Danilo ed Elia, una vita in pellegrinaggio. La testimonianza di ritorno da Medjugorje

Fabriano – Da dieci anni, per loro, è un appuntamento fisso. Lontano dai riflettori che si accendono soprattutto per l’attività politica di lui. “Un’esigenza andare là, iniziata quasi per caso, ma il caso non esiste”. Danilo Silvi e sua moglie Elia, dopo circa una decina di pellegrinaggi, aprono il cassetto dei ricordi e della testimonianza. L’occasione? L’ultimo pellegrinaggio a Medjugorje avvenuto a fine maggio. “Succede qualcosa che ha dell’incredibile – raccontano – perché non smetti di pregare per il senso di grazia che vivi” testimoniano i due che sognano di creare nuovi gruppi di preghiera verso il famoso santuario della Bosnia Erzegovina. Il pellegrinaggio, però, comincia quanto torni a Fabriano, per questo la cronaca di quei giorni è un particolare che arriva dopo. “Siamo tornati a casa con uno sguardo diverso sulla vita” dice Elia nell’appellarsi ai fedeli nel nascondere di meno la propria fede e non vergognarsi. “Nascono anche rapporti umani, amicizie durature, solide. Perché non provare?” racconta Danilo che confida, con un filo di voce, la gioia nell’aver sentito la chiamata ad andare a Medjugorje. “Oggi non posso vivere senza, perché la Madonna ha cambiato la mia vita. E’ con me, è nella preghiera, è nelle azioni di tutti i giorni” racconta. Un pellegrinaggio, quindi, che diventa occasione per ricaricare le pile, che ti aiuta a staccare dal cellulare, a vivere con meno schiavitù e digitalizzazione “perché a Medjugorje in pochi giorni scopri il senso della vita”.

Il viaggio di Elia e Danilo

“Ogni volta che si parte per Medjugorje c’è sempre tanta emozione, ma anche curiosità pensando soprattutto ai pellegrini con cui si condividerà l’esperienza. Dopo anni di viaggio in pullman, via terra, quest’anno abbiamo sperimentato la traversata in traghetto da Ancona a Spalato imbarcando i pulmini. Siamo partiti di venerdì pomeriggio ed arrivate a Medjugorje il sabato mattina: operativi e contenti dalle ore 11:00. L’inizio ufficiale del pellegrinaggio è con la Messa nella chiesa di San Giacomo. Poi direzione albergo, venti minuti a piedi dalla chiesa. Dopo pranzo un po’ di riposo. La struttura è ottima, compreso il trattamento di pensione completa e i pasti molto vari ed abbondanti. I gestori, Mario e Lidia, sono gentili ed ospitali. Quotidianamente partecipiamo alla Messa. Chi va a Medjugorje non può evitare di salire il Probdo, la collina delle apparizioni e il monte Krizevac, il monte della Croce. Entrambi i luoghi ci suscitano forti emozioni e la condivisione con gli altri pellegrini ci dà commozione e gioia. Ci sono anche momenti di preghiera individuale durante la giornata, per meditare le tante esperienze vissute. Io e Danilo ci “isoliamo” davanti alla statua del Cristo risorto dalle cui gambe fuoriescono gocce d’acqua considerate lacrime. Che bello vedere i fedeli che fanno la fila per poter toccare e bagnare con essa oggetti personali e la propria persona! Altro momento di preghiera personale è alla Croce Blu, ai piedi del Probdo. Quest’anno ci siamo andati con altri pellegrini alle cinque del mattino, con la sveglia presto, e lì abbiamo visto l’alba e meditato le meraviglie del Signore!”

Tornando a casa, aspettando settembre

“Novità di quest’anno la, a Surmanci, pochi chilometri da Medjugorje, nella cui chiesetta si trova un’icona miracolosa di Gesù trasferita lì da Trento in seguito alla guarigione di Ugo Festa. Qui si trovano anche alcune reliquie di Santa Faustina e di San Giovanni Paolo II. Anche questo è stato un momento di grande spiritualità. Purtroppo siamo arrivati troppo velocemente al giorno del ritorno. Dopo un’interessante visita la comunità “Nuova Orizzonti” e la santa Messa conclusiva, appena pranzato, ci siamo diretti a Spalato pieni di gioia, grazia e serenità, ma col pensiero che di lì a poco sarebbe cominciato il vero pellegrinaggio, quello del ritorno, della vita di ogni giorno. Questa esperienza la possiamo concentrare in tre parole: emozioni, condivisione, umiltà. Partecipare ed entrare nelle emozioni, belle o brutte, di ogni persona fino a quel momento sconosciute, è una sensazione indescrivibile che ci fa ogni volta crescere un po’. Il nostro ringraziamento va alla “Gospa”, alla nostra guida spirituale Natalino che dal 2012 ha reso possibile ogni pellegrinaggio”. A settembre il gruppo con il quale Elia e Danilo sono andati a Medjugorje partirà per un nuovo pellegrinaggio.

Marco Antonini