Fabriano – Mense esternalizzate, “così non va. Ecco perchè”. L’affondo di Roberto Sorci

di Roberto Sorci, consigliere comunale gruppo “Sorci Fabriano c’è 30001”

Fabriano – Ho letto diversi articoli relativi alla dismissione da parte del Comune del Servizio Comunale di refezione scolastica con l’affidamento del servizio alla Jesi Servizi S.r.l. di cui il Comune recentemente ha acquisito una quota azionaria del 1% per il valore di 989 euro passaggio. Atto a cui la minoranza consigliare ha espresso la propria contrarietà votando contro a questa decisione. Riteniamo che per come si è proceduto non si fanno gli interessi della comunità fabrianese, ma molto probabilmente di altri. È vero che a partire dal 2021 il servizio è entrato nel ciclone della contestazione. Ma invece di fare un’analisi del perché di questo disagio degli utenti e affrontandolo cercando di capire se le cause erano risolvibili invece, con giustificazioni di cui la maggior parte sono tutte confutabili si vuole proseguire con questa esternalizzazione. Ribadisco come affermato da me in Consiglio, che personalmente, io non sono contrario per principio, anche perché dovrei negare quello che ho sempre sostenuto, ovvero che il Comune deve offrire i servizi a costi sostenibili e di qualità, ma non è detto che debba eseguirli direttamente e se poi dovesse scegliere tra un soggetto pubblico e uno privato, si dovrebbe dare la priorità al pubblico, ma rispettando le REGOLE, LA QUALITÀ E L’ECONOMICITÀ DEL SERVIZIO. E ‘troppo facile quando ci sono anche difficoltà oggettive, non affrontare i problemi e soprattutto creare danno dei cittadini.

Secondo la mia analisi, il servizio di refezione scolastica del Comune sconta due reali problemi, che non so se per inesperienza o altre motivazioni di natura politica, fanno finta che sono irrisolvibili:

  • il principale è la pessima organizzazione del servizio, grazie agli effetti della delibera G.M. n. 59 del 22/04/2021 «approvazione nuova macro struttura e relativo organigramma e funzionigramma – istituzione delle P.O. e assegnazione delle risorse effettuata nel 2021» che ha sfasciato l’organizzazione non dando chiarezza e responsabilità, unito all’abbandono delle Linee d’indirizzo per il miglioramento e lo sviluppo del servizio di refezione scolastica del 06/03/2018 delibera G M. n. 49 (con tutto quello che ha comportato sulla qualità degli acquisti delle derrate alimentari);
  • la seconda e la reale difficoltà ad avere personale specialistico (cuoche e aiuto cuoche, perché il resto è da anni in appalto per il periodo scolastico: scodellamento, pulizie e magazziniere), a causa dei pensionamenti e la conseguente considerazione, se è più o meno opportuno assumere personale che in realtà l’ente può utilizzare nella mansione a tempo pieno solo per otto mesi o è più opportuno assumere altri profili e gestire diversamente il servizio? Ragionamenti che devono essere fatti con tutte le precauzioni e il rispetto delle attese dei cittadini e dei lavoratori e soprattutto delle regole.

È troppo facile quando ci sono anche difficoltà oggettive, non affrontare i problemi reali, la politica ha il compito di risolverli per quanto possibile senza demagogia o altri interessi e soprattutto senza danno verso i cittadini.

