Il filmaker fabrianese Paolo Bacchi al Marketers World di Rimini
Tra i protagonisti della quinta edizione di Marketers World, che si è tenuta dal 18 al 20 ottobre 2024 presso il Palacongressi di Rimini, con la partecipazione di oltre 3.000 professionisti del settore, troviamo il filmaker fabrianese Paolo Bacchi. Marketers oggi è diventata la più grande community italiana, focalizzata sull’imprenditoria digitale e il marketing online. Offre formazione, consulenza e supporto a professionisti, freelancer e aziende che desiderano sviluppare o potenziare il proprio business nel mondo digitale. Inoltre organizza il Marketers World, l’evento annuale di punta, che non è solo un’occasione formativa, ma un’esperienza che ispira e connette, pensata per chi vuole costruire o espandere il proprio business attraverso le potenzialità del digitale. Gli argomenti trattati spaziano dal marketing digitale all’imprenditoria, passando per il personal branding e la crescita personale. Abbiamo raggiunto Paolo Bacchi per un racconto sulla sua storia di filmaker che lo ha portato a raggiungere un livello professionale così di prestigio.
Paolo, quando nasce la tua passione per il video che ti ha portato a diventare prima videomaker e poi filmaker?
In casa mia c’è sempre stata una macchina fotografica o una videocamera, Babbo era ferroviere, ma aveva la passione di documentare. Già da piccolo mi ha sempre lasciato in mano la sua videocamera senza paura, mi ha sempre fatto provare, sperimentare. La mia passione per il video però si risveglia venti anni fa, dentro la casa di via Raffaello 73 a Urbino, studiavo lingue e vivevo con degli amici di Fabriano. Già dai primi mesi ci rendemmo conto che stavamo vivendo delle esperienze incredibili, dalla vita quotidiana alle feste, casa nostra era sempre piena di amici, la scena universitaria di Urbino parlava Raffaello73 come “l’ombelico di Urbino”. Tutto quello che stavamo vivendo andava documentato, avevo paura che dimenticassimo quanto eravamo stati felici.
Come filmmaker racconti storie, brand e personal brand. Quanto conta per te essere un filmaker indipendente e come applichi questa tua qualità nei rapporti con i tuoi clienti e nei lavori che realizzi?
Essere indipendente può significare tutto e niente. Per me significa soprattutto libertà creativa e la possibilità di scegliere progetti dove posso portare un valore autentico, realizzando contenuti che riflettano sia la mia visione sia quella del cliente. Poi c’è questa credenza che il film maker indipendente faccia tutto da solo, ma per me indipendenza significa anche scegliere i professionisti e colleghi con cui fare squadra. In realtà poi la maggior parte dei film maker sono indipendenti; è che suona più figo dire indipendente, perché dire film maker con partita IVA è meno cool. Con i miei clienti, comunque, l’indipendenza è anche un modo per costruire rapporti autentici e umani, che mi permettono di cogliere la loro vera essenza e raccontare storie che li rappresentino davvero, io chiamo tutto questo materiale umano. È molto frequente che i miei clienti diventino dei buoni amici.
Parliamo di Marketers World, un evento che si è svolto al PalaRimini dal 18 al 20 ottobre scorso. Che esperienza è stata e cosa porti a casa da questa tua partecipazione?
Questa è la quinta volta che parlo al Marketers World ed è sempre un’ emozione fortissima, oltre che un privilegio poter comunicare su un palco così importante, condiviso con delle persone incredibili. Ovviamente, durante i miei speech, condivido quello che è inerente un po’ alla mia professione, alla comunicazione video e alla creazione di contenuti, il tutto declinato e proiettato nel digitale. Sai là fuori è pieno di persone che hanno un valore enorme da condividere, internet offre la possibilità a tutti di potersi esprimere e condividere il proprio valore, le proprie competenze, il proprio sapere e, perchè no, trasformarlo in una professione digitale o da affiancare alla propria professione principale. La soddisfazione più grande è vedere le persone che tornano l’anno successivo e magari, grazie a due o tre cose che si sono portate a casa nell’edizione precedente, hanno dato il via ad un proprio progetto personale. Ti faccio un esempio, l’anno scorso nell’edizione del 2023, ho parlato dell’importanza di creare un “format” da replicare con costanza per proporre i propri contenuti sulle varie piattaforme come YouTube o instagram. Quest’anno ho rincontrato tantissime persone che dopo la speech dell’anno scorso hanno creato un proprio format e hanno cominciato a crescere online, è una bella soddisfazione.
Quando sei entrato in contatto con il movimento Marketers?
