OTORINOLARINGOIATRIA TORNA AL SECONDO PIANO DELL’OSPEDALE CON 12 POSTI LETTO

Fabriano – Si rivoluzionano nuovamente i reparti dell’unico ospedale “no covid” di Area Vasta 2. Al Profili di Fabriano, infatti, dopo diversi mesi di accorpamento per far fronte alla carenza di personale e all’apertura di un piccolo reparto Covid nell’ex Hospice, si comincia a tornare alla normalità. Da lunedì si potenziano le attività chirurgiche delle sale operatorie dove ci sono lunghe liste da dover smaltire (sono stati eseguiti, nel corso di questi mesi pandemici, solo interventi urgenti, in classe A) e alcuni reparti cominciano a vedere la luce. Al piano terra della struttura il reparto di Otorinolaringoiatria lascia l’Unità Operativa complessa di Ortopedia e acquista 12 posti letto autonomi, al secondo piano, ex Ginecologia, sotto il coordinamento del primario, Andrea Pennacchi. Qui troveranno sede anche 2 posti letto del dottor Marco Messi, neo primario di Odontostomatologia. Il reparto di Oculistica del dottor Lippera, invece, resterà, in Ortopedia con il dottor Aucone. In molti hanno sollecitato il potenziamento di tutte le specialità chirurgiche del Profili che, in questi mesi, hanno dovuto rinunciare a molte sedute operatorie. Tra questi c’è anche Otorino che effettua interventi sia di carattere oncologico che non, con attenzione anche ai pazienti pediatrici, unico caso per questa specialistica, insieme al Salesi di Ancona. Il problema di fondo resta quello del personale come nella recente attivazione, per due mesi, del reparto Covid-19 nell’unico ospedale, da delibera regionale, “Covid free” che ha determinato l’utilizzo in questa area anche del personale del Blocco Operatorio. La carenza di medici e infermieri non permette di lavorare a pieno ritmo. Resta, infatti, da sciogliere, dopo due anni, dall’estate 2019, il taglio di 10 posti letto in Medicina, che poi non furono più riattivati. Ancora da capire se si potrà potenziare ulteriormente il reparto di Pediatria, attualmente in funzione in modalità ambulatoriale h12 per circa 8mila utenti dell’entroterra e se si riuscirà a far ripartire la sala parto vista la fuga della maggior parte delle gestanti in Umbria. Criticità, da mesi, sono registrate anche dal laboratorio analisi dove sono andate in pensione due biologhe.

Marco Antonini