SIDONIA RUGGERI: “EDUCARE I GIOVANI ALLA BELLEZZA”

Educare i giovani alla bellezza, sviluppare una visione che punti alla valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale della Città di Fabriano, tessendo una rete consapevole e sinergica tra tutti gli attori del territorio. Un messaggio positivo e propositivo quello lanciato con questa intervista dalla professoressa Sidonia Ruggeri, ex assessore alla cultura del Comune di Fabriano e oggi impegnata nelle attività dell’Associazione FaberArtis, coinvolta anche nel ricco programma del Convegno Pastorale della Diocesi di Fabriano-Matelica in calendario per il prossimo 21 settembre.

Professoressa Ruggeri, dopo la pausa forzata dovuta all’emergenza pandemica, riprendono le attività di FaberArtis. In quali nuovi progetti è coinvolta la vostra Associazione?

La nostra città, come del resto il nostro territorio e tutta l’Italia, è ricca di tante bellezze, artistiche, paesaggistiche e naturalistiche. La bellezza crea stupore, emozioni, pone domande, spinge a cogliere nel visibile l’invisibile, a tendere, quindi, oltre i limiti e ad aprire alla speranza. In un momento così complesso e difficile come il nostro, in cui si sta cercando di uscire da una situazione piena di cose brutte, dolori e limitazioni, la nostra Associazione, dopo una lunghissima pausa, non può non ripartire, responsabilmente, con determinazione e insieme. Vuole farlo nella fedeltà al proprio compito, che è quello di far conoscere e valorizzare i tanti tesori della Diocesi di Fabriano-Matelica, cogliendone la valenza non solo storica ed estetica, ma anche quella etica e spirituale. Vuole farlo attraverso una progettualità ripensata alla luce delle tante sfide che provengono dall’oggi, una delle quali e che noi riteniamo di grande importanza, è quella di fare rete, fare sistema, agire insieme, all’interno di una pianificazione di più ampio respiro, espressione di una visione lungimirante.

La tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico della Diocesi di Fabriano-Matelica sostanzia nei fatti i lavori di Faber Artis. Come vi state muovendo come Associazione per rendere realizzabile questo vostro obiettivo primario?

Sì questa associazione, che è un’associazione di volontariato culturale, è nata, a fine marzo del 2017, per favorire la conoscenza, la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico-culturale e architettonico della nostra Diocesi. È stata voluta fortemente dal precedente Vescovo Mons. Stefano Russo e con altrettanta convinzione continua ad essere incoraggiata dall’attuale Vescovo Mons. Francesco Massara. Collabora con la Diocesi nell’individuazione degli indirizzi programmatici e nella realizzazione dei suoi progetti ed è riconosciuta dalla Conferenza Episcopale Italiana. In questi anni, insieme al consiglio direttivo, ai soci e simpatizzanti, ha operato per il raggiungimento di tre obiettivi. Il primo, quello di conoscere e far conoscere i tesori della nostra Diocesi, le chiese, gli oratori, le abbazie, gli eremi, immersi in luoghi naturalistici incontaminati e di grande bellezza. Tutto ciò attraverso articolati corsi di formazione e percorsi guidati, che hanno posto in risalto quanto il cristianesimo, attraverso la spiritualità di Santi, come Benedetto, Romualdo, Silvestro e Francesco, trasmessa, negli anni, anche attraverso i loro seguaci, abbia abbellito e arricchito il nostro territorio, non solo dal punto di vista spirituale e artistico –culturale, ma anche economico e sociale. Il secondo obiettivo è stato quello di far conoscere e ammirare la bellezza di questi luoghi. In questi anni, prima della pandemia, abbiamo aperto, tutti i sabati e le domeniche, alla città e ai turisti il Museo diocesano di Fabriano, un piccolo gioiello, che narra, attraverso opere di particolare rilievo, soprattutto del ‘300-‘400 e fine ‘500-‘600, la storia della nostra chiesa locale dai secoli X-XI fino al 1785, anno in cui Fabriano venne elevata a città e a Diocesi, unita a Matelica. Un gioiello fortemente voluto da Don Alfredo Zuccatosta, che qui vogliamo ricordare, con gratitudine, stima e affetto, insieme a Don Aldo Mei, importante punto di riferimento, dal punto di vista culturale, per tutti noi, la Chiesa locale e l’intera città. Durante gli eventi straordinari, poi, abbiamo aperto alle visite anche le nostre Chiese del centro storico, grazie soprattutto alla preziosa collaborazione dei giovani laureati e studenti che sono stati fortemente coinvolti. Il terzo nostro obiettivo è, infatti, proprio quello di puntare sui giovani e favorire la loro educazione alla bellezza.