Nel 2015 ho realizzato un video di crowdfunding per un imprenditore americano di Miami, questo video ha generato quasi mezzo milione di vendite a questo imprenditore, ed è diventato un caso. Successivamente, mi hanno invitato a parlare di questa esperienza in diversi eventi, ad uno di questi ho conosciuto Dario Vignali, anche lui relatore, già all’epoca per gli addetti ai lavori il sito di Dario era uno dei più affermati nel Digital Marketing. Poco dopo esserci conosciuti, siamo partiti per gli Stati Uniti e ho realizzato il suo video di “presentazione” con il quale si raccontava a chi ancora non lo conosceva. Da lì a poco Dario e il suo socio fondavano Marketers, in sostanza faccio parte di Marketers da prima che esistesse, tra me e Dario è nata una bellissima amicizia che poi si è allargata ad un numero ristretto di amici che sono la Marketers Family, io nocciolo duro da cui tutto ha avuto origine
Il digitale fa parte della nostra vita, siamo invasi da contenuti che forse, come hai dichiarato tempo fa, non avremo nemmeno più il tempo per guardare. In base alla tua esperienza, si possono creare dei contenuti che rimangano nel tempo?
Più video e foto facciamo col telefono, meno valore diamo a ogni ricordo. È una tendenza figlia dei tempi, poi apri la galleria e trovi migliaia di scatti e clip che scorriamo senza pensarci, lasciandoci spesso indifferenti. Quest’anno ne ho parlato anche sul palco: forse dovremmo fare più attenzione a quello che creiamo, un trucchetto ad esempio è chiedersi se tra vent’anni questo contenuto, questo ricordo avrà un impatto ancora su di noi o sulle persone a cui teniamo, la famiglia, gli amici. Per creare contenuti che restano, dobbiamo puntare a catturare quelli che sentiamo davvero, quelli che sappiamo non ci lasceranno indifferenti col passare del tempo. E sì, ogni tanto fare un po’ di pulizia aiuta: anche le cose più belle rischiano di sparire in mezzo a mille altre immagini.
Tuo papà Edgardo fa parte della storia delle radio libere cittadine e viene ricordato da tutti con immenso affetto. Quanto ha contato per la tua formazione avere un grande comunicatore in casa e quale ricordo di tuo papà vuoi regalare ai nostri lettori?
Babbo è stato fondamentale nella mia formazione, anche se inizialmente non mi rendevo conto di quanto avrebbe influenzato la mia carriera. Fin da piccolo, lui – pur essendo ferroviere – aveva una passione per la creazione di ricordi, documentando ogni esperienza: viaggi, vacanze, feste, compleanni… sempre con la videocamera o la macchina fotografica in mano. Per me era normale, ci ero cresciuto, come chi vive in una famiglia di musicisti e ha gli strumenti attorno. Quando sono arrivato all’università, quella passione che avevo sempre dato per scontata è riemersa quasi per istinto. Ho riscoperto il bisogno di documentare, di creare memorie, di registrare situazioni che un giorno “non mi avrebbero lasciato indifferente”. E così è stato. Quando mi sono laureato, Babbo e Mamma avevano già capito l’andazzo: stavo iniziando a realizzare i primi video che avevano ormai un taglio più professionale che amatoriale. Così mi hanno sostenuto. Quella passione è diventata il mio lavoro, frutto di un seme che babbo aveva piantato tanto tempo prima, senza nemmeno saperlo.
A quali progetti sta lavorando e qual è il ‘progetto della vita’ che vorresti realizzare come filmaker?
Attualmente seguo tantissimi imprenditori digitali nel raccontare il loro brand o personal brand, ho depositato un mio marchio e format esclusivo che si chiama Micromentario, dove faccio proprio questo, raccontare la storia di persone e brand. Registro anche tanti corsi di formazione, inoltre da quattro anni sto seguendo la creazione di tantissimi contenuti di formazione online, come dico sempre, sono il “primo studente” di quel corso, perchè li filmo e spesso li edito… quindi in pratica li studio, oltre ad offrire un servizio al cliente, ho sempre l’occasione di imparare cose nuove. Non ho un progetto specifico, ma in qualche modo in futuro mi piacerebbe pensare di poter raccontare la mia città, (alla quale sono legato in maniera quasi viscerale) sotto una lente diversa, cercando di renderle giustizia ed a restituirle il valore che merita, non solo attraverso il video, ma anche condividendo quanto di positivo mi capita di scoprire entrando in contatto con tante realtà virtuose al di fuori.
Edoardo Patassi