Amore per lo sport e dedizione nella professione sanitaria: L’intervista al dottor Jacopo Taruschio

Osteopata, laureato in scienze motorie, massofisioterapista iscritto all’elenco speciale delle professioni sanitarie ma, soprattutto amante dello sport e del movimento in tutte le sue possibilità. Questa settimana abbiamo raggiunto il dottor Jacopo Taruschio che da vent’anni segue atleti di ogni livello, collaborando con importanti società sportive quali la Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica, serie A di pallacanestro e pallavolo e clinica mobile nella Moto GP, SBK (Superbike) e CIV (Campionato Italiano Velocità).

Jacopo, da un decennio segui come terapista le atlete della Ginnastica Fabriano. Come è cambiato, se è cambiato, il ruolo del terapista ed il mondo stesso dell’agonismo in questa particolare disciplina sportiva?
Si sta evolvendo molto verso una maggior consapevolezza riguardo l’efficacia di un approccio preventivo da parte degli sportivi. Quando ho iniziato, l’atleta ricorreva al terapista solo in caso di necessità sintomatica o per un infortunio. Il grosso percorso è stato quello di sensibilizzare società, ragazzi e famiglie alla prevenzione. E’ un discorso vecchio quanto il mondo che “prevenire è meglio che curare” e, fortunatamente, la comunità scientifica multidisciplinare conferma a tutti gli effetti questa tesi.

Oltre alla Società Ginnastica Fabriano collabori con la società Ristopro-Janus Basket Fabriano. C’è oggi maggior attenzione e sensibilizzazione da parte delle società sportive alla cura dei propri atleti?
Da parte delle società e federazioni a oggi c’è una grossa presa di coscienza riguardo questo. Nella fattispecie quest’anno, grazie alla collaborazione con la Ginnastica Fabriano (ringrazio Maila Morosin), abbiamo creato una bellissima realtà offrendo alle atlete un servizio di assistenza regolare e costante così da poter accompagnare la crescita fisica e atletica di ragazze che vanno dai 9 ai 23 anni. Con la Janus invece ormai sono più di 10 anni che, grazie alla dedizione della famiglia Di Salvo e a tutto lo staff dirigenziale, stiamo lavorando in un’ottica molto globale, guadagnando così notevole stima da parte dei giocatori.

E’ differente l’approccio nella pratica terapeutica, anche dal punto di vista della sensibilità più marcata nel mondo femminile della ginnastica, rispetto alla nostra prima squadra di basket?
Parliamo di due mondi abbastanza lontani. A differenza di come si possa pensare, le ragazze sono di gran lunga più “toste” rispetto ai cestisti. Considerando il volume di lavoro a cui sono sottoposte, hanno una soglia di sopportazione molto più alta rispetto ai ragazzi. I gesti tecnici della ginnastica ritmica sono molto estremi, ma preparati e ripetuti nel tempo, mentre nella pallacanestro ci sono stress più rapidi e imprevisti che possono generare traumi acuti, come lesioni legamentose o muscolari. Nella ginnastica invece bisogna considerare sollecitazioni ripetute che possono usurare maggiormente le articolazioni, soprattutto di anche e colonna lombare. In più non bisogna sottovalutare il discorso ormonale e alimentare; ultimamente ci sono stati diversi scandali nel mondo della ginnastica e io posso solo che confermare quanto la nostra società sia lontana da quelle disfunzioni e attenta a mantenere un ambiente sano, coinvolgendo figure come preparatori atletici specializzati e medici nutrizionisti per garantire la miglior gestione possibile delle atlete.

Come è composto il tuo team di lavoro?
Il mio obiettivo da sempre è puntare al massimo risultato e per ottenere questo cerco di circondarmi di professionisti di alto livello. Con la Janus ormai siamo “scafati” da tanti anni con uno staff molto sinergico composto da un preparatore, che è fondamentale, in quanto segue quotidianamente i ragazzi e un terapista. Quest’anno abbiamo avuto il dr. Matteo Mancini che, purtroppo, ha subito un intervento da poco e verrà sostituito da Matteo Franzoni, già conosciuto nell’ambiente vista l’ottima presenza dello scorso anno.
Da non trascurare l’aiuto fondamentale di Monica Ragni. Questa sinergia l’abbiamo replicata nella ginnastica dove stanno lavorando con impegno costante il dottor Lorenzo Gullo, i terapisti  Monica Ragni MFT e la dottoressa in FKT Chiara Regno, il dott. Roberto Rosati come nutrizionista e stiamo introducendo la figura del personal trainer nella persona di Mauro Falcioni, che già da qualche anno sta seguendo Milena Baldassarri. Sempre costante la supervisione del dott. Paolo Taruschio, che ormai da più di 20 anni è sempre in prima linea nella gestione degli atleti fabrianesi.

Tecnicamente con quali pratiche terapeutiche trattate gli atleti?
Gli interventi che effettuiamo sono divisi in scarichi manuali periodici che vengono integrati a terapie fisiche come ultrasuoni, pressoterapia, tecar, onde d’urto radiali e focali, laserterapia in caso di problematiche acute. Da 10 anni ho inserito l’approccio osteopatico con notevoli risultati. Le evidenze empiriche e statistiche stanno dimostrando quanto l’attenzione alla prevenzione in chiave multidisciplinare riduca l’incidenza di infortuni su atleti di alto livello.

Accade spesso che l’atleta si affezioni molto al terapista, diventando quest’ultimo essenziale non solo per il trattamento fisico ma anche quale prezioso supporto psicologico. Ti è mai capitato in questi anni?
Posso solo dire che nel nostro lavoro, come in ogni professione sanitaria, c’è un costante scambio emozionale tra le parti. Quello che reputo fondamentale è mantenere una professionalità costante, visto che il rischio è quello di perdere oggettività e di conseguenza efficacia. Non bisogna mai andare oltre il proprio ruolo ma relazionarsi con ogni figura nel modo giusto. D’altro canto però abbiamo la fortuna e il privilegio di entrare in empatia con delle persone e con degli ambienti carichi di emozione e passione; questo, per quella che è la mia esperienza, comporta continua crescita personale e soprattutto entusiasmo.

Come stanno affrontando la preparazione atletica le campionesse della Ginnastica Fabriano in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024?
Hanno quotidianamente dalle 4 alle 8 ore di training, quindi spesso bisogna dosare i volumi di lavoro. A volte capita che si creano sovraccarichi funzionali sui quali interveniamo con lavoro differenziato o terapia ma devo dire che le allenatrici sono davvero preparate. Stiamo cercando di creare dei blocchi di lavoro periodicizzati in base alle gare della stagione. Sicuramente è un approccio nuovo che richiede tempo ma, a prescindere da questo, parliamo di atlete eccelse che hanno delle doti mentali e fisiche incredibili con le quali si lavora davvero bene.

Seguirai le atlete a Parigi con il tuo team?
A Parigi le nostre Milena e Sofia andranno in rappresentanza della nazionale quindi sotto la gestione del CONI. Mi auguro che tutti i sacrifici che stiamo facendo come professionisti e come società portino al traguardo di seguirle anche in quel fantastico palcoscenico.

Un tuo augurio per il 2024 appena iniziato agli atleti che segui nella tua attività professionale?
Come spesso dico loro, usando una  terminologia motociclistica: Ragazzi, date gas! Ma soprattutto divertitevi!

Gigliola Marinelli