UNA VISIONE D’IMPRESA, A TU PER TU CON SERENA E MARIO D’ALESIO

“Questa storia siamo noi”. Un claim che sintetizza la capacità imprenditoriale, il rispetto della tradizione di famiglia con lo sguardo rivolto verso l’innovazione, la ricerca e la crescita, personale ed aziendale. Il racconto della Top Chef Serena D’Alesio e di suo fratello Mario, direttore del Relais Marchese del Grillo, conforta tutti noi, in un momento storico in cui tutto sembra scorrere senza una meta precisa. E se è vero che proprio nei momenti di crisi è necessario dimostrare la nostra forza e resilienza, le novità e le iniziative proposte dai fratelli D’Alesio dimostrano che avere una visione d’impresa oggi rappresenta un notevole valore aggiunto. Li abbiamo raggiunti per capire come Il Relais Marchese del Grillo sta affrontando questo passaggio particolare che coinvolge, in modo importante, il loro settore aziendale.

L’emergenza pandemica ha duramente colpito anche il settore dell’accoglienza e della ristorazione. Numeri alla mano, come ha risposto la vostra attività, anche per quanto concerne il settore catering?

Dopo una prima fase dove abbiamo cercato di essere quanto più dinamici e reattivi, dove abbiamo creato il “Marchese del Grillo DRIVE” e la consegna a domicilio dei nostri menù e della selezione dei vini, abbiamo acquisito la coscienza che con il virus ci avremmo dovuto convivere per un po’. E allora abbiamo cambiato strategia. Mesi estivi a parte (dove Fabriano e il territorio hanno capito che possono essere molto attrattivi e apprezzati o almeno spero che lo abbiano capito!), ci siamo concentrati sul programmare, creare, inventare qualcosa di nuovo per il futuro con progetti a breve e medio termine. In poco tempo abbiamo apportato diverse migliorie: cambiato tutte le TV dell’hotel, cambiato gestionale interno, realizzato l’illuminazione esterna a basso consumo e implementato il sistema di riscaldamento a biomasse. Il catering, come il comparto degli eventi, purtroppo è stato, causa forza maggiore, azzerato nei numeri. Se da una parte è vero che le celebrazioni private, come i matrimoni, sono state per la maggior parte posticipate, dall’altra è pur vero che molti degli eventi in programma nel 2020 sono stati annullati.

La vostra dimora storica è stata inserita nell’elenco delle location per matrimoni civili. Riguardo questo particolare servizio che offrite, ci sono prenotazioni o registrate flessioni?

Per il 2021 ci sono diverse richieste, ma l’incertezza che regna fa rallentare le decisioni e di conseguenza ritarda tutti i programmi. Ospiteremo diverse celebrazioni civili, di numeri piccoli, che vogliono riservatezza e atmosfera intima. La richiesta c’è, sia da coppie del territorio sia da chi si sposta e ci sceglie per approfittare di un break nelle Marche.

Parliamo di Sciarr, la vostra rinomata azienda agricola di famiglia, come sta affrontando questo passaggio così delicato?

L’Azienda è distribuita solo nel canale della ristorazione, quindi abbiamo registrato una flessione importante delle vendite, del resto tutta la filiera è coinvolta. La sede aziendale ha registrato invece un aumento di vendite ai privati e l’ottima qualità dell’olio di quest’anno ci ha dato una mano. Nel 2020 abbiamo presentato il nostro rosso “premium” intitolato a nonno Mario, fatto con le uve provenienti dall’ultimo vigneto che lui piantò! La critica di settore ha speso parole di elogio e lo hanno paragonato a mostri sacri dell’enologia e chi lo acquista se ne innamora: c’è da dire che alla prima uscita è stato davvero un grande orgoglio!

Lo staff del Marchese del Grillo ci sorprende sempre per la sua creatività. Come nasce il progetto della Top Chef Serena D’Alesio dedicato ai bambini ed in cosa consiste?

Il progetto nasce dall’esperienza fatta da Serena in casa con suo figlio in primis e poi a casa di nostra cugina, con la quale ha sostenuto una vera e propria lezione di cucina e di pasticceria rivolta ai nostri due nipoti Chiara e Mattia, di 8 e 12 anni. Ogni incontro è stato un successo e quindi Serena ha pensato che magari poteva essere una cosa carina da realizzare anche a casa di qualcun altro. La formazione è una parte del lavoro che Serena adora e verso la quale si sente portata. Per questo ha pensato di lanciare l’idea sfruttando questi periodi di clausura, sia facendo qualche collegamento on line e, sperando di diventare più liberi o più gialli, programmando delle sessioni in loco. E’ anche vero che ha molte richieste per affiancare gli adulti nelle loro cucine, ha già un calendario fitto, molte richieste dalla nostra città ma anche dal Lazio, Emilia Romagna e Abruzzo.

Si parla da mesi di ristori ed interventi a sostegno della ristorazione e dell’accoglienza. Ritenete che il vostro settore sia stato troppo penalizzato e su quali punti fondamentali il Governo non ha risposto adeguatamente alle vostre necessità di categoria?

Diciamolo onestamente: gestire questa crisi, specialmente nella prima parte, sarebbe stato difficile per chiunque. Però da lì a fare aperture/chiusure spezzatino, a non dare chiarezza su tempi e metodi, a non garantire la cassa integrazione, a dare ristori un po’ “discutibili” ce ne passa.  Dato che ci hanno (giustamente) imposto un protocollo anti Covid19, con diverse restrizioni, sarebbe stato sufficiente fare dei controlli dove, sia il ristoratore sia il cliente, avevano responsabilità!

Forse per i bar sarebbe stato più difficile, ma omologare tutto è stato davvero un errore. La nostra categoria? Purtroppo stando a ciò che è successo, anche sotto le festività, credo che non abbia avuto la personalità e la forza di fare richieste, abbiamo subìto tutto e basta. E oggi stiamo combattendo la seconda ondata relativa al periodo in cui eravamo tutti chiusi. Ma in Europa sostanzialmente è successa la stessa cosa, in ogni caso si potrebbe chiedere al Governo (che secondo noi ha un grosso debito economico e “morale” nei nostri confronti), di cogliere l’occasione per fare del comparto turistico un comparto “speciale”, come avviene in alcuni Paesi, con fiscalità, politiche del lavoro, formazione create ad hoc per un settore dove di variabili ce ne sono troppe, dove la programmazione non esiste quasi più e dove i costi salgono costantemente. A quando un Ministero del Turismo vero e proprio che sia legato a cultura ed agricoltura? Siamo l’Italia, non dimentichiamolo!

Cosa si aspettano e cosa si augurano per questo 2021 appena iniziato Mario e Serena D’Alesio?

Semplicemente ci auguriamo di tornare all’allegria, di vivere, di sognare, di pensare e di fare!

Gigliola Marinelli