GIGLIOLA MARINELLI INTERVISTA IL PRIMARIO DI CARDIOLOGIA PIETRO SCIPIONE
Continua il nostro viaggio di approfondimento nel mondo della sanità. Questa settimana abbiamo intervistato il dottor Pietro Scipione, direttore dell’U.O.Cardiologia dell’Ospedale di Fabriano.
Dottor Scipione il centro cardiologico di Fabriano sta ampliando il settore ricerca ed innovazione. A che punto siamo con la gestione clinica delle cardiopatie?
La mia scelta è stata consolidare e migliorare l’attività che già ottimamente era svolta nella Cardiologia che dirigo dal settembre 2013. La gestione clinica ottimale delle cardiopatie cambia in modo veloce per quanto riguarda la cardiopatia ischemica acuta (l’infarto del miocardio per intenderci); quindi tempestività nel riconoscimento di quadri clinici complessi da sottoporre ad esami di II° e III° livello, come la coronarografia urgente e l’ adeguata gestione clinica della fase subacuta. In più la stratificazione successiva del paziente, cioè la creazione di appositi percorsi atti a differenziare i pazienti a rischio più elevato e quindi a garantire loro dei percorsi preferenziali in termini di esami strumentali e di erogazione di terapie complesse e moderne.
Riguardo il trattamento delle aritmie di terzo livello abbiamo importanti novità?
La nostra Cardiologia è stata scelta e individuata come una delle 4 delle Marche nelle quali viene praticata l’Aritmologia Interventistica di III° livello. Una grande soddisfazione personale ma al tempo stesso un’opportunità per tutta la sanità locale. Pertanto presso la Cardiologia di Fabriano dovrebbe venire centralizzata la patologia aritmica di III° livello attualmente dispersa verso altre realtà della nostra Area Vasta o trattata ( con difficoltà crescente) presso l’Ospedale di Torrette. Significa quindi un teorico afflusso di pazienti da altre realtà marchigiane e nazionali (cosa che già sta avvenendo). Il progetto è partito, le premesse sono buone, l’entusiasmo è tanto, i miei collaboratori hanno aderito con convinzione ed aspettiamo che la dotazione tecnica sia adeguata al compito.
Nell’U.O. di Fabriano abbiamo una sala operatoria, materiali e personale medico e paramedico adeguati per intervenire su queste patologie?
La nostra struttura è dotata di una sua autonoma sala operatoria nella quale vengono eseguiti questi interventi: si va dal più semplice impianto di pace maker fino alla “ablazione” cioè la bruciatura selettiva di alcune minuscole aree del tessuto cardiaco, responsabili dell’insorgenza delle aritmie, fino all’impianto di complessi dispositivi per la terapia ottimale dello scompenso cardiaco ( terapia di resincronizzazione). Il personale medico e paramedico, già di elevato livello, sta partecipando con entusiasmo a questa avventura e alcuni di loro, a rotazione, sono stati inviati a perfezionarsi e migliorarsi presso primarie strutture nazionali. La dotazione tecnologica è attualmente sufficiente per garantire tutto ciò. Ma confido nelle promesse dell’Amministrazione di dotarci quanto prima di una nuova location più adeguata e funzionale e di nuova strumentazione. La prossima settimana avremo finalmente a disposizione un nuovo sistema di mappaggio non fluoroscopico. Si tratta di un innovativo sistema di mappaggio e terapia di aritmie complesse, presente solo in selezionate strutture italiane ed internazionali di alto livello. I vantaggi sono principalmente la possibilità di iniziare l’ablazione della fibrillazione atriale che è l’aritmia più diffusa e invalidante e la più difficile da trattare con i farmaci e di lavorare sul paziente riducendo in maniera significativa l’esposizione radiologica, necessaria per alcuni interventi, ma non scevra da rischi nel lungo periodo soprattutto per gli operatori che sono esposti in maniera continuativa.
Quali sono le malattie cardiovascolari più incidenti nel nostro territorio?
Sicuramente la cardiopatia ischemica è massimamente rappresentata. Tenga presente che si sta di molto abbassando l’età media d’incidenza, in particolare modo dell’infarto. Sono molto presenti anche le tipiche patologie degenerative della popolazione anziana: lo scompenso cardiaco e le aritmie.
Quanto è importante la prevenzione?
La prevenzione gioca un ruolo determinante: corretti stili di vita, unitamente al precoce riconoscimento di situazioni di rischio, sono la chiave per ottenere risultati migliori sul paziente sul lungo termine. Vorremmo fare molto di più ma abbiamo un importante problema di carenza di personale che a volte non ci consente di agire come vorremmo, con campagne educazionali ad hoc e programmi di prevenzione mirata. Speriamo di migliorare su questo aspetto.
Obiettivi ancora da raggiungere?
Sono tanti e, ripeto, l’entusiasmo non manca. In primis la strutturazione dei percorsi per il trattamento delle aritmie complesse che ci consentirebbe di competere e di esser attrattivi nei confronti delle strutture vicine fornendo una “mission” alla nostra realtà.Inoltre l’esecuzione routinaria di esami strumentali di III° livello (come l’ecocardiografia transesofagea) per la quale vi sono le competenze mediche ma mancano le attrezzature ( nello specifico la sonda dedicata). Per questo facciamo anche appello alla generosità della città e delle sue realtà produttive sempre così attente alle esigenze della popolazione. Il terzo obiettivo è la possibilità di eseguire le coronarografie senza spostare il paziente ad Ancona. E’ un sogno. Ma i sogni, con tenacia e perseveranza, a volte si avverano…
Gigliola Marinelli