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ANNUAL MEETING E SALONE DELL’ARTIGIANATO, PARLA MAURIZIO ROMAGNOLI

In attesa del Primo Salone Internazionale dell’Artigianato che si svolgerà a Fabriano dal 18 al 21 ottobre, abbiamo incontrato Maurizio Romagnoli, Presidente della CNA di Fabriano, per un breve resoconto sulla situazione del settore artigianale e della piccola e media impresa locale, anche in previsione dell’Annual Meeting UNESCO 2019.

Presidente, si sta avvicinando l’appuntamento per l’Annual Meeting delle Città Creative UNESCO 2019 che ospiterà a Fabriano più di 300 delegati da tutto il mondo per discutere di sostenibiltà, creatività e sviluppo. Come si sta preparando il mondo dell’artigianato fabrianese a questo evento di portata internazionale?

Il meeting UNESCO 2019 rappresenta per Fabriano un’ occasione unica per cambiare volto e uscire dal torpore e dall’isolamento  che ha caratterizzato la nostra città’ negli     ultimi anni con l’aspicio di un cambiamento duraturo.Sin dal primo incontro avuto con il team di organizzatori e con la dott.ssa Francesca Merloni, il mondo dell’artigianato ha compreso come tale evento possa diventare una vetrina  importante e privilegiata,  capace di instaurare interscambi con altri paesi  e città appartenenti al network. Sara’ un momento istituzionale in cui far conoscere l’unicità del nostro territorio e far scoprire Fabriano città artigiana e manifatturiera, ricca di storia e cultura, in poche parole una città che va oltre un brand. Alle associazioni di categoria è stata data la splendida opportunità di presentare progetti attinenti al nostro cluster e ovviamente come CNA abbiamo accettato la sfida. Presenteremo due progetti:  il primo è un connubio perfetto fra design e tradizione cartaria, riguarda la filigrana ed è stato realizzato dalla giovane designer dottoressa Giulia Gerini come tesi di laurea. Si tratta di un’ opera unica che racconta la filigrana dalle origini fino ai giorni nostri studiandone la conservazione tramite digitalizzazione. L’opera e’ realizzata su carta fatta a mano dal mastro Mecella e rilegata con ago e filo dalla stessa Giulia (come si usava nel 1200). Inoltre su ogni foglio è presente una filigrana unica creata dalla giovane autrice e realizzata dal papà. Il volume e’ stato selezionato per gareggiare per la categoria “giovani” all’assegnazione del premio internazionale “Compasso D’oro” ed è stato pubblicato sul catalogo ADI 2018 nel quale sono presenti le eccellenze mondiali per ciò che riguarda il design. Nel ragionare sul secondo progetto abbiamo pensato di trovare un prodotto eccellente che caratterizzi un territorio più vasto e lo renda riconoscibile oltre i nostri confini nazionali. Abbiamo pensato al distretto musicale di Castelfidardo, conosciuto per la produzione di fisarmoniche di eccellente qualità. Un territorio che con l’avvento della produzione asiatica negli anni ’60 entrò in una profonda crisi che solo grazie ad un gruppo di artigiani coraggiosi e ad una maestria unica sono riusciti a ribaltare la situazione economica e diventare un’eccellenza nel mondo. Un esempio concreto di come legare un prodotto ad un territorio al fine di creare economia di scala.

Nel frattempo, dal 18 al 21 ottobre prossimi, state concentrando le energie per il Primo Salone Internazionale dell’Artigianato. Tra gli obiettivi il progetto dell’Amministrazione di far diventare Fabriano “capoluogo” dell’area montana umbro-marchigiana centrale. Può anticiparci qualcosa sul programma e le iniziative previste per questo Salone che vede in prima linea CNA nell’organizzazione dello stesso?

Quando siamo stati convocati dall’assessore Pagnoncelli e messi a conoscenza del progetto abbiamo accettato di collaborare, spinti dalla consapevolezza che Fabriano deve tornare territorio capofila del fare e del saper fare. Saranno quattro giorni intensi, si toccherà l’argomento  Artigianato in ogni sua sfumatura con un mix equilibrato tra incontri tematici, mostre, congressi, workshop, laboratori, spettacoli e concerti nelle location simbolo della città.Sarà sicuramente un evento  moderno dalle alte ambizioni che definirei un passo di avvicinamento agli appuntamenti del 2019. Sarà altresì importante coinvolgere anche le scuole, che a mio avviso rappresentano il nostro futuro, una sorta di linfa vitale a cui far conoscere le opportunità che l’artigianato può dare loro.

Già dai tempi di “Fabriano Maker City”, evoluto poi in “Fabriano Creative City”, si era sollevata la necessità da parte del mondo artigiano di coinvolgere in questi eventi anche “buyers”, seriamente interessati all’acquisto e diffusione ad ampio respiro dei prodotti artigianali del comprensorio. Nell’evento del prossimo ottobre saranno presenti anche potenziali “buyers”?

Personalmente ritengo che Fabriano Maker City e, a seguire, Fabriano Creative City debbano essere ricordate come eventi innovativi che hanno saputo catalizzare l’interesse e l’attenzione di tutta la regione Marche e non solo. Per la prima volta i visitatori hanno potuto interagire con la mostra e ogni evento era accompagnato da una diretta radio e relative interviste tematiche senza dimenticare l’appuntamento dell’aperitivo al mega stand AIR FORCE di Urbano Urbani!Rimangono tanti rimpianti perchè l’anno successivo su Fabriano arrivò la tempesta perfetta: l’assessore Galli, il maggior sostenitore dell’evento, abbandonò l’assessorato, la società Expo Marche venne messa in liquidazione e,ciliegina sulla torta, i due principali istituti di credito del territorio cominciarono la loro fase di declino. Quindi alla crisi occupazionale si aggiunse una grave crisi finanziaria e, onestamente, la mostra dell’artigianato era l’ultimo dei nostri pensieri.Comunque, ritornando alle cose positive,  per la prima volta vennero invitati potenziali buyers e, se non ricordo male, ne vennero registrati all’info point circa 60 su tre giorni.A fine manifestazione i feedback furono molto interessanti, erano nati spontaneamente incontri b2b. Ad oggi con una buona campagna di comunicazione siamo in grado di attrarre  potenziali buyers anche senza invito diretto, quindi se ci sarà’ una buona comunicazione ci saranno anche i buyers… se non ci saranno, bisognerà migliorare la comunicazione.