” Ripartiamo Insieme”. Questo è il claim scelto per delineare i lavori del Convegno Pastorale della Diocesi Fabriano-Matelica del prossimo 21 settembre.  Lei ha sempre creduto nella possibilità di fare rete e sistema tra tutti i soggetti del territorio. Secondo lei oggi è possibile “ripartire insieme” ed in che modo?

“Dopo la pandemia il mondo non sarà più come prima, – affermava Papa Francesco, in uno degli ultimi suoi interventi e aggiungeva- ripartiamo con responsabilità e senza egoismi”. Seguendo questo suggerimento, anche noi, in questo territorio, che non sarà più come prima, dopo una lunga pausa, vogliamo ripartire, con responsabilità, determinazione e insieme, lasciandoci attrarre, stupire, interrogare e guidare dallo splendore della luce delle chiese e delle bellezze della nostra Diocesi e città. E per ripartire “insieme e con nuovi progetti, vogliamo cogliere la preziosa opportunità che ci verrà offerta dalla Diocesi, con il Convegno Pastorale, che si terrà a Fabriano dal 21 al 25 settembre p.v e che, oltre ad importanti incontri di riflessione e formazione, prevede anche degli eventi, fra cui, nelle giornate del 22 e 25, Nella notte, la luce delle Chiese, un percorso spirituale, artistico e turistico attraverso i tesori della nostra Chiesa locale e città. Ripartiamo, insieme è il titolo che la nostra Chiesa locale ha voluto dare a questo importante appuntamento. È un segnale importante, una sfida che accogliamo con gioia e speranza, per ripartire insieme e arricchire le nostre progettualità, noi stessi e la città. Ci metteremo a disposizione, in stretta relazione con le altre associazioni, istituzioni e soggetti del territorio, che collaboreranno a questa iniziativa, per promuovere un percorso spirituale, artistico e turistico attraverso alcuni tesori della nostra Diocesi, quali: il Museo Diocesano, il Santuario e il Complesso della Madonna del Buon Gesù, l’Oratorio della Carità, la Chiesa di Sant’Onofrio, la Scala Santa e il piccolo Santuario della Madonna delle Grazie. Godremo insieme della loro bellezza, coglieremo la loro storia, il ruolo avuto nel nostro territorio, la loro valenza spirituale. La nostra speranza è che questo evento sia solo il punto di partenza di un lungo cammino, insieme, all’interno della Diocesi e della città. Crediamo, infatti, che la nostra Diocesi, grazie anche a questo cammino, sotto la guida illuminata del nostro Vescovo, possa rappresentare un interlocutore importante nel nostro territorio e favorire un dialogo che apra alla speranza di una rinascita del nostro territorio stesso.

L’educazione alla bellezza, soprattutto rivolta alle giovani generazioni, può essere interpretata come una nuova sfida?

Assolutamente sì. Nelle loro mani è la sorte del nostro futuro e i giovani, posso dirlo con molta convinzione, avendo operato con loro per lunghi anni, se li coinvolgi, esplodono, mostrano tutto il meglio di loro stessi. Una delle esperienze più belle, che, come associazione, abbiamo vissuto in questi pochi anni di attività, è stata proprio la collaborazione con i giovani, giovani storici dell’arte, che sono stati per noi di grande aiuto nella elaborazione e realizzazione dei nostri progetti, giovani studenti delle nostre istituzioni scolastiche superiori di primo e secondo grado, accompagnati e indirizzati dai loro insegnanti. Con gli studenti delle scuole superiori di secondo grado, in particolare del Liceo Scientifico, attraverso il progetto di Alternanza scuola-lavoro, abbiamo realizzato interessanti progetti e stiamo ancora lavorando.  I giovani hanno partecipato ai nostri corsi, si sono formati, hanno elaborato del materiale, hanno conosciuto le nostre radici identitarie e sappiamo bene che senza radici, non c’è presente e non si potrà costruire un futuro. Forse questa piccola esperienza, realizzata insieme agli insegnanti, può costituire un piccolo contributo, volto a favorire l’educazione alla bellezza dei giovani. Chissà che questo modo di procedere non sia una nuova sfida e non solleciti la produzione di nuovo lavoro e occupazione.

In base alla sua esperienza, maturata quale amministratore ed assessore alla cultura del nostro Comune, quanto conta per vincere questa sfida un’azione sinergica anche con l’Amministrazione Comunale?

