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Fabriano – CASTELLANI: COME UN DOTTORE VIVE LA PENSIONE

Fabriano – In un momento di così grande necessità causato dal Coronavirus Covid-19, tutti sarebbero pronti a scendere in campo, non solo nell’ambito economico, ma anche e soprattutto nell’ambito lavorativo. E’ il caso di Francesco Castellani, medico di base fabrianese che ha già tagliato il traguardo della pensione, ma che non si tirerebbe indietro qualora ci fosse necessità del suo operato. Ha sempre conosciuto il perimetro delle sue competenze e nell’arco della sua carriera ha sempre agito al suo interno. “Ho 74 anni – afferma il dottor Castellani – ho sempre fatto il medico di medicina generale e lavorato all’hospice negli ultimi 8 anni di attività, in questo campo mi sono reso disponibile per dare una mano. Ero molto affezionato all’hospice e faceva parte della mia natura, ci sono anche concetti cristiani che sento molto vicini. E’ chiaro che se nel territorio ci fosse bisogno, non mi tirerei indietro”. Quello che sta facendo però il Signor Castellani è vivere la sua pensione scrivendo anche il terzo racconto della sua vita.

“Avevo scritto e pubblicato due libri prima della pensione – prosegue Castellani – e ora sto facendo un terzo volume sulla falsa riga degli altri due. Il titolo è “I colori dell’autunno”, perché la pensione è l’autunno della vita, una stagione piena di colori, sfumature e sentimenti. Non si smette di vivere, si entra in una stagione nuova, con tanti frutti da gustare. E’ un racconto leggero con vena romantica, è la vita del pensionato, la quotidianità, il volontariato, la piccola consulenza gratuita, un po’ di ricerca scientifica e la preghiera, sempre importante. Parlo anche di mia madre, del mio vecchio parroco di Fossato, del terremoto del 2016, le mie passioni, lo sport e un capitolo dedicato al ricordo di gente fabrianese come il Dottor Girolametti, il Dottor Grimaccia, Pellegrini, Cecchini e molti altri, con qualche loro descrizione umana”. In questo periodo di quarantena, il Dottore ci sottolinea che è molto ligio alle regole imposte ed è uscito soltanto due volte di casa, una per i medicinali e una per la spesa.

“Come sono scandite le mie giornate? –chiediamo al dottore – Parto dalla messa delle 8.30, lavoro un pochino al pc poi faccio qualche telefonata a mia sorella per tenerla sotto controllo essendo in un altro comune. Chiamo anche gli altri miei fratelli e il pomeriggio della ginnastica in cantina con ciclette e tapis roulant, un’oretta insieme alla mia signora. Il rosario delle 18 e poi qualche film per concludere la giornata. Esco poco, anche quando sono intorno casa sento come se rubassi qualcosa a chi è più in difficoltà di me”. Il dottore si mantiene molto attivo e ci confida che vecchi pazienti lo chiamano ancora per qualche consiglio (è subito pronto a dirci che non invade mai i campi e si assicura che i pazienti seguano le direttive degli attuali medici di base) e lui, avendo più tempo del solito, parla con loro approfittandone per star vicino a chi si sente solo in questo difficile momento. “Il mio augurio è di mantenere questo status quo, alla mia età ho passione per la bici e lavoro in parrocchia, faccio teatro, qualche consulenza, leggo e mi tengo aggiornato sul mondo scientifico, non mi posso assolutamente lamentare e sto vivendo in pieno il mio autunno aggiungendo che in bicicletta, insieme ai miei amici dottori, tutti in pensione, vado alla scoperta del nostro territorio, è magnifico e mi manca”. Ci racconta infine che la stampa del suo libro in questo momento è bloccata a causa del Coronavirus, ma quando sarà il momento procederà e vorrebbe devolvere tutto il ricavato alla Caritas. Se qualche sponsor volesse avvicinarsi ad un medico in pensione che racconta in un bel volume le sue esperienze e la sua vita, sarebbe ben accetto ed aiuterebbe per una buona causa.

Lorenzo Ciappelloni