Il nuovo romanzo di Emanuela Antonini
Emanuela Antonini dal 1981 vive a Fabriano. Dopo aver conseguito la maturità presso il Liceo Classico “Annibale Mariotti” di Perugia si è laureata in Scienze Biologiche. Fondatrice e Presidente del Premio Nazionale di Letteratura e Arti Figurative “Novella Torregiani” (2015) a Porto Recanati (Mc), Consigliere Direttivo dell’Associazione Culturale Euterpe di Jesi e membro di Giuria nei concorsi letterari. In collaborazione a due pittori locali, Franco Zingaretti (1938-2018) e Claudio Schiavoni, ha promosso l’Arte nell’ospedale di Fabriano, attraverso il progetto la pittura dipinge la poesia. Per la narrativa nel 2007 pubblica “Entropia d’amore” (Thyrus editore), racconto lungo introspettivo, “La vecchia ingannatrice” (2014 Medea edizioni), romanzo autobiografico, incentrato su una malattia alquanto invalidante: sclerosi multipla e nel 2020 realizza un libro in cui narra la storia della sua famiglia “Una piccola grande famiglia”.
Giovedì 16 giugno nella suggestiva cornice del Caffè Letterario “Il Conventino” a Firenze è avvenuta la presentazione del romanzo ÈREMOS di Emanuela Antonini, nostra concittadina, al suo quarto romanzo, anche se come afferma l’autrice stessa “negli ultimi tempi mi sono dilettata a scrivere fiabe per bambini, essendo diventata nonna di Alessandro, e per la XXVIII edizione del Palio di Fabriano ho composto la poesia Tempo senza tempo, sulla donna medievale tra sacro e profano, tematica di questa edizione 2022”. Èremos è un romanzo intrigante e accattivante, ricco di numerosi colpi di scene nel meraviglioso scenario della Tunisia e, in questo originale diario, il viaggio diventa metafora dell’esistenza per Micol, protagonista del racconto. L’Autrice volutamente ha intitolato il romanzo con questa parola ed evidenzia dicendo “in greco significa luogo solitario e deserto, luogo di difficile accesso , il deserto e l’io interiore non sono luoghi impossibili, ma sicuramente di difficile accesso”. Il viaggio in Tunisia, effettuato dalla protagonista, per motivi lavorativi diventa poi un viaggio di piacere per ammirare le sorprendenti bellezze naturali della regione, dalle coste all’interno, non dimenticando dune, oasi, passaggi di percorsi accidenti, luoghi e pietanze locali, usi e costumi descritti in maniera dettagliata e, come ha ben evidenziato nella prefazione, il critico letterario dott. Lorenzo Spurio di Jesi in una sintesi demoetnoantropologica di una cultura, quella musulmana, per lo più estranea a noi occidentale Micol è una donna matura, moglie e madre di famiglia, ha una vita piena di affetti e non ha mai smesso di amare la propria professione, gode di un’ottima posizione lavorativa, frutto delle sue fatiche, raggiunta dopo anni di gavetta da occupare un posto da dirigente, in un’azienda metalmeccanica dell’hinterland romano, campo di dominio prevalentemente maschile, se consideriamo il periodo in cui si svolge la storia, fine anni ottanta del secondo scorso.
Nonostante abbia tutto per essere felice, da qualche tempo, sotto l’immagine patinata di questa felicità, corrono minuscole crepe da minare il suo rapporto di coppia. E sarà proprio durante questo viaggio che si presenterà l’occasione per riflettere e fare il punto sulla sua vita entropica, ma soprattutto sul suo legame sentimentale da accettare l’inaspettato e pianificare in modo razionale ma allo stesso tempo con il cuore il percorso giusto da seguire. L’Antonini ama sottolineare “viaggiare insegna sempre qualcosa se si mantiene viva la curiosità verso ciò che non si conosce e, questa storia, è un messaggio di speranza a chi si sente in gabbia, senza vedere alcuna via di uscita ma al tempo stesso è anche insegnamento per coloro che sono disposti ad accogliere un messaggio di positività e resilienza”. Il libro è presente nelle librerie, correte a scoprirlo.
Sandro Tiberi