Il caso del dirigente rimosso. “Niente Cassazione, gli atti alla Corte dei Conti”

Fabriano – La Giunta Ghergo, nella prima seduta di agosto, ha deciso di non ricorrere in Cassazione, per l’ultimo grado di giudizio, contro la condanna del Comune di Fabriano che ha dovuto risarcire l’ex dirigente del settore Assetto del Territorio, ingegner Vincenzo Capaldo, il cui contratto era stato revocato dall’allora sindaco pentastellato Gabriele Santarelli. Tutta la documentazione, come atto dovuto, è stata già trasmessa alla Corte dei Conti. Debito fuori bilancio di 96.011,28 euro di cui 86.002,56 per danni, 22,27 euro per interessi legali, e 9.986,45 euro per spese legali. «Visti gli atti e i pareri rilasciati, è opportuno per l’Ente comunale rinunciare (…) al ricorso dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, in quanto comporterebbe immediati ulteriori costi per l’Amministrazione a fronte delle esigue possibilità, considerato l’alea del giudizio, di ottenere vantaggi concreti e migliorativi rispetto a quanto ottenuto dall’Ente anche in Appello in relazione alle iniziali richieste del ricorrente» si legge nella delibera di Giunta. Il sindaco, Daniela Ghergo, fa chiarezza sull’accaduto: «Come Comune abbiamo ottemperato a quanto stabilito dalla Magistratura. Ora la Corte dei Conti, a cui abbiamo trasmesso tutto gli atti, farà le sue valutazioni. Anche noi, come Amministrazione comunale, stiamo studiando come muoverci e attendiamo il parere della Corte dei Conti». Da capire, quindi, se si tratta di danno erariale e se l’attuale sindaco può chiedere il risarcimento ai precedenti amministratori. Termina, almeno per il momento, quindi, il capitolo relativo all’ingegner Capaldo perché ora sarà prettamente scontro politico. Tutto è iniziato nel settembre 2020 quando con il decreto del sindaco Santarelli è stato revocato l’incarico dirigenziale relativo alla direzione del settore Assetto del territorio al dottor Capaldo. L’avventura lavorativa dell’ingegnere è terminata un anno e due mesi dopo la firma del contratto. Iniziarono una serie di polemiche politiche in quanto nel decreto sindacale non era visibile l’allegato nel quale erano esplicitate le motivazioni legate ai titoli di laurea elencati nel curriculum. Il dirigente, commentando il provvedimento, l’aveva definito «arbitrario, illegittimo e vessatorio» tanto da fare ricorso. Nel luglio 2021, in primo grado, il Giudice del lavoro ha dato ragione all’ex dirigente e ha accolto il ricorso accertando l’illegittimità della revoca condannando l’Amministrazione comunale ad un risarcimento del danno economico di 86mila euro oltre interessi e spese legali. Totale 96mila euro. Rigettata, invece, la domanda di reintegrazione nel posto di lavoro. Nei mesi successivi il Comune di Fabriano fece appello contro la sentenza, ma anche in questo caso il giudice della Corte di Appello ha rigettato il ricorso. Il pagamento del risarcimento è diventato esecutivo. Il resto è storia recente. «Non siamo andati in Cassazione – conclude il sindaco Ghergo – perché abbiamo pareri legali che ci hanno consigliato di non proseguire nell’iter per evitare ulteriori spese visto che, secondo i professionisti incaricati, non ci sono le ragioni per modificare le due sentenze in questione. Stiamo facendo altre valutazioni su come andare avanti».

Marco Antonini

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