LA PROFESSORESSA CORVO RACCONTA I GIOVANI DI OGGI – di Marco Antonini

“Questo libro è nato nei corridoi della scuola e nelle strade in salita che, spesso, i ragazzi devono fare. In questo periodo della mia vita, per me, non c’è gioia più grande che condividere tali lettere ed i tentativi di risposte.” Così la professoressa Cristina Corvo esordisce nel raccontare a L’Azione il suo libro, “In te mi rifugio” edito da Shalom.

Che succede dopo tanti anni di religione alle superiori?

Insegno oramai da quasi trent’anni e, col passare del tempo, sono diventata sempre più consapevole del fatto che l’insegnante insegna, è vero, ma sono gli alunni che ti spianano la strada, che ti insegnano ad insegnare. Quasi tutte le lezioni che ho fatto, non sono mai avvenute come le avevo programmate. I ragazzi ti trascinano nel loro mondo, nei loro discorsi, ti catturano con le loro domande concrete, divagano con la loro emotività …e ti “modellano” la lezione. Insomma: sono quasi trent’anni che imparo dai miei alunni. Sono loro che mi hanno insegnato ad insegnare, obbligandomi a lasciare fuori la porta dell’aula, le prediche facili, i moralismi semplicistici e i diktat autoritari.

Un libro, quindi, che parla dei ragazzi e delle loro storie?

Esattamente. Li dovresti vedere in questi giorni! Sorpresi ed orgogliosi di se stessi, per il fatto che un pezzo della loro vita è andata a finire tra le pagine di un libro. Troppe volte, infatti, prima ancora di “parlare”, si bloccano, timorosi di dire cose “non abbastanza” interessanti… Questo libro, per loro, è stata una ventata di “abbastanza”! Un vento sussurrante “tu vali”! Una sinfonia di sottofondo, emozionante come un “La tua vita ci interessa”!

Cosa rende eccezionale questo racconto?

La verità delle parole, la sincerità dei sentimenti, le difficoltà reali che i ragazzi si trovano ad affrontare nel corso della loro vita, in quel percorso a ostacoli che è l’adolescenza. Li vediamo così strafottenti, sorridenti, baldanzosi, frivoli… Sembra facciano di tutto per nascondere la loro sensibilità, la loro ricerca personale di “senso”, le loro fragilità, la fame d’amore che hanno, ma in realtà cercano solo qualcuno con cui confidarsi, aprire il loro cuore, un interlocutore di cui fidarsi.

Quale è il segreto?

I ragazzi si aprono quando non si sentono giudicati.

Dove arrivano le storie che hai scritto e dove trovi suggerimenti?

Da tante email che mi arrivano oppure tramite WhatApp o Facebook. In ogni riflessione mi tuffo nelle Sacre Scritture; ogni argomento è sviscerato e interpretato alla luce della Parola di Dio, che rivela così la sua sorprendente attualità e dimostra come sia viva e capace, ancora oggi, di illuminare anche i sentieri più bui.

L’ora di religione, quindi, è prolungata tutta la settimana!

Si, hai detto bene, è un prolungamenti delle ore di religione.

Una piccola anticipazione?

Pur senza dire i nomi dei ragazzi, condivido il variegato e delicato mondo. Dall’alunna anoressica all’alunno che mi scrive l’ondeggiare dei suoi pensieri notturni. Dalla ragazza alla ricerca dell’autostima, al ragazzo che si interroga, curioso, sull’aldilà. Dal fidanzato violento, all’alunna costretta ad abortire. Tutte creature alla ricerca di rinascita e di felicità. Tutti incamminati nei sentieri dei “perché”, con la voglia di essere felici “nonostante”.

Perché un titolo così che si rifà al tuo seguitissimo blog?

E’ tratto dal Salmo 70. Tutti noi cerchiamo rifugio. Dentro una casa accogliente, tra le braccia di un amante, nelle parole di un padre, negli incoraggiamenti di un’insegnante, nei consigli di un vero amico, tra le risate di una vacanza, nelle righe di un libro, dentro le emozioni di un film, nella meraviglia della natura… nell’abbraccio protettivo di Dio.

Marco Antonini