Presidente, in base ai numeri di CNA, com’è lo stato di “salute” del nostro artigianato e quali sono le principali richieste e difficoltà che gli artigiani lamentano attraverso la vostra associazione di categoria?

E’ ormai abitudine divulgare i dati Unioncamere prima della pausa estiva con commenti e analisi approssimativi, ecco perché quest’anno abbiamo deciso che CNA non farà dichiarazioni prima che i dati non siano definitivi e analizzati nella loro completezza in quanto attualmente rileviamo un segno positivo che ci obbliga ad essere molto cauti prima di parlare di ripresa. Comunque le nuove partite Iva, da gennaio ad oggi, sono 114, di cui 79 Fabriano, 13 Sassoferrato, 8 Cerreto D’esi, 9 Genga, 5 Serra San Quirico. I settori di riferimento delle nuove imprese vengono cosi ripartiti: 37 artigianato (produzione e servizi con un 30% edilizia), 32 commercianti (24 a sede fissa e 8 itineranti), 28 coltivatori, 10 professionisti, 7 ristorazione e ricettività. Nuove partite iva che sono chiamate a fare i conti con i problemi atavici nazionali e locali. Credito, imposte, e burocrazia sono le tre voci che più’ di tutte fiaccano le aziende italiane soprattutto le medio piccole. Il credit grunch e l’accesso al credito sono uno scoglio insuperabile, le imposte calano solo a parole e la burocrazia è ormai un virus indebellabile. A complicare la situazione si aggiungono le infrastrutture totalmente inadeguate: aeroporto, ferrovie, strade statali e provinciali  che rappresentano un freno al tessuto produttivo fabrianese e marchigiano in genere, disservizi che incidono negativamente sia allo sviluppo sia alla quotidiana attività delle aziende.

Molto spesso è intervenuto sulla questione Quadrilatero e sull’importanza di un collegamento stradale adeguato per raggiungere Fabriano ed il comprensorio montano. Un suo pensiero in merito?

La situazione Quadrilatero è sprofondata nel vuoto, trascinata dalla ditta Astaldi. Non ci sono parole per descrivere la situazione, ci ritroviamo con un territorio deturpato e una “incompiuta” che ci isola tra le montagne. Abbiamo cercato di capire cosa sta succedendo, più reperiamo informazioni più la situazione si fa cupa. Troviamo un titolo che ha perso il 6% con azioni intorno a 1,69 che rappresentano per Astaldi il minimo storico, un debito emesso in bond che si sta deprezzando, in pratica meno vale il bond più aumenta il debito. Non ci sono dati ufficiali ma il debito si attesterebbe a 1,6 miliardi. Le agenzie di rating oscillano tra CCC di S&P a Caa1 di Moody’s outlook negativo quindi un titolo sotto pressione che non piace al mercato. Per far fronte a questa situazione gli advisor stanno perfezionando l’ingresso di un nuovo socio giapponese che rileverà il 18 % di Astaldi, vendita di asset per 350 milioni e rifinanziamento del debito, passando per una ricapitalizzazione purtroppo vincolata alla vendita delle azioni del ponte sul Bosforo in Turchia, che avendo una lira svalutata del 20% (fortunatamente in risalita) tiene ben lontani possibili investitori. Brutta botta che fa seguito alla svalutazione del Venezuela dello scorso novembre. Quindi, ricapitolando, troviamo una situazione finanziaria sotto stress e sotto speculazione che ad oggi non garantisce liquidità, ma questa non può essere la scusante per non finire la Quadrilatero in quanto Astaldi ha un portafoglio ordini di 25 miliardi di € e i soldi per finire i lavori sono stati stanziati e disponibili. Con questa situazione la politica può fare ben poco, ormai i mercati finanziari influenzano la nostra vita nel bene e nel male. Attualmente verso Ancona la situazione è di estrema pericolosità, con la stagione invernale alle porte, questa strada fa veramente paura, si pensi che, per raggiungere il casello autostradale Ancona Nord, si impiegano circa 60 minuti salvo intoppi, in media 15 minuti in più rispetto alla vecchia SS76.L’impressione è che queste ditte, all’estero, rappresentano l’Italia in maniera egregia, progettano e costruiscono opere mastodontiche poi, in Italia, puntualmente tutto svanisce. Il dubbio è sempre uno: perché in Italia non si riesce a finire un’opera pubblica nei tempi stabiliti, rispettando i costi preventivati? La CNA auspica una forte sinergia tra le forze istituzionali locali (comune e regione) e i deputati e senatori eletti in questo territorio affinchè si trovi una soluzione per portare a termine il raddoppio della SS76.Naturalmente noi faremo la nostra parte e saremo costantemente in pressing su tutti   coloro che sono chiamati a risolvere il problema. Oggi non ci possiamo permettere di rimanere isolati, concludere i lavori è un dovere morale e giuridico per garantire la sicurezza degli automobilisti e la sopravvivenza dell’economia del nostro territorio.

Gigliola Marinelli