FABRIANO STRETTA INTORNO ALLA FAMIGLIA PANDOLFI
Sono giorni di commozione per l’intera città di Fabriano che si è stretta intorno alla famiglia Pandolfi in questo momento di disperazione. C’è silenzio nelle Cartiere Fedrigoni. Alessandro avrebbe dovuto fare il turno mattutino ieri, dopo tre giorni di riposo. Venerdì pomeriggio una telefonata in fabbrica ha cambiato l’espressione del volto del caporeparto che ha dovuto comunicare la notizia ai colleghi dello stabilimento. “E’ una persona brava non solo ne lavoro ma anche nella vita. Molto legato alla famiglia e agli amici – confida un operaio – amava rilassarsi nei fondali marini e pescare lontano dalla confusione. Speriamo che non abbia sofferto.” Da molti anni in servizio presso le Cartiere Fedrigoni, aveva anche abbracciato la vita sindacale e condivideva lotte e iniziative insieme alla Uil. “Si è sempre battuto – scrivono colleghi su Facebook – per i diritti dei lavoratori.” Sono tanti gli amici fabrianesi che hanno condiviso con lui la pesca in apnea e le immersioni nel mare Adriatico. Ora proprio loro sono vicino alla moglie, al figlio di 5 anni e ai genitori. “Le nostre trasferte – raccontano – erano una festa. Alessandro era uno dei più esperti. E’ il numero uno, sempre preparato e responsabile. Ha studiato molto e si è sempre aggiornato sulle tecniche e sulle procedure da mettere in pratica nel caso di malore o emergenza. E’ molto esperto e preparato, per questo, abbiamo pensato subito a un malore improvviso che non gli ha permesso di riemergere dall’acqua.” Da giovedì sera la moglie e i familiari seguono l’evolversi delle operazioni di ricerca tra Ancona e Senigallia e sperano nel miracolo di riuscire a trovare almeno il suo corpo. Anche le autorità cittadine seguono le operazioni. Il Sindaco Giancarlo Sagramola è stato sempre in contatto con la Capitaneria di Porto. Il vescovo Giancarlo Vecerrica ha chiesto di pregare per il sub e per i soccorritori. Tanti i messaggi che sono arrivati nella pagina Facebook di Alessandro. “Ritorna tra noi – scrivono – perché abbiamo ancora bisogno della tua amicizia e vogliamo ancora sentirti raccontare della tua bella storia con il mare Adriatico.” Quelle acque da lui tanto amate che, da giovedì, custodiscono ancora il suo corpo e prolungano lo strazio dei suoi cari.
Marco Antonini