A RISCHIO LA FIORITURA DI CASTELLUCCIO

“Riaprire quanto prima la strada d’accesso, solo così potremmo iniziare a pensare alla ricostruzione”: è l’appello di chi a Castelluccio di Norcia, ora distrutto, ci lavorava fino al 30 ottobre. “Se non possiamo salire, non potremmo nemmeno procedere alla semina della lenticchia e quindi addio anche alla nostra famosa fioritura”, sottolinea Nello Perla, presidente della Cooperativa agricola Castelluccio che conta 13 soci. Cento giorni dopo la grande scossa c’è voglia di ricominciare da parte degli imprenditori. “Da parte mia e di tanti altri c’è la volontà di ricominciare”, racconta all’ANSA Sara Coccia, titolare di un agriturismo e produttrice di formaggio. Nell’attesa di tornare, c’è chi si sta organizzando per continuare comunque a lavorare, come nel caso di Maria Luisa Trabalza e del marito Luigi che tra pochi giorni porteranno in giro per l’Umbria e non solo, le specialità che un tempo preparavano nel loro locale e lo faranno con un furgone attrezzato con tanto di cucina. (Ansa)

Volontari a lavoro

Continua a crescere il gruppo di protezione civile specializzato nel recupero dei beni culturali in caso di emergenza.
Da novembre, infatti, mese in cui hanno avuto inizio i recuperi, hanno lavorato senza sosta con determinazione e competenza circa 252 “angeli dell’arte” – come più volte sono stati definiti i volontari – per un totale di oltre 2000 ore, mettendo in sicurezza, spolverando, imballando e catalogando tele, quadri, statue e una vasta gamma di tipologie di beni per un totale di 1632 opere recuperate nei comuni di Sarnano (MC), Visso (MC), Caldarola (MC), San Ginesio (MC), Gualdo (MC), Ascoli Piceno, Falerone (AP), Ussita (MC), Posta (RI), Mogliano (MC), Matelica (MC), Castelsantangelo sul Nera (MC).

Ritardo stalle, Regione chiude contratto

Troppi ritardi e ”gravi inadempienze” della ditta incaricata di allestire le stalle provvisorie per gli animali dopo il sisma che ha devastato le Marche. La Regione, che aveva istituito una commissione d’inchiesta, ha predisposto gli atti per la risoluzione del contratto con la ditta che ha realizzato le tensostrutture fino a questo momento. Lo rende noto un comunicato. I lavori saranno affidati alla seconda ditta classificata nella gara di appalto, che è stata gestita dalla Regione Lazio. E’ stato inoltre richiesto l’intervento dell’Arma e dei Carabinieri forestali. Nelle settimane scorse molti allevatori e associazioni agricole si erano lamentati per la lentezza nella fornitura delle stalle provvisorie, indispensabili soprattutto con la neve e il freddo dell’inverno. (Ansa)