Comune di Fabriano, i sindacati proclamano lo stato di agitazione

Fabriano – Sull’esternalizzazione delle mense e dei trasporti deciso dall’Amministrazione comunale di Fabriano a Jesi Servizi è scontro non solo con l’opposizione, ma anche con le parti sociali. Ieri, infatti, i sindacati, a seguito dell’Assemblea generale dei dipendenti hanno proclamato lo stato di agitazione del personale dipendente e hanno chiesto al prefetto di voler convocare le parti. Dopo il sit-in del gruppo Fabriano Progressista con i consiglieri Armezzani e Arteconi in prima linea, i sindacalisti Morbidoni, Sena e Bernacconi, Cgil, Cisl e Uil, spiegano i motivi della rottura. Sui servizi mensa e trasporti è scontro per la decisione del sindaco di cedere anche il personale impiegato, almeno 7 unità, in questi servizi, dipendenti che lavorano in Comune da oltre 15 anni. “Ad oggi abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità dell’operazione per cui si chiede di conoscere il piano di fattibilità che dimostri il risparmio economico” dicono i sindacati che sostengono che “i servizi mensa e trasporti potrebbero continuare a essere erogati dal Comune con qualche assunzione di personale”. I sindacati hanno anche proposto di mantenere il personale al Comune di Fabriano con altre mansioni oppure utilizzare l’istituto del “distacco” o “comando”, ma anche questa soluzione sembra non essere stata presa in considerazione dell’Ente che ha derogato la possibilità solo a due magazzinieri del servizio refezione scolastica. “Se a qualche dipendente viene data la facoltà di scegliere se restare o meno, la possibilità deve essere estesa a tutti gli interessati alle esternalizzazioni” concludono Morbidoni, Sena e Bernacconi. Stato di agitazione anche per la carenza di personale in settori come Polizia Locale, Servizi Demografici e ISTAT, Tributi, Ufficio Tecnico e manutenzione/operai, Museo della carta, essendo passati da oltre 200 dipendenti a circa 150. “Le mancate assunzioni potrebbero portare a ulteriori esternalizzazioni. Delle ultime assunzioni molti hanno già scelto di trasferirsi altrove forse anche a causa del clima non disteso e la carenza di personale” concludono i sindacati.

Marco Antonini