AUTOPSIA BIMBO UCCISO, MORTE PER ASFISSIA

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“Il Sindaco di Cupramontana, Luigi Cerioni, considerato che giovedì 4 gennaio si è spenta drammaticamente la giovanissima vita di Imeri Hamid, visto che l’intera comunità cittadina è stata profondamente e dolorosamente colpita da questa tragedia e tenuto conto che l’Amministrazione Comunale, per ricordare il piccolo, intende manifestare la propria partecipazione al lutto con un momento di raccoglimento, dispone la proclamazione del lutto cittadino nella giornata del 12 gennaio 2018. Invita tutti i cittadini, le istituzioni pubbliche, le organizzazioni sociali, culturali, produttive ed i titolari di attività private di ogni genere a manifestare il proprio cordoglio, con un momento di raccoglimento, mediante la sospensione, per un minuto, delle attività, dalle ore 12,00 di venerdì 12 gennaio 2018”.

La cronaca

E’ morto per asfissia il bimbo di 5 anni che il padre ha ammesso di avere ucciso, senza saperne spiegare il perché, a Cupramontana. L’autopsia del medico legale Mauro Pesaresi non ha sciolto però tutti i dubbi. Non ci sono segni evidenti esterni di violenza: l’uomo, un disoccupato macedone di 27 anni, in cura per depressione, legato alla famiglia (un altro bimbo piccolo e la moglie in attesa di un terzo figlio) avrebbe soffocato il piccolo tappandogli naso e bocca e la morte sarebbe sopraggiunta in pochi secondi, senza possibilità di reazione. Sono però da verificare alcuni punti del racconto del padre. E il medico legale non esclude neanche l’ipotesi di eventuali patologie come concausa di morte. Per questo sono previsti approfondimenti sugli esami istologici, alla presenza (come oggi) del perito della difesa Raffaello Sanchioni. La Procura di Ancona procede per omicidio volontario aggravato. “Non ero io, ero posseduto da una forza sovrannaturale” l’unica spiegazione del padre.

Al vaglio degli inquirenti anche tanti profili Facebook aperti, di cui uno dedicato proprio a lui e due sulla propria profonda fede islamica. Anche l’attività sui social network del 27enne macedone in carcere per l’omicidio del figlioletto. Negli ultimi tempi, specie dopo aver perso il lavoro da saldatore, era depresso e soggetto a sbalzi d’umore. Oltre alle visite psichiatriche, forse aveva trovato rifugio nella religione: quasi ogni giorno postava su Fb scritti religiosi, messaggi di amore per Allah e prediche di imam. Quanto alla “forza sovrannaturale” che lo avrebbe posseduto, è la spiegazione che ha dato al gip Carlo Cimini, al pm Valentina Bavai e ai carabinieri e al suo difensore, avv. Raffaele Sebastianelli. Il padre ha ucciso il figlio appena saliti in auto per una passeggiata.

Il giovane è controllato a vista dagli agenti penitenziari, nella cella di Montacuto che divide con un altro detenuto. Era apparso molto confuso, quasi estraniato dal contesto in cui si trova, a chi ha avuto modo di osservarlo, poi però, secondo l’avv. Sebstianelli, ha cominciato a capire che cosa aveva fatto. La Procura al momento non ha contestato la premeditazione. Il piccolo verrà sepolto in Macedonia. (Ansa)