Prima di proseguire sull’argomento, voglio fare una riflessione che dovrebbe servire alla nostra politica cittadina. Quando si governa una collettività, si governa allo stesso modo per tutti, soprattutto non si amministra guardando se uno ha votato o no per chi governa in quel momento. Quindi si parla e discute con tutti senza simpatie o antipatie. Anche perché voglio ricordare a tutti che a male appena, noi tutti e dico tutti, rappresentiamo purtroppo il 56 percento dei fabrianesi e questo 56 % percento è frazionato tra tutte le componenti. Quindi come ebbi modo di dire durante l’insediamento di questo Consiglio Comunale, lo sforzo più grande della politica cittadina, dovrebbe essere il recupero del consenso dei cittadini alla vita sociale e politica della nostra città. Perché solo così forse riusciremo a recuperare lo spirito per affrontare questo delicato periodo che da qualche anno la nostra collettività sta vivendo. Ma francamente, non mi sembra almeno per ora per quello che ho visto in questo primo anno di governo della città, purtroppo lo spirito. Anzi direi che ho notato un atteggiamento vorrei dire da “padroni della città” nel famoso spirito del Marchese del Grillo. Al di là delle belle parole che ogni tanto ascolto è una in particolare “condividiamo”, che non vuol dire non prendere decisioni e inciuciare politicamente. Ma vuol dire confrontarsi sulle questioni e capire poi con molta trasparenza, le ragioni per quanto possibile anche il ragionamento degli altri purché sia oggettivo.

Fatta questa premessa ritorno a parlare della decisone proposta dalla Giunta relativa alla trasformazione del servizio di refezione scolastica da una gestione comunale ad una appaltata a Jesi Servizi S.r.l società del Comune di Jesi. Società di cui, come detto, Fabriano ha acquisito nei mesi scorsi l’uno (1) percento, questo al fine di fare in modo, che l’affidamento della gestione nel caso dell’abbandono del servizio in economia non andasse a gara pubblica, ovvero alle migliori condizioni economiche del mercato. Quello che tecnicamente si chiama affidamento in house. Ma per poterlo fare ci sono delle condizioni di legge che devono essere verificate e rispettate. Per questo bisogna produrre un progetto tecnico che è la Relazione Illustrativa di Sussistenza dei Requisiti Previsti per l’affidamento in House del Servizio.

Al fine di dimostrare che la scelta tra un affidamento in house, o facendo ricorso al mercato mediante una gara ad evidenza pubblica, non provochi distorsione della concorrenza e sia soprattutto sia la migliore. La Relazione unita al parere dei Sindaci Revisori che “validano” la bontà della relazione e la sussistenza dei requisiti è obbligatoria e deve essere sottoposta obbligatoriamente al parere di ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione). Logicamente Anac esamina l’atto sottoposto e il parere dei Sindaci Revisori, non va a leggere le modalità con cui i numeri sono stati indicati, trattandosi di un ATTO PUBBLICO e validati dall’Organo di Revisione, non mette in dubbio la loro “bontà” si suppone che essendo un atto pubblico siano corretti. Allora tra le tante motivazioni da illustrate, è obbligatorio effettuare la valutazione sulla congruità economica della scelta:

  1. attraverso la valutazione sulla congruità dell’offerta economica avanzata;
  2. obbligo motivazionale “aggravato” per il mancato ricorso al mercato.

Ebbene come è successo allo scrivente e immagino la stessa cosa sia accaduta per i Sindaci Revisori siamo stati tutti tratti in inganno da una serie di tabelle la principale di pag.55 e da quelle pag.59 e di pag.60 che dovevano supportare i punti sopra indicati. Questi due parametri a parere di chi scrive, non sono ampiamente rispettati, perché i numeri proposti per il confronto “non sono corretti”, ribadisco non sono corretti:

Infatti, per determinare il costo del pasto del Comune a € 9,01 sono state utilizzate tutte le voci di costo che formano il valore con IVA compresa (che in realtà il Comune compensa con lo Stato), mentre il prezzo di confronto di Jesi Servizi S.r.l. è IVA esclusa e in realtà è di €7,88 da utilizzare per il confronto come evidenziato dai Sindaci Revisori non è di € 6,81 come riportato a pag. 60. Quindi scorporando il valore dell’IVA dalla gestione del servizio in economia del Comune, il costo pasto comunale risulta essere di 8,22 €. Questo costo è però a tre punti cottura e non a due come quello proposta da Jesi Servizi S.r.l.

