LAVORO E DIGNITA’, ALLA CARITAS 110 RICHIESTE PER 2O TIROCINI RETRIBUITI

Prosegue a pieno ritmo il progetto “Lavoro&Dignità”, promosso dalla Caritas diocesana in collaborazione con l’Agenzia Più di Fabriano con referente la dottoressa Maura Gaoni. L’iniziativa è supportata grazie ai fondi 8×1000, erogati mediante Caritas Italiana, che ha coinvolto anche la Pastorale Sociale e del Lavoro ed il Progetto “Policoro” della Diocesi. Scaduto il 28 febbraio scorso il termine di presentazione delle candidature per 20 tirocini retribuiti in azienda, abbiamo contattato don Marco Strona, direttore della Caritas, per tracciare un bilancio di questi primi colloqui ed incontri con i candidati.

Don Marco, quante richieste di tirocini avete raccolto?

Abbiamo comunicato un bando per 20 tirocini ma abbiamo ricevuto circa 110 richieste. È stato fatto un primo colloquio conoscitivo con ciascuna persona al fine di individuare al meglio le caratteristiche, le esperienze e le aspettative dei candidati.

Che età media hanno i candidati e verso quali particolari indirizzi lavorativi hanno focalizzato le loro domande?

Ci hanno inviato il loro curriculum donne e uomini di tutte le età, dai 16 ai 60 anni; il 30% hanno meno di 30 anni. Per quanto riguarda le esperienze lavorative ce ne sono in tanti settori: operai metalmeccanici, magazzinieri, aiuto cuoca, badanti, muratori, commesse, braccianti agricoli, macellai, ecc.  Varia e molteplice è stata anche l’esperienza di studio e accademica dei vari candidati.

Con l’attuale situazione economica che stiamo vivendo, a causa dell’emergenza pandemica, che risposta hanno dato le aziende del territorio? Avete riscontrato delle difficoltà?

Questa attività non è terminata. Stiamo ancora contattando diverse aziende ed artigiani, anche con il supporto dell’Agenzia Più, che abbiamo scelto come partner del progetto.  Ora dobbiamo verificare le richieste delle aziende per cercare la persona più idonea tra quelle che abbiamo incontrato. Sarà poi l’Agenzia a contattare direttamente le singole aziende e i singoli candidati. Il progetto non prevede solamente il pagamento, in sé per sé, del tirocinio. Stiamo cercando anche di dialogare con altre aziende affinché, passati i 6 mesi, si impegnino a garantire una continuità al lavoratore. Il progetto, infatti, si chiama “Lavoro&Dignità”. E la dignità consiste nel poter camminare con le proprie gambe, progettando un futuro quanto più sereno e felice. Dall’altra parte abbiamo riscontato difficoltà oggettive, non dovute alle aziende, ma imposte dalle leggi che, ad esempio, vietano ad un’impresa di assumere un tirocinante se la stessa azienda presenta già cassaintegrati.

Le associazioni di categoria del comprensorio sono state di ausilio, quale tramite tecnico tra candidati ed aziende?

Le associazioni di categoria sono state incontrate da noi prima della presentazione ufficiale del progetto; abbiamo quindi sin dall’inizio dialogato e collaborato con loro. Stimoliamo altresì altre aziende a farsi avanti; da parte nostra ci impegniamo, eventualmente, anche a finanziare ulteriori tirocini.

” Lavoro e dignità” è un progetto fortemente voluto dal nostro Vescovo. Quanto è importante per tutti voi il sostegno di monsignor Massara e come vi sta supportando in questa fase dell’iniziativa?

Si, il Vescovo ha creduto da subito a questo progetto e ci ha sempre sostenuto. Riporto qui una sua dichiarazione personale: “Pensare al lavoro è rivolgere lo sguardo alla dignità delle persone e delle loro famiglie. Con questo spirito è nato questo piccolo progetto che vuole dare dignità ai tanti disoccupati che stanno attorno a noi. Uno stimolo ad aprire lo sguardo verso chi è meno fortunato di noi attraverso un impegno concreto della Chiesa che vive questo periodo pasquale sempre vicino ai più deboli”.

Nei momenti di incontro e dialogo con i candidati quali particolari necessità, problematiche o anche disagi avete percepito da queste donne e uomini in cerca di una collocazione lavorativa?

Incontrare tanti uomini e donne che non lavorano da anni, con figli a carico, ascoltare le loro storie, le loro difficoltà di ogni giorno e non solo economiche, ci ha confermato la necessità di impegnarsi anche come Caritas per cercare una possibilità per restituire una vita una dignitosa a tutti. Giovani e meno giovani che hanno perso la speranza di trovare un lavoro, necessario non solo per un sostegno economico fondamentale, ma anche e soprattutto per ritrovare la dignità che ci fa sentire di nuovo vivi, utili a noi stessi ed agli altri.

Gigliola Marinelli