ARTEMISIA E IL SUO TEMPO, UNA GRANDE MOSTRA A ROMA

Davvero una bella mostra, non solo per il valore di opere provenienti dai più prestigiosi musei nel Mondo, ma anche per l’intensità, la passionalità e la forza emotiva del personaggio. Artemisia Gentileschi, una vita tormentata, difficile, segnata da varie vicissitudini, ma anche dal talento notevole nell’arte, una figura che si lega alla corrente caravaggesca sulla scia del dominatore della pittura del tempo, il Caravaggio. Artemisia è sinonimo di femminilità, era troppo avanti per il tempo, un’artista donna, figlia d’arte, che nel secolo XVI riusciva a star a pari passo con i grandissimi del periodo, divenendo poi una vera e propria icona nel ‘900. La Mostra ripercorre in modo completo la sua esperienza professionale tra Roma, Firenze, Venezia e Napoli coprendo anche il breve ma intenso periodo a Londra, sottolinea il suo estro, ma nello stesso tempo mette alla luce i rapporti intercorsi con gli altri protagonisti del ‘600: troviamo notevoli opere del padre, il grande pittore Orazio Gentileschi, tra cui il David perso in un sogno ad occhi aperti dopo aver decapitato Golia in prestito dalla Galleria di Palazzo Spada, di esponenti del barocco romano come Giovanni Baglione, il francese Simon Vouet e Manfredi, i lavori dei fiorentini Cristofano Allori e Furini presso Cosimo de’ Medici, poi i grandi caravaggisti del ‘600 napoletano: Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, con l’intensa e drammatica Pietà, Massimo Stanzione, Giovan Battista Caracciolo detto il Battistello, Vaccaro, Bernardo Cavallino ecc.. Il capolavoro assoluto di Artemisia presente in mostra è la struggente e forte Giuditta che taglia la testa ad Oloferne proveniente dagli Uffizi di Firenze, rilevanti anche Ester e Assuero dal Metropolitan di New York e il suo celebre autoritratto nella Suonatrice di liuto, poi Susanna e i Vecchioni proveniente dalla Germania e le due bellissime opere, tra emozione e cromatismo, Giuditta e la Fantesca Abra e la conversione di Maria Maddalena nella splendida veste gialla, entrambe da Palazzo Pitti. L’esposizione è presso Il settecentesco Museo di Roma- Palazzo Braschi, da cui è possibile anche godere di una bellissima veduta di Piazza Navona, soprattutto nelle ore del tramonto romano. C’è tempo per poter visitare la mostra fino all’8 maggio 2017.

Francesco Fantini