Questo dell’IVA è un errore «clamoroso» e ha falsato tutto il ragionamento e non aggiungo altre considerazioni “considerazioni”. Siamo di fronte ad un “errore”, questo è chiaro, è volontario? O per trascuratezza? E a quali finalità? Ma ribadisco che stiamo parlando di atti pubblici, atti sottoposti al voto del Consiglio Comunale con tutto quello che ne consegue. Nell’analisi del confronto emerge molto altro, rispetto al servizio attuale in economia, che sottolineo è organizzato a tre punti di cottura, Jesi Servizi S.r.l. propone un’organizzazione a due punti di cottura, scelta che impatta sull’organizzazione e sui costi e “dovrebbe “consentire risparmi; quindi, nell’analisi del progetto mancherebbe questo modello di confronto per definire la correttezza della proposta. Quindi il confronto corretto dovrebbe essere a stessa organizzazione. Quindi se oggi “eliminassi ì costi diretti e indotti di un punto cottura”, il costo del pasto diventerebbe pari a quello offerto a 7,88 euro. E se lo confrontassi addirittura con il costo 2021 a 4 punti di cottura con i numeri riportati nel documento, diventerebbe ancora più basso.

Siccome sono curioso aggiungo che il benchmarking di pag. 57 dello studio, che, a parere di chi scrive è ridicolo per la scelta dei Comuni utilizzati nel confronto, contiene anche errori, ad esempio: per Matelica il costo pasto 2023, non sarebbe 7,11€ (basta leggere i documenti del Comune di Matelica e informarsi), ma bensì 6,24€ con l’aggiunta di 0,44 € per il passaggio del personale. Nella mia “curiosità” ho ipotizzato anche un confronto con gli attuali costi in altri Comuni limitrofi oltre Matelica, come Sassoferrato ed Esanatoglia (che ha effettuato la gara a marzo 2023). Usando il modello per trasparenza adottato dai Sindaci Revisori. E sono Comuni che hanno un «attenzione particolare» sull’acquisto delle derrate alimentari come è corretto che sia.

Tra affidare a Jesi Servizi S.r.l. al costo proposto (che oltretutto riappalta a terzi la maggior parte del lavoro) e un’altra società privata, vorrebbe dire regalare, rispetto ad un’ipotetica gara pubblica, nel caso peggiore secondo un ribasso ipotetico, indicato nello studio, la cifra di 226.787,7€ all’anno cioè € 1.133.937 in cinque anni a Jesi Servizi S.r.l.

Per far capire quanto la situazione mi fa ……………………, offro ulteriori semplici dati:

Perché discutere di pochi euro di differenza a pasto? Per un motivo molto semplice, intanto, il numero di pasti ipotizzati in un anno scolastico è pari a 134.993 il che genera una spesa di un milione di euro. La copertura del servizio mense scolastiche del Comune di Fabriano (che tecnicamente è un servizio a domanda individuale) nel 2022 è del 46,56%. Cioè, i cittadini che usufruiscono del servizio coprono i costi solo per quella percentuale a fronte di un costo del servizio di 1.281.520,61 euro (dato consuntivo approvato aprile 2023) tra l’altro con una cifra neppure corrisponde a quella inserita come costo 2022 nello studio per giustificare l’house. I cittadini invece pagano il servizio per 596.631,17 euro. La differenza di 684.889,44 euro, la corrisponde giustamente la collettività fabrianese, attraverso la fiscalità comunale. Ribadisco il termine “giustamente”, perché come diceva la mia amica Sidonia Ruggeri ex assessore alla pubblica istruzione “la mensa dei ragazzi è un tempo di scuola e socializzazione; quindi, essendoci l’obbligo scolastico il servizio doveva essere gratuito”. Ma purtroppo questo non è possibile. Tornando ai freddi numeri propongo una simulazione molto semplice. Il singolo pasto oggi, al cittadino fabrianese che usufruisce del servizio, costa 4 euro (G.M. 78 del 18/4/2023). Allora confrontando il costo di Fabriano con tutte le sue inefficienze, che è uguale a quello proposto da Jesi Servizi S.r.l. (a modello due punti cottura), sul singolo pasto dovremmo integrare 3,88 euro con la fiscalità generale. Ipotizzando il numero di pasti inseriti nello studio, la fiscalità comunale dovrà coprire la cifra di 536.545,8 € all’anno, PERCHÉ ALLORA ESTERNALIZZARE SE NON RISPARMIAMO NULLA? Dobbiamo forse fare beneficenza a Jesi Servizi S.r.l. per migliorare le loro performance aziendali in fatto di risultato economico? Faccio notare che Fabriano porterebbe quasi un milione di euro di fatturato e noi non ricaviamo nulla e abbiamo anche speso circa diecimila euro (10.000) per acquisire 1 quota societaria. Se faccio un vero benchmarking (vedi TABELLA) e non come quello ridicolo e “addomesticato” di pagina 57 e confronto il margine rispetto ad altri Comuni come Sassoferrato, Matelica, Esanatoglia, comuni contigui, mi viene “molto” da pensare, ma molto.

