UNA SCUOLA DI… – le 21 righe di Laura Trappetti
Oggi vi voglio raccontare una storia. Immaginatela ubicata in qualunque parte d’Italia. E’ la storia di un ragazzo diciassettenne, che frequenta quello che comunemente viene chiamato Istituto Agrario, ma in realtà la dicitura è Istituto d’Istruzione Superiore. Chiamiamolo Marco, così per comodità. Marco vive in campagna, i suoi familiari sono tutti allevatori, la mattina va a scuola e poi quando torna a casa si occupa dell’azienda: le stalle, il foraggio, scansar la neve, dipende dalle stagioni, il lavoro non manca mai e le braccia sono tutte lì, fra quelli di casa. Oggi come oggi se non hai un diploma, anche se tutto sommato da faticare ce l’hai, non sei nessuno, davvero, sei meno di un disadattato e poi in fondo un perito agrario in quella famiglia lì, ci sta proprio come il cacio sui maccheroni. I contadini nel 2016 non sono più quelli della mezzadria, sono persone che si occupano di gestione e innovazione, che sì una vacca è una vacca, ma per attenersi a una filiera bio, ad esempio, per produrre prodotti di qualità, devi essere istruito. Marco qualche giorno fa è tornato a casa e ha detto che a scuola non vuole andarci più, non sente ragioni, che “ti manca solo un anno”, “resisti”, “perché buttare dalla finestra tutto l’impegno che ci hai messo?”. E’ paradossale: svegliarsi prima dell’alba, andare a foraggiare le bestie, sgobbare, spalare la merda delle vacche, tutto è meglio che tornare lì. C’è un famoso passo da “Lettera a una professoressa” di Don Milani che recita: […]Lucio che aveva 36 mucche nella stalla disse “La scuola sarà sempre meglio della merda.” Questa frase va scolpita sulla porta delle vostre scuole. Milioni di ragazzi contadini son pronti a sottoscriverla. Mi viene da dire: milioni meno Marco; ma la cosa grave è che non è lui il solo. Ne incontro tanti di ragazzi che arrivati al terzo o quarto, qualunque sia il ramo di studio, licei e vari, scoppiano. Incontro anche insegnanti volenterosi che mi dicono di voler fare progetti teatrali perché i ragazzi “a scuola stiano bene”. D’altra parte che studiare sia considerato inutile lo testimoniano curriculum e dichiarazioni di rappresentanti politici in vista e io mi sento di dire: se per Marco la merda è meglio della scuola, ce la facciamo qualche domanda o no?