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LE CLARISSE LASCIANO CORSO CAVOUR E FABRIANO DOPO 382 ANNI

382 anni dopo l’arrivo delle prime suore cappuccine a Fabriano è arrivato il momento dell’addio delle Clarisse alla città della carta. Ieri sera, infatti, la comunità diocesana si è riunita nella chiesa dei Santi Biagio e Romualdo, insieme al vescovo Stefano Russo, per salutare le monache che si trasferiscono in Trentino, a San Martino di Castrozza. Una decisione sofferta (le clarisse sono arrivate nel convento di San Bartolomeo nel 1635) che arriva dopo anni di difficoltà legate alla mancanza di lavoro (anche le suore per mantenere la struttura, oltre alle offerte dei fedeli, lavorano!), la crisi delle vocazioni e il terremoto che ha messo ko la grande struttura di corso Cavour. “E’ un momento molti triste. 6mila metri quadrati per 10 claustrali – hanno riferito le suore – sono veramente troppi considerando le tante spese che bisogna affrontare. Dopo anni di sacrifici siamo costrette a trasferisci, ma conserveremo sempre nel cuore il ricordo bello di questa città e diocesi”.

Il saluto del Vescovo Stefano Russo 

“Quando sono arrivato in Diocesi, il percorso che ha portato la comunità delle monache clarisse cappuccine del monastero di San Bartolomeo Apostolo, a trasferirsi presso un’altra comunità, era praticamente concluso. Ho avuto poco tempo per conoscere questa realtà e tuttavia, ho potuto costatare, nei commenti delle persone, il forte legame che la città di Fabriano, in particolare, ha sempre avvertito nei confronti di questa comunità. Non può essere diversamente, se pensiamo che sin dal XII-XIII secolo praticamente, il convento ha visto la presenza attiva di comunità monastiche. Con la partenza delle clarisse cappuccine – ha detto il presule – non possiamo non dire che ci sentiamo un po’ più poveri. Soprattutto se pensiamo alle storie di santità che hanno avuto origine all’interno di quelle mura e al bene che hanno prodotto nel nostro territorio. Il nostro tempo ha bisogno di santità più di qualsiasi altra cosa. Ho letto che la Serva di Dio, Madre Maria Costanza Panas, che molte persone in vita ricordano, amava fermarsi a pregare davanti all’immagine della Madonna del Mare, nella cappella interna del Monastero di San Romualdo. Il mare ci fa pensare al viaggio, alle traversate. Auguro alle nostre sorelle clarisse partenti, che possano fare della loro vita un santo viaggio, essendo espressione, sempre più incisiva, del carisma francescano.”

Dal nostro archivio, 21 novembre 2016. Il punto dopo il sisma

Lungo Corso Cavour si trova il monastero delle clarisse cappuccine di San Bartolomeo. Lo storico convento cittadino ospita dieci suore che, per paura, hanno lasciato il secondo piano dello stabile e si trovano a piano terra per motivi precauzionali. La chiesa è chiusa per inagibilità visto che sono presenti crepe e lesioni consistenti. Chi si trovava nella zona la sera della forte scossa delle ore 21,20 ha riferito di forti scricchiolii provenienti proprio dalle mura delle suore. Oltre la chiesa anche il coro è inagibile e, di conseguenza, la messa domenicale viene celebrata alle ore 11 nel parlatorio con ingresso dal portone principale. “Siamo sempre a piano terra – hanno detto – e dormiamo qui. Al secondo piano saliamo solo per preparare il pranzo. Abbiamo paura, ma confidiamo nell’aiuto del Signore.”

Marco Antonini