È vero che oggi li «perdiamo», ma con alcuni accorgimenti, potremmo migliorare la situazione. E soprattutto non prendiamo in giro i cittadini con affermazioni demagogiche come “dobbiamo aprirci alle collaborazioni con i comuni”. Siamo già in collaborazione da anni con altri comuni della provincia nelle società pubbliche come Viva Servizi e Ancona Ambiente, ma con tutte le garanzie per la collettività fabrianese, sia nei costi sia nelle decisioni da adottare. È bene ricordarlo, anche a qualcuno che ben conosce le società, perché ha fatto parte dei CDA e oggi amministra la nostra collettività.

Ritengo che l’affidamento del servizio di refezione scolastica in house a Jesi Servizi S.r.l. per cinque anni, per un fatturato di quasi cinque milioni di euro, cioè un milione di euro all’anno al costo pasto come quello proposto e indicato nello studio, a parere mio non può essere affidato perché non ne sussistono i presupposti di legge.

Provocatoriamente allora suggerisco una scelta innovativa. Se la logica che guida le scelte amministrative e che quando ci sono problemi, per eliminarli e avere meno grattacapi possibili, si affrontano con la logica esternalizziamoli, mi viene da dire: esternalizziamo allora gran parte del Comune, altre alla refezione scolastica e al trasposto scolastico, visto che ci sono «problemi» esternalizziamo allora anche l’ufficio tecnico con gli operai, così la manutenzione la facciamo, cosi le autorizzazioni e le progettazioni vanno avanti nei tempi dovuti, esternalizziamo i tributi così incasseremo velocemente le tasse, i servizi sociali già sono esternalizzati in Comunità Montana, ecc.. In Comune lasciamo lo stato civile, la ragioneria e i sistemi informativi potrebbe essere veramente una scelta rivoluzionaria. Ma torno ad essere serio. Ho provveduto ad esternare le mie osservazioni al Collegio dei Sindaci Revisori, al Segretario Generale del Comune e anche a molti Consiglieri, ma molto probabilmente hanno “problemi” di udito. Quindi anche ad ANAC, sperando che ancora non abbiano esaminato la pratica. Le condizioni eventuali se vogliono “proprio” esternalizzare il nostro servizio a Jesi Servizi S.r.l., per motivi di “assonanza politica”, dovrebbero essere: oltre alla qualità del servizio è la salvaguardia del lavoro, il prezzo obbligatoriamente differente da quello offerto, che consenta un “corretto” risparmio ai fabrianesi, anche utilizzando modifiche organizzative come indicato per rendere il servizio più rispondente ai tempi che viviamo. Modifica del prezzo che deve essere in linea con il mercato ma quello vero (Matelica, Sassoferrato, Esanatoglia), non il finto confronto di pag.57. Poi se si vuole per “garantire l’assonanza politica” il risparmio di un anno, invece che diminuire la parte dei costi a carico della fiscalità, può anche essere investito nell’acquisto di azioni di Jesi Servizi S.r.l. al fine di partecipare attivamente alle scelte che impattano sul nostro Comune.

Roberto Sorci