UN SOSPETTO CASO DI SCABBIA IN UNA SCUOLA DI FABRIANO
di Marco Antonini
Un sospetto caso di scabbia, la settimana scorsa, in una scuola superiore di Fabriano. La notizia è circolata solo ieri, 5 dicembre, a pochi giorni dal ritorno a scuola dell’alunno che ha dovuto trascorrere diversi giorni a casa per sottoporsi a tutte le cure del caso. L’Asur si è attivata subito insieme ai familiari per la profilassi. Protagonista uno studente residente nella città della carta che frequenta il Liceo Artistico Mannucci. Apprensione per un’infezione che, comunque, non si trasmette così facilmente. “Forse è mancata una rassicurazione da parte della scuola a seguito della pubblicazione della comunicazione scritta dall’Asur – confida un genitore preoccupato – visto che ci sono persone che potrebbero entrare nel panico quando leggono di un caso di scabbia in classe”. Alcune mamme, in questi giorni, preoccupate, hanno contattato sia gli uffici di Area Vasta 2 di Fabriano che la scuola per avere maggiori informazioni e per chiedere una comunicazione più rassicurante. A scuola, comunque, non si sono registrate situazioni di contagio. “Abbiamo gestito la questione – spiega la responsabile, la professoressa Patrizia Rossi – con la massima trasparenza ed evitando ingiustificati allarmismi. Quando l’Asur ci ha comunicato il sospetto caso, abbiamo subito informato genitori tramite una nota attraverso il registro elettronico, lo strumento che serve per le comunicazioni tra scuola e famiglia”.
La scabbia è una malattia parassitaria della pelle causata da un acaro. Si manifesta con piccole macchie rosse e prurito, soprattutto notturno. L’eruzione cutanea si localizza prevalentemente a livello delle pieghe interdigitali come polsi, gomiti e pieghe ascellari. Le modalità di contagio sono il contatto diretto cute – cute e contatto indiretto (meno frequente) ad esempio attraverso la biancheria contaminata da poco tempo. Gli acari al di fuori della pelle hanno una sopravvivenza molto limitata e la malattia ha un periodo di incubazione che va da 2 a 6 settimane. Diverse le misure da adottare che sono state comunicate ai genitori. La disinfestazione ambientale non è di alcuna utilità mentre la biancheria intima, gli abiti e le lenzuola usati dal paziente nei tre giorni precedenti la diagnosi e fino a trattamento concluso devono essere lavati utilizzando il lavaggio superiore a 60 gradi, poiché a quella temperatura l’acaro muore.
Gli indumenti che non si possono lavare in questo modo (come calzature, cappelli) devono essere lavati secondo le specifiche istruzioni per tipo di capo e successivamente chiusi in sacchetti di nylon per una settimana. Per la pulizia di materassi, divani, cuscini, moquette si consiglia l’impiego di elettrodomestici che utilizzano il vapore. In alternativa, i materassi ed i cuscini è utile che vengano avvolti in sacchi di nylon per una settimana, tenuti a parte in ambiente chiuso e trattati con insetticida. La pulizia della casa avviene come di norma, avendo particolare cura per gli angoli e le intercapedini dove è più difficile eseguire una pulizia accurata. La disinfestazione ambientale vera e propria non è indicata perché l’acaro sopravvive non più di qualche giorno se non è in contatto con la pelle.