portare un esempio tangibile. La comunità pretende modelli. Vuole pensare al bene interiore, non solo al possesso. Vuole una sorta di purificazione dalle scorie dell’oggi. Si sente spinta, per la prima volta, dall’acclamare di più i santi che gli imprenditori. Padre Pio e non i banchieri. Come dice Umberto Galimberti, in questa società laicizzata, nei confronti del sacro costruiamo un rapporto di ambivalenza: da un lato lo temiamo, dall’altro ne siamo attratti come lo si può essere dall’origine della nostra provenienza. Nel terzo millennio sembra che l’uomo non possa più fare a meno della santità senza rinunciare alla ragione, all’illuminismo. Scienza e fede si incontreranno mai?