Meno studenti a Fabriano, meno servizi. Il sindaco Ghergo: “Entroterra penalizzato”
Fabriano non sembrerebbe una città per bambini e i servizi carenti, la mancanza di un reparto vero e proprio di Pediatria all’ospedale in primis, continuano a dare il colpo di grazia iniziato anni fa. L’amara constatazione è frutto della fotografia scattata ieri sulle scuole di Fabriano. In soli quattro anni, infatti, dalla scuola dell’infanzia alle media, siamo passati dai 2.718 alunni iscritti nel 2019 nei tre istituti comprensivi cittadini ai 2.395 che sono entrati in classe la settimana scorsa. Un calo di 323 unità, una media di 80 l’anno. Con tutte le conseguenze che seguono: meno classi, meno insegnanti al lavoro, minor introiti per l’indotto che ruota intorno al mondo dell’istruzione. Sicuramente ha inciso lo spopolamento dell’entroterra, le conseguenze del sisma del 2016 di cui ancora ci sono ferite aperte, la mancanza di una sala parto e di un reparto di Pediatria al Profili. Se da fuori in pochi si trasferiscono a Fabriano per lavorare, sicuramente c’è chi pensa di andare altrove vista la diminuzione sotto quota 30mila dei residenti. Sulla vicenda interviene la sindaca Daniela Ghergo: “Il calo degli alunni iscritti negli istituti comprensivi di Fabriano è significativo, ma è un trend ormai, purtroppo, nazionale” esordisce la prima cittadina che si lascia andare a una riflessione non incentrata sul locale. “Il tema apre le porte a un dibattito che deve coinvolgere il livello nazionale riguardo le politiche di tutela delle nascite e della famiglia e su come potenziare i servizi per le giovani coppie. Il calo demografico si affronta con politiche governative in grado di supportare i Comuni nel mettere al centro le esigenze delle giovani famiglie. Solo così potremo riuscire ad invertire una tendenza che con politiche mirate può essere almeno in parte recuperata” dice. La sindaca analizza anche la situazione del comprensorio. “Il dato del calo degli iscritti – prosegue Ghergo – preoccupa anche perché Fabriano è localizzata in un entroterra penalizzato sotto l’aspetto dei servizi al cittadino. Nel nostro territorio anche i servizi sanitari per i più piccoli andrebbero implementati: dopo la chiusura del punto nascita, ormai da anni abbiamo un semplice ambulatorio di pediatria per 12 ore al giorno – fino a poche settimane fa erano sei – senza possibilità di ricoveri”. Ricordiamo che l’Istituto comprensivo Fernanda Imondi Romagnoli, in quattro anni è passato da 985 iscritti a 915. L’Istituto comprensivo Aldo Moro da 972 alunni a 809 alunni e l’Istituto comprensivo Marco Polo da 761 a 671 alunni. In quest’ultimo caso c’è da dire che la media Marco Polo e la primaria Mazzini sono chiuse e trasferite altrove, non nel quartiere Borgo, per lavori ai due plessi con non pochi disagi per le famiglie.
Marco Antonini