“CHIESE INAGIBILI, I TEMPI DI RICOSTRUZIONE NON SARANNO BREVI”

“Se pensiamo ai soli edifici di culto di proprietà ecclesiastica, sappiamo, dall’ultimo censimento fatto, che ammonta a 164 chiese. Possiamo dire che circa un terzo di questo patrimonio, dopo il sisma di ottobre 2016, è stato dichiarato inagibile”. E’ il bilancio del vescovo di Fabriano-Matelica, monsignor Stefano Russo, che ricopre anche l’incarico di presule delegato per la Conferenza Episcopale Italiana per beni culturali in merito alla ricostruzione post sisma. Solo nel Fabrianese sono più di 50 le chiese inagibili, senza considerare le case parrocchiali. “Nella maggior parte dei casi – spiega – le inagibilità sono di carattere “lieve”, ma tali da impedire, senza interventi di restauro, la fruibilità dei luoghi di culto”. Recentemente tre luoghi molto importanti per i fedeli sono stati riaperti: la Cattedrale di Fabriano, la chiesa collegiata di San Nicolò e la Concattedrale di Matelica. A San Venanzio, grazie all’intervento diretto del Ministero per i beni e le Attività culturali ed il Turismo è riuscito ad evitare anche la collocazione di elementi provvisionali di messa in sicurezza. “Ci sono in programma prossimamente – anticipa – altri interventi. I tempi della ricostruzione in ogni caso non saranno brevi. Bisognerà avere pazienza considerando anche che ci sono alcuni territori che nelle stesse Marche vivono un’emergenza superiore alla nostra”. Monsignor Russo, fin dai primi tempi del sacerdozio, ha svolto incarichi nel settore dei beni culturali e più volte ha seguito da vicino le vicende legate al patrimonio ecclesiastico e alle calamità naturali, ma “rispetto ad eventi simili che nel passato hanno coinvolto il nostro territorio, i danni causati dai terremoti del 2016 e del 2017 sono impressionanti per la loro importanza e vastità. Si tratta di un tema “caldo” sul quale è difficile pronunciarsi senza evitare di alimentare il fronte delle polemiche e spero di non contribuire a ciò ma solo di segnalare questioni su cui è necessario “lavorare””.

Il presule, infatti, sottolinea le tante problematiche che emergono. “Le maggiori ritengo possiamo individuarle nelle difficoltà economiche che il nostro paese sta attraversando, nella mancanza di indicazioni chiare sulle procedure da attivare unite alla burocrazia che seppure necessaria per garantire determinate tutele del “bene comune”, sta rallentando e complicando eccessivamente le operazioni legate all’emergenza, al soccorso delle persone, delle famiglie, delle aziende, e alla ricostruzione. Gli “attori” in campo chiamati ad intervenire e a decidere sono troppi e spesso non sufficientemente collegati fra di loro in un raccordo efficace”. Riferendosi al Fabrianese, Russo evidenzia, a un anno e mezzo dal suo ingresso in diocesi, come “il nostro sia un territorio con un grande patrimonio e tutti ci dovremmo impegnare ancora di più a valorizzarlo e a farlo conoscere”. L’obiettivo pastorale del nuovo anno è quello di “lavorare come un’unica comunità in cammino nelle quali le varie parti gareggiano nello stimarsi a vicenda”. In continuità con il percorso compiuto lo scorso anno, la diocesi vuole tenere alta l’attenzione intorno alla famiglia; sulla questione lavoro favorendo progetti utili all’occupazione e sulle povertà per venire incontro a chi soffre.

Il pranzo solidale

Diocesi e Comune insieme per un pranzo solidale che ha scaldato i cuori di più di 300 persone che hanno potuto così festeggiare l’Epifania in mondo diverso. Tavolata davvero eccezionale quella che è stata organizzata dalla Diocesi di Fabriano-Matelica e dall’Amministrazione comunale presso la palestra della scuola primaria Mazzini, in via Fabbri. Dopo la settimana della povertà che si è svolta a novembre e conclusa con l’arrivo in città del presidente della Conferenza Episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, tutte le associazioni caritative si sono ritrovate a pranzo con i più bisognosi. Per l’occasione niente catering: il servizio, dalla cura della tavola alla cottura del pasto, è stato svolto da più di 100 volontari provenienti dalle parrocchie della città e delle frazioni che si sono rimboccati le maniche e hanno voluto preparare un pranzo con i fiocchi. Soddisfatti dell’iniziativa il vescovo, Stefano Russo, l’assessore ai Servizi alla Persona, Simona Lupini, il direttore della Caritas, don Marco Strona. Proprio la struttura diretta da don Marco ha attivato, da tempo, un centro di ascolto per venire incontro alle necessità delle persone che si trovano in difficoltà. Al pranzo hanno partecipato diversi sacerdoti, i migranti che sono ospiti nel nostro comprensorio e il presidente del centro culturale islamico della Misericordia, Mekri Kader che ha sottolineato come “la vera carità richiede un po’ di coraggio”, prima dell’appello finale ai cittadini: “Superiamo la paura di sporcarci le mani per aiutare i più bisognosi”.

Marco Antonini