L’azione sinergica con l’Amministrazione comunale e altre istituzioni, vivendo in un mondo globalizzato, è fondamentale. L’esperienza avuta in politica e in amministrazione mi ha insegnato che l’azione sinergica deve necessariamente essere alla base di una buona politica e una buona amministrazione. So che è un modo di procedere difficilissimo e complesso, ma bello, molto bello e non può essere evitato, se si vuole non solo amministrare, ma governare un territorio. Non si può costruire un piano programmatico di grande respiro, che accolga le grandi sfide dell’oggi, senza costruire una sinergia tra istituzioni, enti, soggetti intermedi della società civile e cittadini.  Mi è stato insegnato dalle tante persone che ho avuto accanto, quando, insieme, abbiamo elaborato il Piano socio-sanitario, con una rete di servizi rivolti ai cittadini e alle famiglie, o quando all’interno del piano strategico, approvato dai consigli comunali precedenti, abbiamo elaborato il piano culturale territoriale con all’interno la rete dei plessi cultural. Gli errori si possono commettere, ma anche da essi si impara. Sarò sempre grata alle persone, famiglie, associazioni, enti e istituzioni che mi sono stati accanto e tanto mi hanno insegnato.

Da diversi anni si parla di una possibile svolta per la città di Fabriano in cui il turismo potrebbe rappresentare un volano di sviluppo economico ed anche occupazionale, specie per i giovani. Crede che Fabriano sia realmente pronta, come organizzazione dei plessi culturali e nei servizi offerti?

Il turismo, unitamente alla cultura, costituisce un volano importante ai fini di un nuovo modello di sviluppo e nuova occupazione, ma non è il solo ad essere oggi necessario per la rinascita del territorio. Quando si debbono affrontare sfide complesse non si è mai pronti, però bisogna avere il coraggio di cominciare, perché pronti lo si diventa, dopo tanta fatica, competenza e cuore. Secondo me ci sono anche i presupposti per affrontare questa nuova sfida, basta avere coraggio e fare sinergia. Abbiamo tante bellezze, buoni cibi. Esiste presso il Morea-Vivarelli di Fabriano, penso che esista ancora, un indirizzo di studi di turismo internazionale, le nostre università anche in collaborazione con alcune fondazioni e associazioni stanno lavorando su un nuovo modello di sviluppo innovativo, sul turismo lento nelle Marche e Umbria. Abbiamo, inoltre, lo ricordavo sopra, dei piani, che sono stati già approvati da Giunte e Consigli precedenti, che senz’altro vanno rivisti e ripensati alla luce anche di sfide quali l’innovazione, la digitalizzazione, la transizione ecologica, ecc. Abbiamo il progetto Unesco e forse altri piani e progettualità attualmente in elaborazione; ci sono tutte le premesse per ripartire insieme e lavorare per una rinascita del territorio.

La nostra Città ha perso negli ultimi giorni la professoressa Piera Picchi e la professoressa Marisa Bianchini, figure che tanto hanno contribuito ed investito energie per la nostra Città.  Proprio l’amore per la bellezza, di cui parlavamo sopra, ha accompagnato il passaggio terreno della cara professoressa Marisa Bianchini. Desidera donare un suo personale ricordo ai nostri lettori?

La cultura e il mondo della formazione, in questi ultimi tempi, ha perso due grandi donne, mie carissime amiche, con cui ho molto collaborato e che sempre mi sono state accanto, soprattutto nel periodo del mio impegno in politica: Marisa Bianchini e Piera Picchi. Marisa Bianchini, se ne è andata in silenzio, senza clamore, quasi volesse che noi la ricordassimo nella sua raffinata vitalità, nel suo spirito giovanile e nella sua vivacità culturale. Amava la vita, che ha vissuto pienamente, accanto al suo Giancarlo. Come non ricordare il suo grande amore per la cultura, per l’arte, per la formazione continua e permanente, come lei era solita chiamarla. Con la sua raffinata e illuminata intelligenza, grande capacità di visione, determinazione, amore per la bellezza e spiccato senso civico ha notevolmente contribuito ad abbellire la nostra città, che tanto amava. A Lei va tutta la mia gratitudine e quella di FaberArtis.  Siamo grati a Marisa per l’Università Popolare, sua preziosa creatura, che ha voluto lasciare in ottime mani, per il bellissimo Museo Guelfo, da Lei donato alla città, uno dei suoi più grandi sogni da Lei realizzati. Un grazie per la Fondazione Guelfo, attraverso cui ha voluto coinvolgere i giovani ed educarli al bello. L’auspicio è che la Sua eredità, quella di Piera Picchi e di tante persone come loro non vadano perdute e il cammino da Loro tracciato, possa continuare ad essere percorso.

Gigliola Marinelli