PROSEGUONO LE RICERCHE IN MARE DI ALESSANDRO PANDOLFI
Sono praticamente nulle le speranze di ritrovare in vita Alessandro Pandolfi, il sub di Fabriano disperso nella zona della piattaforma Clara Ovest da giovedì sera. Le operazioni di ricerca non si sono mai fermate. Anche ieri sono andate avanti per tutta la giornata. Impegnate unità navali della Guardia Costiera e del R.O.A.N. della Guardia di Finanza di Ancona. Sul posto anche un mezzo aereo del 3° Nucleo Aereo della Guardia Costiera che ha effettuato le ricerche ad una quota di volo di 182 metri sulla superfice del mare al fine di ottimizzare l’investigazione. L’area pattugliata dal cielo è pari ad una superfice di 450 miglia quadrate mentre quella controllate dal mare è di 54 miglia quadrate che hanno dato, ancora, esito negativo. Nei prossimi giorni verrà impiegato anche un robot filo guidato dei Vigili del Fuoco per un’attività di ricerca precisa sul fondale circostante la piattaforma. L’obiettivo, ora, è quello di recuperare il corpo per restituirlo alla famiglia che sta vivendo giorni di disperazione. Alessandro era uscito in mare giovedì pomeriggio per praticare un po’ di pesca in apnea, una delle sue passioni, dal porticciolo di Marina Dorica. Un’uscita in solitaria anche se, normalmente, non si esce mai da soli in mare aperto. Ma la voglia di andare a caccia di ricciole ha avuto la meglio anche sulla stanchezza che l’uomo aveva confidato ad alcuni amici mentre stava preparando l’attrezzatura. Da quel momento di Alessandro non c’è più traccia. Nelle prime ore di venerdì è stato ritrovato solo il suo gommone Marshall M90 di 5 metri a ridosso della piattaforma Eni ‘Clara Ovest’ a più di 15 miglia da riva, verso Falconara. Quel posto, raccontano gli amici, era molto conosciuto da Pandolfi che amava dirigersi lì per praticare pesca in apnea. Poi qualcosa è andato storto. La Guardia Costiera ha recuperato il cellulare del sub, un fucile da pesca, una cintura a pesi, una custodia vuota di un fucile e i documenti dell’uomo nel gommone. Cosa è successo giovedì tra le ore 14 e le 23 quando poi è scattato l’allarme è difficile saperlo. I familiari seguono costantemente tutte le operazioni, le lacrime hanno lasciato spazio alla rabbia e all’incredulità. “Perché una passione diventa una tragedia? E’ l’interrogativo degli amici che non hanno mai lasciato solo la moglie di Alessandro, impiegata in banca e il loro bambino di 5 anni. L’abitazione, nel quartiere Borgo, è meta di parenti e amici che si stringono intorno alla famiglia del sub scomparso. Resta ancora il dubbio se a far perdere le tracce di Alessandro Pandolfi sia stato un malore improvviso che non gli ha permesso di risalire o un’imprudenza proprio in quel mare che lui ha sempre amato, nuotato ed esplorato.
“E’ difficile arrendersi e pensare che, nel giro di pochi minuti, la vita ti riserva delle brutte sorprese che ti lascieranno l’amaro in bocca per sempre.” Amici e colleghi di Alessandro non vogliono credere che il sub sia morto. Anche ieri molti pescatori subacquei di Ancona e di Fabriano hanno raggiunto il porto di Marina Dorica per essere utili alle operazioni di ricerca. C’è silenzio nel reparto carte valori delle Cartiere Fedrigoni. “Era una persona che amava la vita, di un’intelligenza vivace e curiosa, viaggiatore che conosceva il mondo e il saper vivere. Era pieno di interessi – racconta Valeria – non ultima questa della pesca subacquea.” Anche Facebook ricorda Alessandro. “Di lui – confida Nadia – ricorderò l’importanza che ha sempre riservato a suo figlio e alla sua famiglia. Era sempre allegro e ancora non ci posso credere che non lo vedo più uscire dal palazzo di fronte casa mia.”
m.a.