IL LOUVRE A LENS, TRASFORMAZIONE DI UNA CITTÀ

Lens, è un centro di circa 36.000 abitanti nella Regione Alta Francia non lontana dal confine belga, la cittadina passò agli onori della cronaca nazionale quando nella stagione 1997-98 riuscì a vincere addirittura il massimo campionato transalpino di football. La città ha una lunga storia di centro minerario per l’estrazione del carbone, che ha caratterizzato la zona fino agli anni sessanta e i cui residui sono ancora ben visibili nel paesaggio circostante. Dopo un passato legato alle miniere di carbone, a seguito di grandi difficoltà economiche, grazie alle relazioni con Parigi ha lavorato duro sul risanamento delle aree degradate e ha creato la stupenda dependance del Museo del Louvre recuperando prestiti ed opere dai depositi del Louvre e con il proliferarsi di alberghi, strutture ricettive, negozi commerciali è arrivata a ben 1 milione di visitatori all’anno creando posti di lavoro nel settore del turismo, culturale e museale, ma anche e soprattutto nei servizi.

Il contenitore museale è una struttura bassa, facilmente accessibile, armonicamente integrata nel paesaggio. Questa la scelta di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa per la nuova sede distaccata del Louvre a Lens sorta su un’ex area di estrazione del carbone a testimoniare la volontà di partecipare alla riconversione del bacino minerario della zona, ricordandone nello stesso tempo lo storico passato industriale. Per sottolineare la continuità tra paesaggio e architettura alla base del progetto, il padiglione centrale, che accoglie il foyer d’ingresso, completamente vetrato e visibile da ogni punto del sito, segna un vuoto al centro del complesso ed è pensato per essere anche un vero e proprio spazio pubblico, il ruolo del contenitore culturale non solo come esposizione di opere d’arte importanti, ma anche come aggregatore sociale e centro di servizi.

A est dell’ingresso la Galerie du Temps che ospita a rotazione opere provenienti dal Louvre, e il Pavillon de Verre, mentre a ovest si trovano la Galerie d’exposition temporaire e la Scène, un vasto auditorium con una programmazione strettamente legata alle opere in mostra, dove spiccano capolavori da Crivelli, al Giambologna a Rembrandt a Thorvaldsen oltre ad una sezione archeologica ricca dove si rivive la storia della Mesopotamia, Egitto , epoca Bizantina. Le opere resteranno a Lens per cinque anni, con un ricambio del 20% ogni anno. Nell’ allestimento inaugurale il Louvre ha spostato nel nuovo museo dipinti e sculture di altissima qualità: statue egiziane e greche classiche all’arte bizantina, capolavori del Rinascimento (Perugino, Botticelli, Raffaello e Tiziano), dai dipinti di maestri del ’600 e ’700 (La Tour, Rubens, Poussin, Fragonard, Reynolds), chiudendo in modo spettacolare con La Libertà che guida il popolo di Delacroix.

La Galerie du Temps ospita a rotazione opere provenienti dal Louvre, esposte qui senza ripartizioni di genere, epoca o cultura, permettendo così al visitatore di stabilire nuove relazioni e concepire in modo nuovo la visita museale. Il parco, componente essenziale dell’identità del museo sfrutta i propri spazi naturali con percorsi, simili alle vie ferrate per il trasporto del carbone, mentre gli eventi culturali en plein air consentono al Louvre-Lens di espandersi oltre i propri confini e creare un ambiente di vita, evasione e pace, come parte integrante della città. Il Museo di Lens è uno straordinario intervento di trasformazione e rivalutazione estetica e culturale di un’area suburbana abbandonata, che ha ridisegnato anche la struttura urbanistica della città.

Un esempio importante per Fabriano, una città che potrebbe attuare quella strategia di trasformazione cosi delicata, complicata ma anche necessaria da realtà prettamente industriale ad una città con uno sguardo mirato anche al discorso culturale, turistico e creativo sempre in ottica internazionale, senza tralasciare il suo passato legato all’industria e alla fabbricazione e storia della carta. Una strada da seguire e migliorare, investendo soprattutto sulle risorse umane, sulle persone che hanno professionalità e passione, perché la passione e la conoscenza in questi settori sono elementi fondamentali, solo così si possono raggiungere grandi obiettivi ed essere competitivi in uno scenario che deve andare oltre la stretta conca in un ambito internazionale.

Francesco Fantini