Impianti eolici, consegnata in Regione una petizione popolare con più di 4.800 firme
Sassoferrato – Nuovi passi verso un’ecologia della transizione energetica. Il Presidente del Consiglio regionale Dino Latini ha accolto martedì scorso una delegazione di esponenti di TESS per ascoltare le proposte formulate dalla rete dei comitati del Coordinamento interregionale. Presenti numerose Associazioni ambientaliste del Centro Italia: WWF, Altura Marche, Mountain Wilderness Italia, Italia Nostra, Pro Natura, il Gruppo Intervento Giuridico, alcune sezioni locali del Cai, Lupus in Fabula, Crinali Bene Comune, più diversi comitati spontanei e privati dell’Appennino marchigiano come la cooperativa La Pantana, che nel caso in cui le otto pale previste fra i comuni di Sassoferrato e Fabriano fossero realizzate dovrebbe chiudere. Presenti anche i sindaci di Sassoferrato Maurizio Greci e di Borgo Pace Romina Pierantoni, più il consigliere Giacomo Rossi (Civici Marche). I comitati hanno consegnato al Presidente una Petizione popolare di 4867 firme per sollecitare la Regione Marche ad applicare la legge per l’individuazione delle aree idonee e non idonee (DM 21 giugno 2024) al fine di raggiungere un equilibrio tra la protezione dell’ambiente, del paesaggio e della biodiversità e gli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili, sottolineando l’esclusione dell’Appennino marchigiano dalle zone in cui costruire impianti. D’accordo sulla necessità di implementare la produzione di energia da fonti rinnovabili gli esponenti della Coalizione per una Transizione Energetica Senza Speculazione propongono al presidente Dino Latini soluzioni equipollenti per raggiungere i medesimi obiettivi prefissati dal PNIEC al 2030, senza però danneggiare i suoli agricoli coltivabili, le aree verdi ricche di biodiversità e le montagne. Al termine del confronto gli esponenti di TESS hanno ringraziato il presidente del consiglio regionale Dino Latini per l’apertura e l’ascolto dimostrati. Si auspica che questo sia solo un primo passo per la costituzione di un tavolo di lavoro che veda comitati, associazioni e Pubblici Amministratori collaborare assieme affinché la transizione energetica verde sia effettivamente verde, e non un’occasione per speculare a danno di quelle porzioni di Appennino rimaste ancora integre, che con il loro suolo vergine e i loro boschi sono fonte di quei servizi ecosistemici essenziali per la vita e per la lotta al cambiamento climatico.