“LOTTO, ARTEMISIA, GUERCINO” E LE STANZE SEGRETE DI SGARBI

Interessante la visita della Mostra “Lotto, Artemisia, Guercino, Le Stanze Segrete di Sgarbi” ad Osimo. La Collezione Cavallini Sgarbi composta da 120 opere sarà visitabile presso Palazzo Campana, antico palazzo nobiliare ed emblema della città fino al 30 ottobre 2016. Il circuito di mostre organizzate da città che cercano un turismo di qualità e puntano forte su tale settore, funziona e comporta un notevole afflusso di visitatori. Chi visiterà questa Mostra avrà così l’opportunità di conoscere anche l’antica città romana di Auxinum, Osimo, che tra i suoi luoghi d’interesse storico-culturale vanta lo splendido duomo di San Leopoldo in stile romanico con cripta bizantina, in onore del suo primo vescovo. La Mostra ha varie opere interessanti: una bellissima ed intensa Cleopatra col volto sofferente, frutto del talento raffinato e tormentato di Artemisia Gentileschi, una madonna con quel meraviglioso effetto cromatico blu-rosso delle vesti del Salvi il Sassoferrato, l’allegoria del tempo di Guido Cagnacci pittore romagnolo di livello del ‘600. Esempio del barocco napoletano, troviamo un San Girolamo sofferente e con pathos nella sua veste rossa, arte di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto e un Guercino che rappresenta un uomo di legge con il suo stile inconfondibile nella tonalità e nel colore. D’impatto sicuramente due ritratti di Lorenzo Lotto, artista veneto molto attivo nelle Marche, tra i più grandi protagonisti del Rinascimento europeo, una vera e propria alternativa alla classicità di Raffaello e all’aulicità di Tiziano: le sue opere rifiutano la rigidità delle simmetrie e grazie all’intensità della sua tavolozza cromatica riuscì a raccontare meglio di ogni altro artista le emozioni dei suoi personaggi attraverso ritratti che sembrano vivi in un’espressività e mimica davvero unica. Tra le opere simbolo della mostra, da menzionare quella del Pesarese, dal titolo “Allegoria della Pittura”, datata 1635. Cantarini, detto il Pesarese, nacque a Pesaro e fu tra gli allievi più brillanti del grande artista Guido Reni: in quest’opera mostra una dama che dipinge, aiutata da un putto, diventata copertina ed icona dell’esposizione stessa.