MANIFESTI AD ANCONA, FANO DA TERZA CITTA’ A PRIMO DESERTO NELLE MARCHE

Fano da terza città a primo deserto nelle Marche. Non è una visione apocalittica. E’ la realtà che la pubblica amministrazione, con “creatività e lungimiranza”, sta provocando, giorno dopo giorno, nel porto di Fano per la mancata realizzazione del dragaggio. Lo “gridano” Coomarpesca, Associazione Produttori Pesca Adriatica, Cooperativa Piccola Pesca e Consorzio Ittico Fanese con un manifesto affisso da oggi nelle vie di Ancona perché tutti i cittadini, anche quelli del capoluogo, sappiano quello che succede nella terza città delle Marche e perché lo vedano i rappresentanti dell’amministrazione regionale che, insieme a quelli del Comune di Fano, sono quelli che hanno il compito istituzionale di risolvere il problema del dragaggio nel porto fanese, che impedisce la libera attività economica e d’impresa, come cooperative di pesca, un diritto sancito dalla Costituzione. Un blocco costituito dai fanghi accumulati negli anni che non consente la circolazione in sicurezza delle imbarcazioni nel canale d’accesso al porto. “Abbiamo chiesto in tutti i modi di sbloccare lo stallo sul dragaggio dei fanghi nel porto – affermano Coomarpesca, Associazione Produttori Pesca Adriatica, Cooperativa Piccola Pesca e Consorzio Ittico Fanese – ma siamo ancora fermi, bloccati. Abbiamo anche proposto, qualche mese fa, la creazione di una task force composta da Regione Marche, Comune di Fano, cooperative del settore della pesca ma non abbiamo avuto segnali incoraggianti. Forse c’è la speranza che i pescatori tirino a campare ma i pescatori sono abituati a lottare e ad agire per la tutela del proprio lavoro. Abbiamo già manifestato di fronte al palazzo della Regione e a Fano. Abbiamo partecipato a decine di incontri ma ancora niente. Ma non vi preoccupate, noi non ci arrendiamo nel tutelare i nostri diritti”. Nell’ultimo incontro con il sindaco fanese Massimo Seri e con l’assessore ai Lavori pubblici, Marco Paolini, a pochi giorni dalla loro elezione, “abbiamo sollecitato il dragaggio di almeno 90-100 mila metri cubi di fanghi per poter ricominciare a lavorare in tranquillità – continuano le cooperative di pesca -, per questo materiale, occorrerebbe trovare un’ulteriore destinazione rispetto alla futura cassa di colmata del porto di Ancona, visto che questa risulta di capienza insufficiente. Ma stiamo ancora aspettando. Ma se questo problema ci fosse nel porto di Ancona? Si sarebbero dovuti aspettare più di vent’anni? Facciamo fatica a crederlo. E’ evidente che Fano è una città di minor peso”.

cs